Data: 
Mercoledì, 8 Gennaio, 2025
Nome: 
Chiara Braga

Presidente, intervengo associandomi alla richiesta del collega Ricciardi e rinnovando, a nome del mio gruppo, il gruppo del Partito Democratico - e lo ricordo dopo averlo fatto ben 2 mesi fa, lo scorso 12 novembre -, la richiesta che il Governo, la Presidente Meloni venga in Aula a dirci esattamente quali sono i termini di quel negoziato che ha in corso con Elon Musk, di cui crediamo, salvo smentite effettive, che abbia parlato anche in questi ultimi giorni, di quali sono i termini di un'interlocuzione confermata sempre di più da voci autorevoli, qual è il costo di questa operazione e quale interesse viene spartito tra l'uomo più ricco del mondo e il nostro Paese.

Non è sufficiente la smentita, che poi non è una smentita, letta nella velina di Palazzo Chigi, quando da giorni, sugli organi di stampa, una delle agenzie più accreditate, Bloomberg, e anche alcuni esponenti di Governo autorevoli, come il Vice Premier Salvini - e non l'ultimo Sottosegretario, con tutto il rispetto per i Sottosegretari -, rilanciano riferimenti, più o meno espliciti, a questa contrattazione in corso, e lo stesso Elon Musk usa la sua piattaforma per scambiarsi complimenti e civetterie proprio con Salvini.

Allora, noi vogliamo semplicemente sapere dalla Presidente del Consiglio se è vero che sta impegnando il nostro Paese su una cifra rilevante di un miliardo e mezzo per questa fornitura, perché noi sappiamo che siete abituati agli sprechi, come gli 800 milioni per i centri per gli immigrati in Albania che sono completamente vuoti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

È inaccettabile, però, che una spesa di questo tipo possa essere pensata - non sancita - senza i necessari passaggi di informazione e di condivisione con il Parlamento, di verifica dell'esistenza di un effettivo interesse nazionale, che non può essere discusso nelle segrete stanze, neanche dall'altra parte dell'oceano, ma che chiede un confronto pubblico e trasparente in Parlamento; perché l'aspetto più preoccupante di questa vicenda - lo abbiamo denunciato in questi giorni - è l'ipotesi di affidare a un interlocutore straniero dati sensibili, che sono in possesso dello Stato, in cambio di servizi di telecomunicazioni, con informazioni che interessano il Governo di una delle più grandi democrazie del mondo e che di fatto determinerebbero l'uscita del nostro Paese dalla dimensione europea nella gestione di servizi strategici di cui riconosciamo l'assoluta rilevanza.

Guardi, oggi è ancora più urgente che la Meloni venga in Parlamento a riferire su questa vicenda perché non solo sono inaccettabili - lo diciamo - la disinvoltura e la superficialità con cui si trattano questi temi, ma anche perché abbiamo preso atto che c'è una spaccatura all'interno della sua maggioranza. C'è Forza Italia, che esprime l'altro Vice Premier, il Ministro degli Affari esteri, che frena sul progetto, a riprova di intendimenti più che seri che possono mettere in luce seri rischi sulla stabilità e sulla credibilità del nostro Paese.

Lo ribadiamo ancora una volta: l'Italia non si svende. Noi non lo consentiremo. Non vogliamo garantire che venga messa nelle mani di un privato con queste caratteristiche, che non è solo un uomo d'affari ma che ha chiari interessi politici che esercita con quegli interventi, ripetuti e gravissimi, sull'autonomia e sull'indipendenza della nostra magistratura.

Le chiediamo, Presidente, di farsi parte attiva perché questa richiesta, che - ribadisco - non è di oggi ma è da mesi che giace inevasa, trovi rapidamente una risposta da parte del Governo, anticipando che la ribadiremo anche nella Conferenza dei capigruppo che si svolgerà domani.