“Il caso della diffida al caseificio vegano a S. Giovanni Persiceto (BO) è solo l’ultimo di una serie di attacchi e restrizioni che vanno a penalizzare il settore dei prodotti a base vegetale. Se è vero che le parole 'latte', 'formaggio', 'burro' devono essere usate, in base alle regole europee, solo per alimenti di origine animale, è altrettanto vero che le cose stanno cambiando e opporsi con questo accanimento al cambiamento è illogico. La recente sentenza della Corte di giustizia europea ha sancito che non si può vietare di chiamare burger o polpetta un prodotto di origine vegetale, non si capisce perché debba rimanere in vita un divieto asimmetrico per le parole latte, burro, formaggio. Le ultime indicazioni europee, contenute nel rapporto sul Dialogo Strategico sul futuro dell’agricoltura in UE parlano proprio di sostegno alla transizione verso prodotti plant based e di una possibile revisione delle regole sull’etichettatura degli alimenti. Chi sceglie oggi di consumare e di produrre alternative vegetali ha motivazioni etiche, climatiche, ambientali, salutiste, e non può essere costantemente penalizzato. Dobbiamo fare l’opposto. Sostenerle!” Così si legge nell'interrogazione della deputata dem Eleonora Evi al ministro dell'Agricoltura Lollobrigida sull'eliminazione qualsiasi restrizione oggi presente sull'etichettatura per i prodotti a base vegetale.