Al Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. — Per sapere – premesso che:
da recenti dichiarazioni a mezzo stampa il Ministro interrogato avrebbe confermato che la spesa effettiva dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza si attesti a circa 60 miliardi di euro, di cui 22 miliardi nel 2024, mentre, per completare il Piano entro il 2026, sarebbe necessario investire oltre 130 miliardi di euro in due anni e che sia necessario mettere a punto una nuova revisione del Piano;
al 18 febbraio 2025 risulterebbero ammessi ai finanziamenti solo 22 mila posti letto per studentati universitari sui 60 mila previsti e da una rivelazione resa nota da la Repubblica, il Ministro interrogato avrebbe comunicato al Ministro dell'università e della ricerca l'intenzione di «ridimensionare l'obiettivo dei sessanta mila nuovi posti letto ed inviare alla Commissione europea una richiesta di revisione»;
dalla medesima fonte, sembrerebbe, invece, che il Ministro Bernini sia intenzionata a trattare con l'Unione europea per modificare il criterio di rendicontazione e prorogare la scadenza fissata al 30 giugno 2026 o, in alternativa, ampliare il perimetro delle borse di studio;
in risposta ad un recente atto di sindacato ispettivo del gruppo del Partito democratico, presso la VII Commissione della Camera dei deputati, il Ministro Bernini avrebbe ribadito «l'intento di mantenere intatto il target finale dei 60.000 alloggi (...) Non siamo disposti a rinunciare all'obiettivo. Difenderò fino alla fine i fondi per gli studentati e il mio intento è spendere tutte le risorse che il Piano nazionale di ripresa e resilienza e il Governo hanno messo a disposizione per questo traguardo (...)»;
solo pochi mesi fa, in sede di valutazione della proposta di revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza del 24 novembre 2023, la Commissione europea ha approvato una modifica del target finale degli asili nido e delle scuole dell'infanzia, riducendo sia il numero da 264.480 a 150.480 e operando un taglio di 900 milioni di euro destinati all'avvio della gestione del servizio di prima infanzia –:
se intenda fornire informazioni riguardo alle misure e agli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza nell'ambito della riforma 1.7 sugli alloggi universitari, se siano oggetto di una nuova revisione, rimodulazione o stralcio o se si stia valutando l'ipotesi di una proroga oltre la scadenza del giugno 2026 e – in ogni caso – come intenda il Governo adoperarsi al fine di portare a compimento uno degli investimenti più importanti del Piano e garantire il diritto allo studio, realizzando i nuovi sessantamila posti letto per gli studenti universitari.
Seduta del 26 febbraio 2025
Illustrazione di Piero De Luca, risposta del Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, replica di Irene Manzi
PIERO DE LUCA, Grazie, Presidente. Caro Ministro, sul PNRR i conti non tornano, per questo vi regaleremo, dopo, una calcolatrice funzionante (Il deputato De Luca mostra una calcolatrice), considerando le difficoltà con i numeri anche della Premier Meloni. Il PNRR è diventato per colpa vostra il Piano nazionale dei ritardi e dei rinvii; la spesa è ferma al 50 per cento le risorse ottenute, ma al 30 per cento le risorse complessive; restano 130 miliardi ancora da mettere a terra. Serve un'operazione-verità. Negli anni scorsi avete fatto disastri, applicando la teoria di Salvini sui treni, per eliminare i ritardi, avete cancellato i progetti: avete eliminato 100.000 posti in asili nido, 500 case e ospedali di comunità; miliardi di euro di investimenti nelle periferie dei comuni e dalla stampa emerge che oggi avete volontà di tagliare 60.000 posti letto negli studentati universitari.
Le diciamo con forza una cosa con questo question time: questi progetti per noi non si toccano, sia chiaro. Il caro affitti e la carenza di alloggi sono una vera e propria emergenza. Non si tratta di piccoli interventi, ma di investimenti strategici per garantire il diritto allo studio a tutti gli studenti in ogni area del Paese.
Fermatevi. Lei dovrebbe essere il Ministro attuatore, non il commissario liquidatore di questo Piano nazionale di ripresa e resilienza; dovrebbe accelerare, non cancellare i progetti, come quelli sull'housing universitario; altrimenti, rischiate davvero di bruciare il futuro del nostro Paese.
TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Signor Presidente, faccio una precisazione, anche rispetto agli altri interventi: qui nessuno viene a dare i dati del lotto, vengono forniti dati che sono certi. Se altri non se li procurano, è un altro paio di maniche. Ma vi posso garantire che sulle piattaforme questi dati possono essere estraibili da chicchessia. Quindi, sotto questo profilo non accetto lezioni di trasparenza, perché la trasparenza c'è e fino in fondo. Poi, possiamo discutere se un obiettivo è raggiunto o meno. Guardate, pubblicherò, comune per comune, lo stato di avanzamento dei lavori e, regione per regione, lo stato di avanzamento della spesa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) -MAIE-Centro Popolare), perché è questo che bisogna fare, se si vuole un'operazione chiarezza.
Ma quanto alla domanda - perché lei sa che tutto il suo question time era, in realtà, rivolto alle residenze universitarie, mi scusi se rispondo a lei e non a la Repubblica, ma non sono interessato a rispondere a la Repubblica -, per quanto riguarda la dotazione finanziaria, è una dotazione finanziaria di 1.200 milioni riservata alle residenze universitarie, per trovare 60.000 nuovi posti per studenti universitari. A febbraio 2024, quindi, non oggi, un anno fa è stato emanato dalla Ministra Bernini un avviso, un decreto per un bando a sportello.
Questo bando a sportello chiedeva di mettere a disposizione alloggi per i quali vi era una disponibilità di 19.666,66 euro a posto letto, e, infatti, se fate la moltiplicazione, dà circa 1.200 milioni di euro. Questo contributo a che cosa è riservato? È riservato a garantire per tre anni un prezzo calmierato e una obbligatorietà di tenere per 12 anni vincolato a posto di alloggio universitario quello che viene messo a disposizione.
Ad oggi sono pervenute domande pari a 22.000 posti letto, quindi, non c'è nessun taglio. C'è una legge della domanda e dell'offerta, i soldi son tutti lì. Sono stati offerti 22.200 posti; abbiamo ottenuto dalla Commissione europea di abolire un vincolo, che era quello che riguardava la percentuale di alloggi singoli rispetto agli alloggi doppi e, quindi, oggi si può, chiaramente, andare senza più vincoli anche sugli alloggi doppi; sono state presentate ulteriori 2400 offerte di posti per un totale di 23 domande.
Ad oggi, non è stata inviata al Ministero, che io rappresento in questa sede, alcuna proposta di rimodulazione da parte del Ministro Bernini rispetto all'obiettivo del piano di 60.000 nuovi posti letto per universitari. Questo è tanto. Poi, come sapete, chi parla, raccoglie le proposte che vengono dai Ministeri, perché la riprogrammazione deve venire dai Ministeri e non viene fatta sicuramente da me, motu proprio. Aggiungo che, come è noto, vi è un articolo 2 del decreto-legge del 2024 che prevede poi la responsabilità per gli enti locali e per le amministrazioni centrali di rispettare gli obiettivi con le relative sanzioni.
IRENE MANZI, La ringrazio, signor Presidente. Ringrazio il Ministro per questa puntuale risposta, ma, in realtà, noi qui chiedevamo con la nostra interrogazione di sapere se effettivamente - della volontà della Ministra Bernini eravamo a conoscenza, perché proprio poche settimane fa aveva difeso a spada tratta, aveva proprio detto “difenderò fino alla fine i fondi per gli studentati” e di questo siamo felici. C'era una notizia, però, di cronaca pochi giorni fa, risponde a noi e non a la Repubblica, quindi. È la domanda però che tutti noi volevamo farle: ma è vero o meno?
Da parte del Ministero dell'Università non c'è questa volontà. Mi fa piacere sapere che non c'è neanche da parte del suo Ministero la volontà, come da notizie di stampa apprendevamo, di ridurre, di rivedere quell'obiettivo dei 60.000 posti letto, perché quello è un obiettivo chiave per garantire un principio di equità, per garantire un principio reale ed effettivo di diritto allo studio a favore degli studenti. Condivido le parole, avevamo posto anche con altri gruppi di opposizione quella richiesta alla Ministra Bernini, e anche noi saremo al fianco della Ministra Bernini in questo senso per difendere fino alla fine il raggiungimento di quell'obiettivo.
Pochi mesi fa gli studenti universitari hanno sollecitato questo tipo di interventi, hanno fatto anche delle proposte concrete per rimodulare, per migliorare; voi siete intervenuti spesso, avete creato anche un commissario specifico con il compito di attuare questa delega. Ma noi riteniamo che, purtroppo, questa domanda che oggi noi facevamo, questa richiesta di trasparenza, sostanzialmente, che noi vi abbiamo rivolto nasce da una preoccupazione. Il collega De Luca ha, giustamente, ricordato alcuni obiettivi che sono stati rimodulati proprio in materia di diritto allo studio e di diritto all'istruzione, l'obiettivo dei 100.000 posti degli asili nido.
Diciamo che c'erano dei fatti concludenti che ci facevano temere, in questo caso, che ci fosse una volontà di non raggiungere quell'obiettivo, proprio perché quelle parole d'ordine di effettivo diritto allo studio, di principio di equità, di consentire alle famiglie e agli studenti in particolar modo di avere accesso a una forma di residenze universitarie pubbliche, e quindi la possibilità di poter contenere quei costi degli affitti che gravano in maniera pesante e significativa sull'effettivo diritto allo studio…oggi da lei viene in qualche modo smentito, noi siamo molto lieti di questa informazione. Continueremo però nell'esercizio del nostro compito di opposizione a vigilare, perché quell'obiettivo non può essere mancato in nessun modo, a nostro avviso. Non è una questione di scaricabarile o di trasferimento di responsabilità sugli enti locali, come qualcuno ha provato a fare, si tratta di esercizio di un diritto costituzionale.