Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 30 Ottobre, 2024
Nome: 
Andrea Gnassi

A.C. 2038-A

Grazie, Presidente. Mi verrebbe da dire, come di rito e consuetudine, onorevoli colleghi e colleghe; ma siccome ce ne sono talmente pochi, Presidente, almeno che l'intervento del Partito Democratico sul decreto Salva Infrazioni rimanga agli atti, perché poi, magari, anche nell'azione politica che il Partito Democratico, il nostro gruppo, farà, daremo conto a comuni, regioni, territori e imprese della sostanza del merito e dell'attenzione che il Governo e la maggioranza hanno dedicato al punto centrale di questo decreto, che è l'applicazione della direttiva Bolkestein.

Avete detto bugie, fatto emergere illusioni, avete fatto credere o avete illuso tanti operatori e tanti comuni che si potesse uscire dalla Bolkestein. Oggi arriviamo a questo decreto che, sostanzialmente, per una serie di provvedimenti, seppur nella decretazione d'urgenza, seppur con la fiducia, prevede una serie di modifiche che ci vedono sostanzialmente d'accordo, ma il punto politico è la Bolkestein, e l'attenzione che quest'Aula dedica a questo tema così importante è la fotografia della sostanza di quanto il Governo dedichi attenzione e merito a questo tema. Non c'è il Governo, non c'è un Ministro che sia, visto che la Bolkestein attiene alle dimensioni tematiche dell'ambiente, del Paese nostro marino, un Paese bagnato da mari, solcato da venti, paesaggi naturali e, ovviamente, un decreto che, con la Bolkestein, parla di turismo. L'assenza dell'ancora - forse - Ministro Santanche' nel dibattito sulla Bolkestein è di per sé emblematica.

Prendiamo ad esempio solo quest'ultima dimensione, quella del turismo rispetto alla tematica della Bolkestein. Forse si sarebbe proprio dovuto partire da qui, almeno considerando la dimensione del turismo. Forse il Governo avrebbe dovuto mettere in campo, in questi anni, un pensiero strategico sul turismo, sul turismo balneare inteso come insieme di destinazioni turistiche costiere. Il turismo balneare è semplicemente la macro destinazione più importante del turismo italiano, pesa per il 32 per cento delle presenze turistiche in Italia, fa 143 milioni di presenze, su un totale di 446 milioni. Il contributo al PIL del turismo balneare al turismo è intorno al 27 per cento, e se il PIL turistico è vicino ai 105 miliardi, quello balneare è intorno ai 30. Una annotazione di merito, magari, casomai ci ascoltasse il “forse Ministro” al Turismo. Oltre la metà della capacità ricettiva riguardo al turismo in generale in Europa si trova, in Europa, in regioni sulla linea di costa. Si potrebbe continuare citando i dati sull'occupazione, sulle presenze, sul contributo al PIL del turismo in Spagna, Grecia, Francia, così tanto per dire di che asset strategico è il turismo e il turismo balneare.

Il Governo avrebbe potuto chiedersi se agire su un piano e con proposte che guardavano al medio-lungo periodo, per costruire una prospettiva, un modello di sviluppo del turismo balneare sostenibile e credibile, se non altro perché sarebbe stato più competitivo con gli altri Paesi europei. Niente di tutto ciò. Sulla Bolkestein avete preferito sempre e siete andati avanti di illusioni, bugie, proroghe alle concessioni: tutte sempre dichiarate in contrasto, le proroghe, con l'ordinamento comunitario da tutti gli interventi giurisprudenziali.

È vero, la tematica ha attraversato molti e diversi Governi, ma qui c'è un punto politico: la vostra maggioranza, questo Governo, la destra in generale, i vostri partiti hanno sposato un'operazione sempre di natura propagandistica a fini puramente elettorali, promettendo agli operatori del settore la fuoriuscita dalla direttiva Servizi, che avrebbe evitato l'esperimento delle gare.

Avete sconfessato l'accordo con l'Europa stabilito nel 2021 con il Governo Draghi con la legge sulla concorrenza: procedure di evidenza pubblica, sì, e diritto dell'Italia a disciplinare con una sua legge quadro seria le stesse procedure di gara. Lo hanno fatto tutti gli altri Paesi europei, noi no. Non avete voluto dare seguito né all'accordo né alla legge sulla concorrenza del 2021, che dava appunto delega al Governo per l'emanazione di criteri omogenei, rigorosi, stabiliti e resi seri grazie al confronto con gli enti concedenti le concessioni: i comuni, le regioni, gli operatori e tutti gli stakeholder del settore.

Avete illuso e perso tempo. “Ne usciremo dalla Bolkestein”, “mai nelle mani dei burocrati di Bruxelles”: ma qui le citazioni - tanto la politica è fatta molte volte di parole a vuoto - è meglio terminarle. Avete affidato, non si sa a chi, probabilmente a Fitto, un'ultima tardiva negoziazione, che ha portato a un decreto con criteri che ha criticità così evidenti che tra non molto ci dovrete tornare sopra, creerà contenziosi e procedure impossibili. Questo perché, come diceva il collega D'Alfonso, le procedure per l'affidamento delle concessioni non sono semplicemente francobolli da appiccicare a un'eventuale domanda. Non avete fatto l'interesse del Paese, non avete dato prospettive.

Fitto, si diceva, che magari ha negoziato per lui e non per l'Italia, che sulle concessioni ha fatto come con le politiche di sviluppo per il Sud. Sì, perché il nostro Mezzogiorno si ritrova con politiche per lo sviluppo che hanno un quarto degli incentivi per le imprese, con cancellazione di ogni sgravio contributivo; esattamente come il nostro turismo balneare, che navigherà per 3 anni nel caos, per poi, dato i criteri che non avete messo nelle gare, trovare magari la grande finanza estera e internazionale al posto delle piccole e medie imprese diffuse. Occorrevano criteri seri e rigorosi, che tenessero conto delle specificità delle coste italiane e delle diversità dei territori; criteri omogenei, ma frutto di un confronto serio con il resto del Paese, con le regioni e con i comuni.

Perché le gare sulle procedure per le concessioni riguardano - lo dico al Ministro competente, che, ovviamente, non sappiamo qual è, sicuramente non quello al turismo - ciò che ci può e poteva essere sotto la linea del demanio, ma sono infatti gli stessi comuni che sviluppano i piani dell'arenile, cioè le funzioni sotto la linea del demanio. Questi piani dell'arenile i comuni avrebbero dovuto farli coerentemente con i criteri della Bolkestein, ma non li avete neanche chiamati al confronto per mettere, ad esempio, la pianificazione territoriale e urbanistica prospiciente le spiagge in relazione con i criteri per le nuove concessioni.

Si chiama “amministrare”, si chiama “guardare”, si chiama “approfondire”, si chiama “investire sull'autonomia appropriata”, non “differenziata”, coinvolgendo gli enti come i comuni, che fanno progettazione di lungomare e progetti di sistema per la depurazione e per la lotta al dissesto idrogeologico, con un indirizzo volto, nella maggior parte dei casi, alla riqualificazione ambientale sostenibile. Niente di tutto ciò. Per la disciplina italiana attuativa della Bolkestein si sarebbe dovuto coinvolgere, insomma, un intero sistema Paese, dalla ricerca all'associazionismo impegnato sulla frontiera dei temi ambientali.

Non so se vi può dire qualcosa o se può dire qualcosa al Governo, al di là del dovuto minuto di silenzio per le vittime ora in Spagna, il climate change. Climate change: i territori e i sindaci ne sanno qualcosa, sia in termini di ingressione marina ed erosione che in termini di piano di salvaguardia della balneazione Parliamo di spiagge, coste e mari, nonché di concessioni balneari per usufruire di spiagge, coste e mari stessi. Ma quale, se non questa, sarebbe stata l'occasione per definire un pensiero, una visione del sistema Italia sui suoi mari? Basta prendere il report Mare Monstrum o leggere le procedure di infrazione europea per gli scarichi a mare di acque reflue inquinate. Paghiamo centinaia di milioni di euro e non vi è una risorsa che sia una per la depurazione, anche dove ci sono concessioni e balneazione.

Insomma, si poteva e si doveva fare meglio. Si doveva fare una legge quadro sulle concessioni, costruendo criteri, ascoltando gli stakeholder e coinvolgendo il Paese. Oggi nell'articolo 1 del decreto-legge Salva infrazioni, cioè quello della Bolkestein, non c'è nulla, non c'è nulla sui criteri, che non individuano gli adeguati ed equi indennizzi che il concessionario uscente dovrà avere magari dal subentrante.

Avete sbandierato polemiche a vanvera. Ricordo quelle della Ministra Santanche', che ha fatto parlare The Sun, Bild, Frankfurter Allgemeine Zeitung per le sue improvvide dichiarazioni rispetto alle spiagge libere in mano a tossici e degrado (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Bild ha intitolato con le parole del Ministro sulle spiagge italiane. Sempre la Ministra diceva: non permetteremo mai agli stranieri di invadere le nostre spiagge, voglio mangiare gli spaghetti alle vongole.

Peccato che non avete accettato le proposte emendative del Partito Democratico sul numero massimo di concessioni a cui poter partecipare e in aggiudicazione. Questo aprirà e spalancherà le porte ai grandi gruppi, certo finanziari, anche stranieri, alla faccia del tessuto articolato delle piccole e medie imprese. Non si tratta di mantenere e di difendere uno status quo che doveva entrare nelle regole del mercato e nella concorrenza.

 Finisco, Presidente. Si tratta solo che, quando cambi un modello dopo 70 anni, devi capire in che direzione vai. Noi non lo sappiamo, i grandi gruppi internazionali si appresteranno a vincere le gare nelle spiagge italiane. Questo è il Governo dei patrioti e questo è quello che farà sul turismo balneare. Per tutto un insieme di ragioni, Presidente, al netto degli altri provvedimenti contenuti nel decreto Salva infrazioni, alla luce del grande tema politico che è quello della Bolkestein, noi, il nostro gruppo del Partito Democratico esprimerà un voto contrario.

Lo esprimerà sapendo che ci dovremo tornare sopra e sapendo che dovremo dare una mano, non tanto al Governo, ma al Paese, per fare il decreto attuativo che entro marzo dovrà essere fatto per definire l'attuazione dei criteri.

Avete lasciato il Paese allo sbando, avete lasciato il turismo del Paese allo sbando. Non ci fermeremo alla denuncia, lavoreremo nel merito e chiameremo regioni e comuni a costruire i pezzi dei decreti attuativi, cosa che voi non avete fatto.