A.C. 2038-A
Grazie, Presidente. Iniziamo con una citazione, vediamo se qualche collega se la ricorda: “Spiagge e mercati italiani non sono in svendita, si rassegnino i burocrati di Bruxelles e i loro complici: la Lega non ha mai permesso e non permetterà che il nostro lavoro e le nostre tradizioni vengano cancellati”. Queste sono le parole con cui, il 9 novembre 2021, il Ministro Matteo Salvini, su una piattaforma che, allora, si chiamava ancora Twitter, disse, tuonando contro la burocrazia di Bruxelles. Da allora, sono cambiate molte cose. Tante novità si sono palesate e, tra le tante novità, con riferimento proprio al tema dei balneari e, più in generale, per il nostro povero Paese, una delle peggiori novità è sicuramente che lo stesso Salvini è tornato a fare il Ministro della Repubblica e la destra è tornata al Governo.
La storia dei balneari è emblematica della incapacità di gestione da parte di questo Esecutivo e della pervicacia con cui vi ostinate a mentire agli italiani per malafede e, direi, anche per ignoranza. Sarebbe troppo lungo e anche inutile, a questo punto, elencare le promesse fatte ai balneari, non solo quelle di Salvini, evidentemente, ma anche quelle direttamente di Giorgia Meloni o della Ministra Santanche'. Una lista infinita di bugie mirabolanti, utili - bisogna dirlo - per vincere le elezioni e presentarvi, per tutta la campagna elettorale, come patrioti pronti a immolarsi, senza se e senza ma, per salvare la nostra Italia dai malefici burocrati di Bruxelles. Poi è arrivata la vittoria alle elezioni, che per voi ha significato un incidente frontale con la realtà. In questi due anni, abbiamo avuto decine e decine di esempi di marcia indietro e per i balneari la storia è del tutto simile. Però, prima di nascondervi, come state facendo in queste ore, le avete provate proprio tutte.
Il primo tentativo degno di un personaggio di Alberto Sordi o di Checco Zalone è aver provato a far credere alla Commissione europea che in Italia ci fossero 11.000 chilometri di coste balneabili. Da un giorno all'altro, avete tirato fuori circa 3.000 nuovi chilometri di costa, una magia di fronte alla quale mago Silvan, credo, si inchinerebbe. Ovviamente, per arrivare a questa cifra, avete tirato dentro qualsiasi cosa: tratti di costa rocciosa, porti, arenili, eccetera. Però la cosa che stupisce di più è che pensavate che Bruxelles se la sarebbe bevuta. Infatti, Bruxelles non se l'è bevuta, come non se l'è bevuta, peraltro, il Consiglio di Stato, che vi ha sbattuto la porta in faccia per più volte, a onor del vero, negli scorsi mesi, nel nome di quel rispetto delle leggi e delle fonti del diritto che vi crea una fastidiosissima allergia.
E allora che avete fatto, come spesso vi è successo in questi due anni? Avete rinculato e vi siete affidati al vostro personale Mr. Wolf, il Ministro Raffaele Fitto, l'uomo tuttofare con i contatti buoni a Bruxelles. Solo che vi deve essere sfuggito che il Ministro Fitto aveva in corso una partita personale con la Commissione, una partita che esigeva - come spesso è accaduto nella storia del Ministro - che lui fosse più realista del re. Ed ecco che la negoziazione a lui affidata ha portato al risultato che stiamo esaminando oggi, ossia un provvedimento che è un compromesso lontanissimo dalle vostre promesse: prelazioni, proroghe trentennali, valorizzazione degli investimenti. Tutto si è infranto contro la durezza della realtà e la volontà del Ministro Fitto e della Presidente Meloni di non incomodare più di tanto la Commissione europea.
Poco male, ci sarebbe da dire, fatti vostri, se non fosse che il vostro negoziato all'assoluto ribasso, il vostro chinare il capo senza dignità alla Commissione europea ha fatto perdere al Paese una opportunità storica. Andiamo per ordine sparso.
La maggioranza dei comuni costieri italiani non ha il Piano coste. Abbiamo provato a farvi capire che, se si immagina che, dal 2027, si faranno finalmente le gare per le concessioni, occorre che, per quella data, tutti i comuni siano pronti e siano in grado di determinare, con scelte politico-amministrative, l'assetto delle proprie coste, definendo un equilibrio virtuoso fra attività di impresa e libertà per ogni cittadino di godere il mare senza pagare, individuando tratti di costa da proteggere, censendo e definendo strategie finanziarie da finanziare, per affrontare l'erosione, offrendo ai comuni la possibilità di valorizzare - intascandone parte del gettito - le proprie spiagge.
Non ci avete nemmeno pensato. Avete persino rigettato gli emendamenti minimi proposti per far sì che l'accesso al mare, attraverso le concessioni, fosse realmente consentito a tutti i cittadini. Avete detto di “no”, probabilmente perché l'idea di sfruttamento delle spiagge che avete in mente non vi consente di comprendere che, in questo Paese, ci sono centinaia di chilometri di costa, preda di infinite concessioni e, di fatto, inaccessibili ai cittadini che vogliono godersi il mare liberamente.
La foga di allinearvi con i Diktat della Commissione, foga che - per inciso - non vi ha nemmeno consentito di intavolare un negoziato vero, come quello che, per esempio, Portogallo, Francia e Spagna hanno fatto sulle loro concessioni balneari, ha poi portato ad affrontare il tema dei concessionari uscenti in maniera a dir poco fallimentare.
Alla base di questo disastro, c'è un dato allarmante, ma ormai è una costante del vostro agire politico: la totale ignoranza del sistema di impresa nel nostro Paese e - ancora più grave - l'assoluta incapacità di comprendere come l'attività di impresa sia diversa fra Nord e Sud del Paese.
Se anziché un bacino di voti da conquistare a qualunque costo aveste visto gli imprenditori balneari come una componente fondamentale del PIL del Paese, probabilmente avreste riflettuto meglio, prima di aprire le porte ad una fase storica in cui soprattutto le piccole imprese, spesso a carattere familiare, che animano il mondo balneare saranno spazzate via con tanti saluti e una pacca sulla spalla. E se non fosse una tragedia, verrebbe da ridere, immaginandovi mentre, con aria grave, direte a questi malcapitati “lo vuole Bruxelles”.
Avete ridotto il calcolo dell'indennizzo per i concessionari uscenti agli ultimi cinque anni, che poi, a ben vedere, sono soltanto tre, tre e mezzo, visto che, nello stesso periodo, come penso vi ricordiate, il COVID ha paralizzato questo Paese. Avete completamente ignorato che le modalità di questo calcolo, che non prevede la valorizzazione dei beni materiali, sono assolutamente inidonee a fotografare la realtà di quasi tutte le concessioni del Sud Italia; mentre cianciate di credito d'imposta come panacea dei mali dell'impresa di questo Paese, una buona volta vi volete rendere conto che fare impresa al Sud è diverso che farlo al Nord, che l'accesso al credito, impossibile da Roma in giù, di fatto, ha impedito a centinaia di imprenditori di fare altro che ordinarie manutenzioni dei propri lidi balneari negli ultimi anni? Vi volete rendere conto che, mentre nascondevate la testa sotto la sabbia e prendevate in giro il Paese, avete impedito che le misure di sostegno alle imprese a valere sui fondi comunitari potessero essere utilizzate in assenza di una prospettiva pluriennale di mantenimento della concessione? Migliaia di piccoli e piccolissimi imprenditori balneari, da Nord a Sud dell'Italia, soggetti che con fatica avevano effettuato una transizione verso forme di impresa vere, strutturate, con questo provvedimento sono lasciate al loro destino. L'indennizzo inadeguato a riconoscere gli investimenti fatti dalle imprese sarà lo scoglio sufficientemente alto per impedire ad altre aziende a conduzione familiare e alle imprese piccole e medio-piccole di partecipare alle gare. E sapete a favore di chi? Dei gruppi finanziari che non vedono l'ora di mettere le mani sulle concessioni. Da anni, le procure di mezza Italia lanciano allarmi sul rischio che la criminalità penetri nel settore. Complimenti, ci siete riusciti. Da veri patrioti, avete consentito alla finanza internazionale, anche a quella che scherma proventi illeciti, di fare comodi shopping nel settore, con tanti saluti al made in Italy tanto caro a voi.
Il PD aveva proposto una norma anticoncentrazione, sia per limitare il numero di concessioni accumulabili, sia con piccoli ma decisivi favori per avvantaggiare le imprese di minori dimensioni, le imprese giovanili, quelle con finalità turistico-ricettive. Questa proposta, come tantissime altre, è stata spazzata via. Ne ricordo solo alcune a titolo esemplificativo, perché rimanga a verbale: gli emendamenti per estendere la base di calcolo degli indennizzi, che - come ho già detto - saranno ridicoli; le proposte per innalzare la durata minima delle prossime concessioni, che, allo stato, resta ferma a cinque anni, un periodo insufficiente per ammortizzare gli investimenti e che si tradurrà in zero investimenti; la proposta per cambiare le regole sulle opere inamovibili, ferme al 1949, che costituiranno un'ulteriore beffa per i concessionari uscenti, visto che, eventualmente, potranno essere obbligati, su richiesta del subentrante, a rimuoverle a loro spese; gli emendamenti sui pertinenziali, che sono cosa completamente diversa dei balneari per costi di gestione e regime di tassazione, ma vengono ingiustamente trattati allo stesso modo; e infine, come ricordato, la questione delle spiagge libere, che non trova nemmeno uno straccio di tutela nel vostro testo.
L'ultimo capitolo di questa storia allucinante lo avete scritto proprio nelle settimane di esame in Commissione. Un esame per modo di dire, perché assomiglia sempre di più a quella messinscena che ci proponete dall'inizio di questa legislatura. Ci fate ancora presentare gli emendamenti, perché lo prevedono i Regolamenti parlamentari, ma, se fosse per voi, potremmo anche evitare questo passaggio, che ormai diventa ogni volta più umiliante per tutti, per noi e per voi.
Questa volta abbiamo visto persino i colleghi della maggioranza agitarsi in Commissione, chiedendo accantonamenti su accantonamenti per rimandare il giorno del giudizio. Quel giorno è arrivato finalmente e ha la forma di un bel calcio nel sedere al nostro, ma anche al vostro, lavoro. Ecco perché si può accettare che nel nostro lavoro non si abbia rispetto, ma le proposte che noi portiamo in quest'Aula e nelle Commissioni vengono da fuori, dal mondo reale, dalle persone, dalle imprese, che ci implorano di ascoltare i loro bisogni. Sono loro che state calpestando quando ci impedite di svolgere qui dentro il nostro lavoroMi permetto di fare un appello ai pochi colleghi della maggioranza presenti, che escono tremendamente sconfitti da questa partita. È la centesima volta che vi fate prendere per i fondelli dal Governo ed è la centesima volta che il Governo vi mette a tacere con la fiducia. Ricordatevi che siete parte integrante dell'unico organo costituzionale depositario della volontà popolare.
Non è mai troppo tardi per un sussulto di dignità e non è mai troppo tardi per testimoniare la vostra esistenza in vita. Per chiudere, Presidente, con questo provvedimento si compie il disastro fatto dalla destra italiana sulle questioni balneari.
Dalle promesse ai tristi risultati c'è proprio passato il mare, ma sotto forma di uno tsunami, che si abbatterà sul lavoro e sul sacrificio di 7.000 imprese e di 60.000 lavoratori circa. Il Partito Democratico sarà ovviamente e ostinatamente dall'altra parte