Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 3 Dicembre, 2024
Nome: 
Marco Simiani

A.C. 2022-A

Grazie. Illustre Presidente, colleghi e colleghe, se volessimo utilizzare una figura retorica in uso qualche anno fa potremmo sottolineare come si scriva “legge annuale per il mercato e la concorrenza” ma si legga “provvedimento approvato in tutta fretta per non restituire le risorse del PNRR”. Basterebbero queste brevi considerazioni per motivare il voto contrario del Partito Democratico, ma di fronte allo storytelling di questa destra, che crede di aver fatto ripartire il Paese, è bene approfondirne i contenuti.

Prima di tutto, come sempre, una puntualizzazione sul metodo. Questa legge, relativa all'anno 2023, è stata licenziata in Consiglio dei ministri nella seconda metà del 2024, peraltro poco prima di Ferragosto, mentre l'iter a Montecitorio è iniziato poche settimane fa. Ancora una volta, non solo i decreti, ma anche i disegni di legge vengono esaminati da un solo ramo del Parlamento, e sanciscono, di fatto, l'assoluta sottomissione e l'inesistente capacità di legiferare di questa maggioranza.

Fatta questa premessa, che è sempre necessaria, non dimentichiamo le continue invettive di Giorgia Meloni, quando dall'opposizione denunciava il bavaglio del Governo alle Camere. Prima di tutto, sui contenuti vediamo che ci sono dei punti di partenza che voglio analizzare. La Commissione europea ha ripetutamente evidenziato, nelle relazioni relative all'Italia inerenti alla valutazione dei progressi fatti in materia di riforme strutturali, prevenzione e correzione degli squilibri macroeconomici, gli ostacoli alla crescita della produttività e agli investimenti, sottolineando la necessità di affrontare la restrizione alla concorrenza, specialmente nel commercio al dettaglio e nei servizi alle imprese. Infatti, come volevasi dimostrare, in questa legge non ci sono assolutamente norme sul commercio al dettaglio e sui servizi alle imprese, nonostante una crisi devastante.

Infatti, secondo le ultime stime, nei primi tre mesi del 2024, il comparto del commercio al dettaglio ha registrato una scomparsa di 9.828 imprese, circa 1.000 unità in più del periodo dello scorso anno. Un settore, quindi, per cui questo Governo non ha fatto ancora niente, e basta vedere i contenuti della legge di bilancio e, soprattutto, del decreto fiscale.

Continuando sui rilievi dell'Unione europea, rimangono numerosi settori critici: va migliorata l'efficacia della pubblica amministrazione, per renderla più reattiva alle esigenze delle imprese e dei cittadini; va semplificato l'ambiente imprenditoriale, ed in primo luogo vanno ridotti i tempi delle sentenze del sistema giudiziario; va ridotta l'evasione fiscale; vanno potenziati gli investimenti di ricerca e innovazione nella forza lavoro; vanno contrastati con rapidità ed efficacia i cambiamenti climatici.

Se vediamo, infatti, con attenzione i settori critici dell'Unione europea, emerge drammaticamente come questi comparti non siano stati affrontati nel provvedimento che stiamo esaminando, e tutte le politiche di questo Governo sono completamente in antitesi rispetto a tali principi: tagli al settore della giustizia, nella pubblica amministrazione, nella lotta al dissesto dei comuni e i condoni fiscali, che sono ripetuti, vanno nella direzione opposta rispetto a ciò che avrebbe bisogno il nostro Paese per aumentare la competitività e creare un sistema efficace ed equilibrato per la concorrenza.

Ora che abbiamo visto quali sono i settori di intervento mancanti, dobbiamo analizzare il disegno di legge. Infatti, il testo affronta il riondino delle concessioni autostradali sulla rilevazione dei prezzi e degli usi commerciali delle start-up. Per il secondo anno di seguito, ci troviamo in presenza di un disegno di legge che è debole riguardo alla rimozione degli ostacoli regolatori, all'apertura dei mercati, alla promozione della concorrenza e alla tutela dei consumatori. Nonostante evidenti carenze durante l'esame delle Commissioni referenti, quasi tutte le proposte del Partito Democratico, finalizzate proprio a migliorare il testo, sono state sistematicamente respinte.

Per quanto riguarda le concessioni autostradali, pur prendendo atto delle norme concernenti le disposizioni che regolamentano proprio la messa a gara, è stato fatto poco o nulla, soprattutto sul garantire tariffe sostenibili agli utenti, investimenti innovativi ed efficaci e, soprattutto, nella tutela dei lavoratori coinvolti. Avevamo pronto un pacchetto di emendamenti che andavano in questa direzione, ma sono stati sistematicamente bocciati. La maggioranza, infatti, ha respinto altri nostri emendamenti, volti proprio a: prevedere una motivazione qualificata e rafforzata in caso di affidamento in house; introdurre nei bandi l'obbligo di inserire le clausole sociali per i lavoratori; realizzare impianti lungo le autostrade per la produzione e la vendita di energia rinnovabile; rendere obbligatoria la trasmissione del Piano economico finanziario, anche attraverso l'Anac.

Sono stati, inoltre, bocciati altri nostri emendamenti che prevedevano la penalità per i concessionari inadempienti e misure per garantire il rispetto dei contratti collettivi nazionali. Insistendo, soprattutto con grande fatica, siamo riusciti ad approvare alcuni emendamenti su due norme: quanto alla prima, si stabilisce un momento determinato e preciso per l'adozione, da parte del Ministero dei Trasporti e delle infrastrutture, del decreto di approvazione della proposta definitiva di convenzione; quanto alla seconda, invece, si vuole rendere il sistema più equilibrato e sostenibile, prevenendo i limiti e i parametri specifici in caso di deroghe, per dare, quindi, qualche certezza in un contesto normativo debole e parziale.

Per quanto riguarda, invece, la disposizione sulla rilevazione dei prezzi ad usi commerciali, il Governo non ha dato prova di sé. Infatti, è subentrato su delle competenze proprie dei comuni, sulle strutture amovibili funzionali all'attività dei servizi pubblici locali, soprattutti i cosiddetti dehor. Infatti, il provvedimento proroga di un anno le norme emergenziali e, infatti, viene da ridere, perché questa norma è regolata dalla norma COVID-19, e in un Governo e in un Parlamento in parte negazionista viene veramente da ridere. Si tratta di una delega che nega il principio dell'assunzione di responsabilità da parte dei sindaci solo alle amministrazioni locali.

Poi c'è la parte del trasporto pubblico locale, degli NCC. Infatti, su questo punto, invece di poterlo rafforzare, avete contrastato l'abusivismo grazie al Ministro Salvini, che combatte almeno 28.000 imprese che si stanno mobilitando perché vogliono lavorare onestamente, con regole impossibili. La maggioranza che ha parole critiche e poi va in Aula e vota compattamente sempre contro gli emendamenti del Partito Democratico. Questa cosa deve assolutamente finire.

L'altra cosa che volevo dire è proprio in merito alla questione legata alla deroga per quanto riguarda le attività private nel servizio sanitario. Ecco, su questo aspetto - permettetemi - oggi avete veramente superato voi stessi. Siete riusciti a prorogare una legge che era, in questo caso, la legge Draghi sulla concorrenza, che dava la possibilità alle aziende di poter concorrere diminuendo, cercando di far risparmiare la sanità e, invece, questo procedimento che voi avete messo in campo, di fatto, rimette in piedi le stesse risorse per due anni, facendo un favore netto alle imprese private, senza pensare agli interessi pubblici.

L'altro aspetto che vorrei in questo caso evidenziare: un emendamento importante che riguardava il telemarketing. Voi avete in questo caso detto “no” al fatto di riuscire a togliere a molti italiani quel fastidio che ogni giorno tempesta molte famiglie e molti utenti, dando la possibilità in questo caso di ricevere telefonate senza senso, mettendo in difficoltà molti cittadini. L'altro aspetto che volevo dire, e così concludo, riguarda il fatto che voi vi ergete molte volte come i paladini del mercato libero. Ecco, voi non siete i paladini del mercato libero, voi state conservando, come sta avvenendo anche con questo disegno di legge, l'attività che in questi due anni avete montato in campo, rendendo fermo il mercato invece di stimolarlo nella crescita e nella possibilità di attivare un percorso anche positivo. Concludo, Presidente, segnalando alcune cose: in parole povere metto in risalto questo aspetto: voi oggi portate avanti questo disegno di legge, sicuramente lo portate avanti con convinzione, ma vi posso dire che oggi gli italiani sono da un'altra parte. Credono nel mercato libero, credono nella concorrenza e credono in un'Italia giusta, che riguarda, soprattutto, non solo le start-up, ma anche le imprese. Da parte nostra diamo un voto contrario su questo disegno di legge. Per questo, vi ringrazio.