Discussione generale
Data: 
Lunedì, 11 Novembre, 2024
Nome: 
Gian Antonio Girelli

Vai alla mozione

Grazie, Presidente. Indubbiamente, il collega De Maria ha ben illustrato le motivazioni della mozione depositata riguardo alle aree interne, facendo un'adeguata elencazione delle criticità di quei territori, dei fenomeni di particolare preoccupazione che sono in essere e un elenco anche molto preciso delle possibili azioni per andare in controtendenza, per intervenire in quella che è una vera e propria emergenza. Dopo aver appena sentito l'intervento dell'esponente di maggioranza risulta estremamente difficile fare un ragionamento di merito, vista la deriva di speculazione politica che è stata fatta attorno a questo argomento, visto che in maniera davvero incredibile si è voluto difendere il valore

delle autonomie locali, dei comuni e delle piccole comunità, quando si è reduci dall'aver approvato una riforma, un ulteriore passaggio sull'autonomia differenziata che, invece, consegna a questo Paese un indubbio centralismo regionale che nulla ha a che fare con l'autonomia locale, che nulla ha a che fare con la storia dell'autonomia di questo Paese e che ha molto a che fare con certe involuzioni autoritarie che sinceramente poco hanno a che fare con il rispetto dell'identità, della natura e dell'essenza dei territori, specie di quelli marginali.

Noi abbiamo, invece, il dovere di affrontare questo tema uscendo anche da una lettura, che spesso viene data, di area interna, quasi che siano aree sfortunate dove vivono persone sfortunate, che, ahimè, il destino ha fatto nascere lì e che devono fare i conti con situazioni che hanno bisogno di qualche intervento quasi caritatevole da parte del Governo e del governante di turno, quasi come una concessione data. In realtà, le aree interne sono una gran parte del territorio di questo Paese - certo dove vivono meno persone, dove vivono sempre meno persone - e hanno bisogno non tanto di leggi specifiche, magari raffazzonate come quella che è appena stata approvata al Senato riguardo alle zone montane, ma hanno bisogno, nel momento in cui legiferiamo in ogni settore, specie in quelli più delicati che riguardano i servizi alle persone, di sapere che incidono su un Paese che è fatto di tante realtà diverse fra di loro, in cui vi sono gli agglomerati urbani, le città, le città metropolitane, le periferie, le periferie più difficili di altre e le zone montane.

Quindi, legiferare significa avere la capacità di consegnare alla lettura e all'interpretazione dei territori la possibilità di adattare alle singole caratteristiche quelli che sono degli obiettivi generali. Per questo quando si stanziano delle risorse bisogna tener conto che in alcuni casi non è la semplice suddivisione matematica, facendo attenzione all'uso delle calcolatrici, uso che andrebbe sempre fatto nel distribuire le risorse, ma tenendo conto che in alcuni casi i parametri da usare devono essere profondamente diversi, perché quando si parla di sanità, quando si parla di scuola, quando si parla di cultura, quando si parla di trasporti, quando si parla di tutte le cose che le persone cercano e di cui ravvisano la necessità di avere a disposizione questo significa, quando si parla di aree interne, fare qualcosa di diverso e di più rispetto alle cinture urbane. Quando si parla anche di possibilità di visione del futuro per le persone che vivono in quelle aree significa fare un forte investimento che ha a che fare, appunto, con quello che dicevo prima, ma anche con la capacità di vederle in maniera diversa dal punto di vista culturale.

Allora, credo che se noi non riusciamo veramente a far comprendere alle giovani e ai giovani che possono vivere e realizzare il loro progetto di vita anche vivendo in quelle realtà, potendo accedere a percorsi formativi, potendo svolgere lavori anche di particolare interesse che, comunque, fanno parte delle loro aspirazioni anche vivendo in quelle realtà, noi difficilmente riusciamo ad andare in controtendenza. Mi verrebbe da dire, anzi, che molte delle riflessioni che sono nate - e purtroppo che sono state anche già dimenticate - durante l'emergenza COVID rispetto al valore dell'abitare e al dove abito e molte delle potenzialità che, anche con l'esercizio del lavoro e della formazione, ci sono state consegnate sempre attraverso quest'emergenza, nonché - mi verrebbe da dire - anche molti di quei richiami, un corretto rapporto uomo-ambiente - certo ha a che fare anche con l'incombente negazionismo, che sempre di più sembra dilagare in giro per il mondo - e il valore che queste aree possono fornire proprio come capacità di dare gli esempi storici di convivenza positiva tra uomo e natura possono diventare delle chiavi di lettura, degli strumenti su cui puntare per investire sulle aree interne.

Infatti, se accanto alle risorse e anche nelle decisioni non vi è questa consapevolezza, questo coinvolgimento e questa partecipazione allora rischiamo di fare delle operazioni proprio di retrovia, cercando di salvare il salvabile senza riuscirci.

Certo, questo implica, però, anche un modo diverso di ragionare in quest'Aula, perché significa rompere questo meccanismo dove da parte di chi governa c'è quasi sempre la necessità di giustificare la sua non azione nella colpa di chi c'era prima. Chiunque governi può parlare di chi c'era prima, può parlarne anche malissimo - tanto cosa gli costa - peccato che, in realtà, dovrebbe ricordarsi che viene misurato su quello che fa. Nello specifico, io vedo che si fa molto poco e molto male, perché vedo che con i fondi del PNRR si accusano i comuni e i territori di non saperli spendere, invece della confusione generata al Governo. Vedo che su ogni non attività che viene fatta in sanità o sulla scuola o sul trasporto pubblico locale, la legge di bilancio, che andremo tra poco ad affrontare in maniera un po' più seria in Commissione bilancio poi in Aula, è lì a dimostrare dove vengono postate le risorse o, meglio, dove non vengono postate le risorse.

Dal punto di vista, invece, culturale io credo che quanto ho sentito anche poc'anzi ci dimostri come siamo su direzioni diametralmente opposte. Sì, è vero: il risultato delle elezioni è quello che diceva benissimo il collega. Io però voglio ricordargliene anche un altro di risultato delle elezioni: la disaffezione al voto, anche nelle aree interne; le molte persone che decidono di non votare. Ecco, la maggioranza è bene che sappia che con questa mozione noi ci prendiamo l'impegno di volerci occupare proprio di questo, delle persone che pensano che la politica sia inutile, che non sia capace di dare le risposte, per far comprendere che non è prestando disattenzione alla politica, che continuerà a incidere su di loro, ma è prestando attenzione alle diversità delle proposte, tra chi ha un'idea e conosce e pensa di avere comunque una serie di messe in campo di azioni concrete verso i loro bisogni, ma soprattutto verso le loro speranze.