Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 19 Novembre, 2024
Nome: 
Lia Quartapelle Procopio

Grazie, Presidente. Questa mozione nasce per iniziativa dell'onorevole Richetti, che ringrazio, durante la carcerazione del dissidente russo Vladimir Kara-Murza. Vladimir Kara-Murza è un esempio luminoso dell'amore per il proprio Paese e del coraggio della nuova generazione di dissidenti russi, ed è - credo - giusto che in quest'Aula risuonino i loro nomi: Vladimir Kara-Murza, Ilya Yashin, Aleksei Navalny, Anna Politkovskaja, Boris Nemcov, Oleg Orlov. Alcuni sono vivi e sono liberi, altri sono morti, altri ancora sono ancora in carcere. Vladimir Kara-Murza è un giornalista, un politico, un attivista. Ha iniziato a fare politica con Boris Nemcov. Ha subìto due tentativi di avvelenamento nel 2015 e nel 2018, a seguito dei quali è sopravvissuto, ma ha sviluppato una grave neuropatia che gli rende più difficile camminare. Nel 2023 è stato condannato a 25 anni di carcere per le sue posizioni contro l'invasione dell'Ucraina ed è stato trasferito in Siberia. Ma il regime di Putin non gli ha mai perdonato soprattutto di aver collaborato con Sergei Magnitsky, l'avvocato che ha reso nota in Occidente una lista di oligarchi colpevoli di corruzione e di violazioni dei diritti umani, con cui ha fatto approvare negli Stati Uniti e poi in Europa la legislazione che permette di sanzionare chi viola i diritti umani, le persone individuali responsabili di gravi crimini contro i diritti umani. Sergei Magnitsky per questo lavoro ha perso la vita e Vladimir Kara-Murza è stato incarcerato.

Kara-Murza, per fortuna, nel corso di questi mesi è stato scambiato - il 2 agosto 2024 - insieme ad altri dissidenti. Artisti scambiati contro spie, giornalisti liberati e il regime si è fatto restituire trafficanti di armi, attivisti non violenti, lasciati liberi di raggiungere i propri cari in Occidente, contro assassini: è questa la differenza del valore che danno i regimi e le democrazie, è questa la faccia luminosa della dissidenza contro il volto oscuro del regime di Vladimir Putin.

Kara-Murza è solo uno dei tantissimi dissidenti russi che meritano il nostro supporto. Per questo la mozione chiede, a partire dal suo caso, di sviluppare un dialogo con l'opposizione democratica russa e la diaspora e di sostenere il percorso dell'esilio in Italia. Molti dei dissidenti russi restano ancora in Russia, a rischio di persecuzione. Tanti li abbiamo auditi in Commissione, grazie anche al lavoro della Presidente Boldrini. Queste sono persone che si sono sottratte agli obblighi di leva, sono persone legate a organizzazioni che sono state, nel corso degli anni, etichettate come agenti stranieri o estremiste, sono persone che rischiano procedimenti penali per la presunta diffusione di informazioni false sulle Forze armate, per aver violato la legge sulla cosiddetta propaganda gay, quindi magari semplicemente per aver amato la persona di cui si sono innamorati, o per aver partecipato a manifestazioni contro la guerra; c'è addirittura il paradosso di persone che sono in carcere o sono state in carcere per aver fatto delle manifestazioni da sole, con un cartello bianco in mano perché non potevano scrivere “guerra”, una parola che oggi, in Russia, è proibita: la guerra di aggressione contro l'Ucraina si chiama operazione speciale. Molti di loro sono morti: penso, tra tutti, ad Aleksei Navalny, ucciso in carcere dalla repressione crudele e al tempo stesso spaventata di Vladimir Putin.

Per capire chi è Vladimir Kara-Murza, vorrei pronunciare in quest'Aula le parole che lui stesso ha utilizzato il giorno della sua condanna, nel 2023, e che sono, secondo me, una testimonianza limpida, dura e precisissima di cosa sono i regimi, di che cos'è il regime russo. Kara-Murza, il giorno della sua condanna, ha detto: “Questo, al momento, è il prezzo che si paga in Russia per non volere stare zitti, ma so anche che verrà il giorno in cui le tenebre sul nostro Paese si disperderanno, in cui il nero sarà chiamato nero e il bianco bianco, in cui si riconoscerà ufficialmente che 2 più 2 fa comunque 4, in cui la guerra sarà chiamata guerra e l'usurpatore usurpatore, e saranno detti criminali quelli che l'hanno fomentata e scatenata, e non quelli che hanno cercato di fermarla”.

In Russia c'è chi è pronto a dire che il bianco è bianco e ad andare anche in esilio o in carcere, rischiando la vita per farlo. Ed è un bene che il Governo, con questa mozione, abbia accettato alcune proposte delle opposizioni per rendere più incisiva l'iniziativa italiana, che finora non è stata tra le prime a sostegno dei dissidenti russi. È un bene sostenere queste persone, perché sono loro il futuro della Russia libera e democratica. Sappiamo bene che la migliore promessa di sicurezza e stabilità a lungo termine del nostro continente risiede in una Russia democratica. L'Europa non sarà sicura finché in Russia ci sarà un regime. Ma sappiamo che la possibilità che queste persone - che lottano a caro prezzo per la libertà e la democrazia nel proprio Paese - possano costruire effettivamente un futuro libero per il proprio Paese, dipende molto da come evolverà l'aggressione russa contro l'Ucraina. Di fronte al loro coraggio, quindi, oggi non posso che porre una questione più politica, al di là del necessario sostegno e della necessaria solidarietà alla loro lotta. Mi chiedo, quindi, se noi, Occidente democratico, siamo in grado di capire che 2 più 2 fa 4, se siamo in grado, cioè, di guardare in faccia la realtà, mettendo da parte convenienze, viltà e calcoli elettorali, e se siamo in grado di farlo dopo che una telefonata a Vladimir Putin è seguita dal peggiore bombardamento sull'Ucraina dell'agosto del 2023. Vorrei capire se siamo in grado di leggere la natura del regime di Putin come risposta a quella telefonata e se siamo pronti a capire che ci stiamo illudendo su quanto il regime di Putin sia pronto e disponibile a negoziare. Lo dico anche rispondendo al collega Ricciardi, io credo che la vicenda di Kara-Murza sia profondamente legata alla vicenda del nostro sostegno all'Ucraina. Questi dissidenti sono dissidenti perché combattono il regime che, in questo momento, aggredisce l'Ucraina. Loro non potranno mai essere liberi, non potranno mai essere sicuri finché quel regime persisterà e, allo stesso modo, non ci sarà sicurezza sul continente europeo, finché quel regime persisterà. Quindi, non basta semplicemente esprimere solidarietà a votare a favore di una mozione, come farà anche il gruppo del MoVimento 5 Stelle, bisogna guardare in faccia la realtà, bisogna avere risolutezza, chiarezza strategica, che sono le cose che servono per fermare chi ha fomentato e scatenato la guerra. Lo dico anche dopo la decisione giusta dell'amministrazione americana di concedere la possibilità di utilizzare le armi di lungo raggio per colpire esclusivamente obiettivi militari russi in territorio russo. Questa decisione è una decisione che arriva tardivamente e che, se fosse arrivata prima, in modo meno rallentato, meno confuso, avrebbe permesso di risparmiare molte vite.

Ecco, chiedo a tutti noi - onorando, sostenendo, essendo a fianco di quegli uomini e quelle donne coraggiose, che combattono per un futuro diverso del proprio Paese -, se noi siamo in grado di guardare la verità in faccia, di raccontarla ai nostri cittadini e di fare tutto quello che è necessario perché l'aggressione russa, che è un'aggressione alla libertà dell'Europa, alle regole di convivenza, abbia un termine e perché si possa finalmente ristabilire una relazione feconda, fruttifera, europea con una Russia libera e democratica.