Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
la Polizia penitenziaria svolge un ruolo fondamentale non solo nella custodia e vigilanza dei detenuti, ma anche nel sostegno ai percorsi di rieducazione e di reinserimento sociale, contribuendo alla sicurezza della società e alla funzione rieducativa della pena;
la stessa polizia svolge una meritoria attività di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza, dentro e fuori l'ambiente penitenziario –:
se il Ministro interrogato, nell'ambito del bilancio del proprio dicastero, sia in grado di assicurare alla Polizia penitenziaria l'uso delle migliori tecnologie per svolgere tali compiti.
Seduta del 19 febbraio 2025
Illustrazione di Debora Serracchiani, risposta del Ministro della Giustizia, replica di Federico Fornaro
DEBORA SERRACCHIANI, Grazie, Presidente. Signor Ministro, la Polizia penitenziaria - come lei sa - svolge un ruolo fondamentale, non solo nella custodia e vigilanza dei detenuti, ma anche nel sostegno ai percorsi di rieducazione e di reinserimento sociale; contribuisce alla sicurezza della società e alla rieducazione della pena.
La stessa Polizia svolge - come lei sa - una meritoria attività di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza. Ebbene, Ministro, proprio per l'onorabilità delle donne e degli uomini della Polizia penitenziaria, sono giorni che si stanno addensando delle nubi sulla Polizia penitenziaria perché, da notizie di stampa, è l'unica forza che non ha smentito l'uso del cosiddetto spyware – cioè, del software di spionaggio Paragon – che, come sappiamo, ha ascoltato almeno sette cittadini, tra cui un giornalista direttore di un importante quotidiano online.
Ministro, ci dica, è in grado di assicurare, come Ministero, alla Polizia penitenziaria l'uso delle migliori tecnologie per svolgere tali compiti? E se sì, come e quando?
CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Grazie alla collega. Allora, darò alcune cifre per mettere, gli appartenenti al Corpo, in condizione di esercitare questo difficile compito. Con la legge di bilancio n. 207 del 2024, abbiamo stanziato 2 miliardi e 104 milioni per l'anno 2025. Due miliardi e 100 milioni per il 2026. Due miliardi e 280 milioni per il 2027.
Nello specifico, per i servizi tecnico-logistici della Polizia penitenziaria - automezzi, equipaggiamento, vestiario, armamento, strumentazioni, comunicazioni radio e body cam - è previsto uno stanziamento di circa 3 milioni di euro.
Per l'acquisto di tecnologie di sicurezza, droni, apparati per il contrasto all'introduzione di oggetti non consentiti all'interno degli istituti - come i metal detector a portale, eccetera - sono previsti 15 milioni e 300.000 euro, circa.
Per quanto riguarda gli equipaggiamenti, abbiamo avuto - sono cifre un po' aride – 18.700 scudi antisommossa, 2.400 kit di difesa passiva di ordine pubblico, 2.409 sfollagente e 10.200 caschi antisommossa.
Sono stati altresì implementati - e questo forse è anche più importante - gli impianti ed i presidi tecnologici in materia di sicurezza penitenziaria e, precisamente, i sistemi anti-drone - che secondo noi sono i più importanti - sono stati installati e, sono funzionanti, in 37 istituti di pena, mentre per altri 11 istituti sono in corso – ed in gran parte concluse - le relative procedure di affidamento.
Per i dispositivi jammer mobili - che sono anti-drone - ne risultano dotati venti istituti ed è in corso la predisposizione degli atti di gara per ulteriori 25 istituti.
Sono stati distribuiti circa 6.000 dispositivi mobili e tecnologici per la prevenzione e la repressione delle attività illecite all'interno degli istituti penitenziari (jammer, metal detector manuali, eccetera) e sono stati realizzati 70 interventi su impianti di videosorveglianza, sia interni che esterni agli istituti penitenziari.
Infine, è in corso di realizzazione un progetto sperimentale di schermatura, rivolto a due istituti pilota, per un costo complessivo di 3 milioni di euro. Abbiamo un'interazione di software per l'elaborazione di immagini basate su intelligenza artificiale di allarmistica.
FEDERICO FORNARO, Signor Ministro, i dati che ha appena letto testimoniano l'importanza del ruolo della Polizia penitenziaria, ma noi siamo preoccupati - fortemente preoccupati - per come lei e il Governo non siano tutelando l'immagine della Polizia penitenziaria.
Il calendario del 2025 - oggetto di un nostro precedente question time - in cui veniva oscurato il dettato costituzionale: l'articolo 27, con la funzione rieducativa della pena. Poi il tema del sovraffollamento delle carceri, su cui il Governo è inerme, rende ogni giorno più difficile il lavoro della Polizia penitenziaria.
Poi, da ultimo - lo ha già ricordato la collega Serracchiani -, la vicenda oscura, inquietante, dell'uso dello spyware Graphite Paragon, dove - stando alle notizie di stampa - tutte le Armi di polizia hanno smentito di avere in uso questo strumento, tranne la polizia penitenziaria.
Per questa ragione noi avevamo fatto una semplice domanda a lei, Ministro, e gliela ripetiamo: la Polizia penitenziaria ha avuto in uso lo spyware Graphite? Bastava rispondere: no, e la questione era chiusa; oppure sì, e a quel punto, casomai, mettere elementi di chiarimento riservati al Copasir. Invece voi, continuando a non rispondere, state voi alimentando i sospetti su di un uso improprio e grave di questo strumento da parte della Polizia penitenziaria, siete voi - con il vostro operato - che state gettando ombre sul comportamento di apparati dello Stato, perché spiare il direttore di un giornale online come “FanPage” è un atto da Stato di polizia, da sistemi autoritari, e voi, invece di chiarire in Parlamento, nel luogo della sovranità popolare, cosa fate? Secretate.
Di che cosa avete paura, signor Ministro? Che cosa c'è da nascondere? Non vi daremo, democraticamente, tregua. Noi continueremo a farvi queste domande, perché amiamo la democrazia, la Costituzione e perché, per noi, la libertà di stampa è sacra.