A.C. 2112-bis-A
Grazie, Presidente. Diciannove miliardi, Ministro: sono queste le risorse che mancano da qui al 2030 e, quindi, ha tanto lavoro da fare per provare a risollevare il nostro sistema sanitario nazionale, oggi in grande affanno. Lo diciamo con preoccupazione e rammarico, perché questa è una legge di bilancio molto lontana dalla necessità della sanità pubblica, con interventi ampiamente insufficienti. Il Fondo è di 136,5 miliardi: di fatto, si aggiungono 1,3 miliardi rispetto a quanto già stanziato nel bilancio del 2024.
Nonostante le scenette con la calcolatrice, che sono un insulto ai 4,5 milioni di italiani che rinunciano alle cure, vi è un'evidente riduzione degli investimenti sulla sanità rispetto alla ricchezza prodotta dal Paese. Evidentemente - lo diciamo con forza - il rafforzamento del sistema sanitario e la tutela della salute non sono una priorità per il vostro Governo. Il Fondo sanitario nazionale scende dal 6,12 per cento del 2024 al 5,7 del 2029. Non si è mai toccata una cifra così bassa: siamo al minimo storico, addirittura sotto al 6 per cento. Tutte le altre sono bugie, poco rispettose e raccontate a reti unificate.
In questa manovra, infatti, non c'è il piano straordinario di assunzioni di medici e infermieri che avevate promesso; non c'è l'abolizione del tetto di spesa per il personale; non ci sono risorse adeguate per restituire attrattività al sistema sanitario, visto che le indennità di specificità sono solo delle briciole, al pari di quelle che avete dato ai pensionati, che, grazie a voi, si pagheranno un caffè, ma non tutti i giorni, una volta al mese.
Andate, dunque, a spiegare agli infermieri perché avete trovato solamente 7 euro o a un medico perché avete trovato solamente 17 euro, a loro che hanno già gli stipendi più bassi d'Europa, mentre siete stati bravissimi, e lo siete dall'inizio, a finanziare opere faraoniche, come il ponte sullo Stretto, o a fare opere di propaganda, come i centri in Albania, utili solo a ciò che vi riesce meglio: la propaganda, con cui ogni giorno prendete in giro gli elettori, i cittadini italiani, con una legge, anche questa, che vede tante mance e mancette, senza quella visione strategica che un Paese come il nostro si merita.
Approfitto di questa occasione per esprimere, a nome del Partito Democratico, la nostra vicinanza e solidarietà al personale sanitario, ai medici, agli infermieri, ai dirigenti, perché è grazie a loro che il sistema sanitario si tiene in piedi, al loro impegno, alla loro dedizione, alla loro passione civile, alla loro professionalità. Se non investiamo per rendere le professioni sanitarie attrattive e riconoscere loro la giusta dignità, affosseremo per sempre il sistema sanitario e perderemo risorse straordinarie. Lo dico perché, secondo l'OCSE, la spesa sanitaria crescerà, fisiologicamente, in media, del 2,6 per cento ogni anno, fino al 2040, a causa del costo dei farmaci e delle tecnologie sanitarie, dell'invecchiamento della popolazione e dell'inflazione.
Gli incrementi previsti dalla manovra al 2025 sono ben al di sotto di questa soglia, e non saranno, dunque, sufficienti a mantenere il passo, lasciando il nostro sistema sanitario sempre più indietro. Dico di più: gli incrementi annuali del Fondo sanitario nazionale non sono sufficienti a coprire nemmeno le misure che avete previsto. Cosa significa questo? Che le regioni, per riuscire a realizzare tutti gli obiettivi della legge di bilancio sulla sanità, dovranno fare delle scelte drastiche, razionalizzare la spesa, tagliare i servizi, aumentare l'Irpef. Ma dico di peggio, lo dico ai colleghi che sono in Commissione bilancio: l'articolo 47, quello deputato al rifinanziamento del Fondo sanitario nazionale, è uscito dalla Commissione bilancio peggio di come è entrato.
Abbiamo tolto da quell'articolo 469 milioni di euro per andare a finanziare molte altre opere, a discapito sempre della sanità pubblica. Avete, dunque, intenzione di affrontare il problema o preferite continuare a gettare la polvere sotto il tappeto? Lo dico perché, quando uscirete dal vostro mondo fantastico, parallelo, dove tutto va bene, provate ad interrogarvi e ad ascoltare i bisogni: la crisi del personale sanitario, che abbandona il sistema sanitario per turni massacranti, stipendi inadeguati, casi di violenza quotidiani; l'aumento esponenziale della spesa a carico delle famiglie, con gli italiani che rinunciano alle cure e chi è costretto a spostarsi da una regione all'altra; i pronto soccorso affollati e gli enormi disagi causati dalle lunghe liste di attesa; la fuga dalle specializzazioni dei nostri giovani; la mancanza di medici di base - lo ricordo, ne mancano 3.100 - e le difficoltà che hanno alcune regioni nel rispettare i LEA, che dovrebbero essere un indicatore di uniformità delle prestazioni e che, oggi, invece, sono diventati la certificazione delle disuguaglianze territoriali; e poi i ritardi del PNRR.
Questo è l'elenco di un fallimento, anzi di una tragedia annunciata rispetto alla quale non avete mai voluto confrontarmi. Voi, chiusi nei vostri palazzi e molto occupati a farvi i fatti vostri, lontani dai bisogni degli italiani. Lo ricordo perché a me la storia del Sottosegretario Gemmato ha molto colpito. È una questione etica, di opportunità perché il Ministro e tutti i suoi collaboratori sono i primi che devono essere i garanti della sanità pubblica e del diritto alla salute per tutti. Evidentemente, non è così perché il disegno è molto chiaro. Il disegno è quello di smantellare la sanità pubblica e favorire gli interessi dei privati. La fatica in cui oggi versa il sistema sanitario nazionale è la migliore pubblicità per la sanità privata e di quanti fanno affari sulla pelle dei cittadini. Sì perché oggi abbiamo già un sistema duale, quello del sistema sanitario destinato curare le fasce sempre più fragili della popolazione e la sanità privata che accoglie i ricchi e i benestanti. È una strada pericolosa, sulla quale è necessario interrogarci perché ci chiediamo e vorremmo sapere: ma vi interessa qualcosa dei cittadini italiani? Avete bocciato le nostre proposte. Quelle sulla sanità: i 5,5 miliardi che come opposizione abbiamo proposto nel prossimo triennio per sostenere il sistema sanitario nazionale, i 400 milioni per il superamento del tetto per le assunzioni e un miliardo per la prevenzione. Nessuna disponibilità al dialogo, ma vi rendete conto che le risorse che non mettete voi, che non mette lo Stato, le mettono i cittadini di tasca propria? Il messaggio che passa è disarmante: è quello di uno Stato che non c'è, che abbandona i suoi cittadini al loro destino, sulla sanità come su altro, mentre si continua a favorire l'evasione fiscale, a condonare tasse, sanzioni, multe, comprese quelle dei no-vax, che mettono in crisi i bilanci di comuni ed enti locali. Una beffa giornaliera, uno schiaffo ai cittadini onesti, a chi paga le tasse, a chi si vaccina perché ogni scelta individuale possa garantire un beneficio collettivo. E mi stupisco della sudditanza del Ministro Schillaci, un medico che sa bene come il piano vaccinale sia uno strumento strategico di politica sanitaria pubblica per proteggere la popolazione. È vero. Abbiamo contribuito a migliorare questa legge di bilancio con alcuni emendamenti e ne siamo orgogliosi, ma è una goccia in un mare di niente. Penso all'emendamento che ha superato la norma transitoria per i medici specializzandi del decreto Calabria. Penso al rifinanziamento dei test NCS per le malattie rare e la diagnosi precoce. Penso al finanziamento del bonus psicologo e al Fondo per la psicologia scolastica. Certo, abbiamo fatto qualche passo avanti, ma questa è una legge di bilancio pesante che suona il de profundis della sanità pubblica italiana, al di là dei vostri proclami populisti su inesistenti investimenti record e toni trionfalistici che - mi dispiace dirlo - abbiamo sentito anche in quest'Aula. C'è un lungo elenco di fatti e i fatti sono testardi come la verità. È di questo che dovete render conto perché il sistema sanitario è un investimento sul futuro del Paese, sulla sua competitività, sulla sua attrattività. È il presupposto per costruire il benessere di un'intera comunità. Da qui, dalla serietà delle politiche pubbliche messe in campo si misura il grado di maturità, di civiltà di un Paese, che si dovrebbe fondare su uguaglianza, universalismo, equità, giustizia sociale, parità. Siamo su una strada pericolosa. Siete su una strada pericolosa che mette a rischio la democrazia. Fermatevi finché siamo in tempo. Parliamone. Ascoltate le richieste di aiuto, non del Partito Democratico, e chiudo, ma dei cittadini italiani perché è a tutti loro che voi e noi, insieme, dovremo rendere conto.