Signor Presidente, prendo la parola, oggi, in Aula, per ricordare la scomparsa, 25 anni fa, di Nilde Iotti. Lo faccio in quest'Aula che l'ha vista protagonista, per più di quarant'anni, dell'attività parlamentare e per quasi 13 anni come Presidente della Camera dei deputati. Per me è un onore ricordare una figura così alta e rappresentativa della storia della Repubblica.
Nilde Iotti fu, infatti, membro dell'Assemblea costituente e nella Commissione che lavorò alla stesura fece parte di quel Comitato per i diritti civili che gettò le basi per una Carta attenta alle donne, ai loro bisogni e alle loro rivendicazioni. Il Parlamento fu per Nilde Iotti il luogo del compimento dell'esperienza politica maturata nella Resistenza, in Emilia, dove era nata e cresciuta; poi, all'università, a Milano, il lavoro all'UDI, l'Unione donne italiane, e, infine, l'approdo nelle file del Partito Comunista. Nilde Iotti non smise mai di ricordare il contributo delle donne nella lotta antifascista e, qui, in Parlamento, favorì sempre le leggi che ne promuovessero l'autodeterminazione, la libertà, la conciliazione di lavoro, cura e famiglia, sempre dalla parte delle donne, di tutte le donne, dei loro bisogni e del loro pieno riconoscimento nella società.
Nilde Iotti credeva fermamente nella centralità del Parlamento, un obiettivo a cui ha consacrato tutta la sua vita politica, per tenere fede a un impegno che sentì vivo e nato da moltissimo tempo in un periodo buio e tragico del nostro Paese, come lei stessa definì il fascismo e, poi, la lotta di liberazione. Fu sempre ferma nella convinzione che nel Parlamento debba essere riconosciuta e mantenuta la sede più alta del confronto e il centro della vita politica e istituzionale. Pose le istituzioni al di sopra delle ragioni di parte, con uno scrupolo che, a volte, le attirò anche critiche dal suo stesso partito, ma rimase sempre fedele a una profonda cultura democratica, assumendo per sé il compito difficile, non solo, di prestare ascolto, ma, anche, di farsi carico delle ragioni degli altri e favorirne una sintesi.
Nilde Iotti ha lasciato un'impronta importante in questa istituzione: il dialogo tra maggioranza e opposizione, le prime aperture ai cittadini - per la prima volta, la biblioteca della Camera che porta il suo nome fu accessibile a tutti -, la necessità di aggiornare la Costituzione e attuarla, difendendone però sempre i principi fondanti. Insomma, nel suo ricordo ritroviamo i capisaldi di un agire che ancora oggi ci parla, a noi, donne e uomini delle istituzioni, e, forse, a noi donne che più di altri lavoriamo in Parlamento e fuori per una società più giusta, più inclusiva e rispettosa delle differenze.
Oggi, è giusto ricordarla e ringraziarla per il suo servizio alle istituzioni della Repubblica.