Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 11 Marzo, 2025
Nome: 
Irene Manzi

A.C. 2149

La ringrazio, signor Presidente. Arriviamo al termine dell'esame di questo provvedimento e penso che per una questione di onestà reciproca tra noi e per sincerità, colleghi, dovremmo ammettere una cosa che è emersa, tra l'altro, da questo dibattito. Ovvero che in questo momento - tra poco, quando approverete in via definitiva questo provvedimento - voi state perpetrando un colossale bluff ai danni delle università, degli studenti e delle loro famiglie. E lo dovreste ammettere, appunto, per serietà, oggi, ancora di più dopo quello che abbiamo ascoltato: le interviste e quello che si è ascoltato in Senato. Proprio perché oggi voi non state in alcun modo abolendo il numero chiuso a medicina, non state facendo un solo passo avanti per migliorare la qualità dell'accesso a quei corsi - nel nostro Paese -, non risolvete quelli che sono i problemi del servizio sanitario nazionale e non venite incontro alle necessità di studenti e famiglie, anzi, fate una cosa - se è possibile - anche peggiore: scaricate su di loro e sugli atenei gli effetti di quella che è una delega, sostanzialmente, in bianco, che voi - devo dire - avete anche la presunzione di dire che sarà applicabile immediatamente, già dal prossimo anno accademico, senza rispondere alle tante domande e ai tanti punti interrogativi che quella delega contiene in sé. Le uniche che alla fine beneficeranno, in realtà, degli effetti di questo provvedimento saranno proprio le università telematiche a cui - bocciando ogni emendamento presentato dall'opposizione, con la motivazione che questo non avverrà - di fatto, avete facilitato la costruzione di una prima offerta, di un primo semestre di corso e avete aperto le porte. A differenza vostra, però, non vogliamo - come Partito Democratico - limitarci agli slogan, proprio perché sappiamo bene che ci accuserete di essere conservatori, di non avere a cuore le aspettative degli studenti, e proprio per questo rimarco ancora una volta, in quest'Aula, che come Partito Democratico noi non ci siamo mai sottratti e non abbiamo mai negato la necessità di rivedere quelle che sono le modalità e l'attuale sistema di accesso ai corsi di medicina e chirurgia, tanto che abbiamo presentato non solo emendamenti, in quest'Aula, ma proposte di legge che sono abbinate a questo provvedimento. E i nostri emendamenti, che sono stati oggetto di questa discussione, lo hanno ripreso e ribadito più volte: dal superamento o dalla trasformazione del semestre in un anno, alla richiesta delle risorse finanziarie necessarie, alla necessità di chiarire e di rispondere a quelle domande che vi pongo ancora una volta. Al termine di quel semestre libero, come verrà formata la graduatoria nazionale che è prevista nella vostra delega per consentire, poi, il passaggio al successivo percorso di studi? Con quali criteri, con quali sistemi di selezione, come sarà organizzato il semestre libero? Perché la delega, questo, non ce lo dice. Come si svolgeranno le lezioni in quel semestre? In modalità in presenza o in modalità telematica? Perché ci chiediamo: come riusciranno le università a far fronte - in assenza di risorse, di un quadro chiaro di investimenti, di un numero adeguato di docenti - proprio a quella didattica che voi aprite?

Questo testo allora, colleghi, risponde davvero a quelle che sono le necessità, i bisogni e la vocazione dei ragazzi e delle ragazze? Questo testo e questa delega non ce lo dicono in nessun modo perché - come è stato scritto - questo testo, con l'apertura che farà alle telematiche, creerà, di fatto, una sproporzione drammatica tra quella che è la richiesta di formazione e l'offerta formativa che si sarà in grado di offrire. Perché i laboratori, le aule e i letti a disposizione sono diminuiti, e non infierisco sul tema - ricordato dall'ordine del giorno dei colleghi di Alleanza Verdi e Sinistra - relativo al numero dei posti letto e degli studentati previsti, appunto, come obiettivo del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Oltre a questo, è diminuito anche il personale docente. Quella che soffrirà di più sarà proprio la qualità dell'insegnamento e l'uguaglianza stessa delle opportunità che voi pensate di dare agli studenti.

Ebbene, con questa delega in bianco voi spostate in avanti il numero chiuso; lo spostate avanti, in realtà, di sei mesi, senza aggredirne l'iniquità e senza affrontare quei reali temi e quelle reali questioni di difficoltà che gli studenti affrontano ogni giorno. Ebbene voi state scaricando una bandierina - perché questo provvedimento è una bandierina - sulle famiglie e sugli atenei. Non solo, non state affrontando e non state mettendo in campo nessuna misura per venire incontro - e questa è la seconda obiezione che vi rivolgiamo - a quelli che sono i problemi del servizio sanitario nazionale, perché questa misura non consentirà di avere più medici, e c'è un tema che va ricordato in quest'Aula: il numero dei medici che accedono, il problema che si verifica, l'imbuto che si verifica realmente è quello relativo alle specializzazioni. Il numero di laureati è pari - anzi, è superiore - a quella che è la media europea. Leggete i dati della Fondazione Gimbe, ascoltate le audizioni che avete snobbato, purtroppo, nella Commissione competente. Il tema è quello delle retribuzioni dei medici - e proprio per questo i medici hanno scioperato -, il tema è quello di tipologie di specialità che non hanno medici a sufficienza e che non sono in grado di rispondere a quella domanda - che in quest'Aula avete ricordato - da parte degli utenti, dei pazienti che si rivolgono al servizio sanitario nazionale. E c'è un tema di attrattività del servizio sanitario nazionale che voi non garantite, che non avete garantito neanche nell'ultima legge di bilancio, con i dati impietosi che vi abbiamo ricordato ogni volta, sia in termini di investimento sul servizio sanitario nazionale, sia in termini di investimento su quello che è il settore dell'università e la ricerca. In questo campo abbiamo assistito al taglio di 800 milioni di euro del Fondo di finanziamento delle università, al blocco al 75 per cento del turnover e all'obbligo di restituire quel 25 per cento, da parte delle università, al Ministero dell'economia e delle finanze. Una tagliola che avete applicato a carico della ricerca e che si riverbererà ulteriormente sul sistema che andate a costruire. Perché c'è un tema serio di sostenibilità della ricerca e del futuro del sistema universitario, perché i piccoli atenei - con i tagli che voi state applicando - rischiano davvero di fallire, ed è impossibile non parlare di questo nel momento in cui affrontiamo un provvedimento come questo.

Allora voi potete continuare a dire, in quest'Aula, che avete abolito il numero chiuso e i test di ammissione ma fra sei mesi, purtroppo, i nodi verranno al pettine. Tutti si accorgeranno che non è così, si accorgeranno che avete scaricato sulle università telematiche e sull'insegnamento da remoto l'assenza di welfare e l'assenza di condizioni di qualità per gli studenti e per le studentesse per poter studiare all'interno delle università, ignorando - tra l'altro - quanto hanno ribadito nelle audizioni - e non solo -le rappresentanze studentesche, i docenti, le università, i medici, i rettori e i sindacati. È giusto allora, colleghi, fare un'operazione di verità e dirsi la verità, in quest'Aula, proprio per quelle famiglie che investiranno speranze e risorse per la formazione dei loro figli, perché questo provvedimento - per come è concepito - rischia davvero di sfasciare le università di medicina.

Infine, c'è un ultimo aspetto che, in questo bluff, andrebbe svelato: cosa accadrà il prossimo anno accademico? Come si regoleranno le iscrizioni? Ci sarà davvero - come anche la Ministra, ieri, ricordava - un semestre libero sin dal prossimo anno accademico? Ecco, mi dispiace che ora la Ministra non sia in Aula ma rivolgo indirettamente, per il tramite del Presidente e della Sottosegretaria Siracusano, questa domanda al Governo, perché è la domanda che, là fuori, continuano a farci gli studenti, giorno per giorno, preoccupati - sì, preoccupati - di quello che può essere il loro percorso formativo, perché gli studenti e le studentesse - in questo momento, con una delega scritta in questo modo - non sanno davvero che cosa accadrà loro nel prossimo anno accademico.

Oggi si approva una legge delega che è confusa e pasticciata. Chiediamo, quindi, a gran voce, che si risponda presto ai nostri interrogativi. Oggi, approvando tra poco questa legge, colleghi, agitate cinicamente una bandierina a scapito del sistema universitario e delle aspettative di quei giovani che state illudendo. Non abolite il numero chiuso. Non date strumenti e criteri per selezionare gli studenti. Non date alle università gli strumenti per affrontare questo cambiamento. Non affrontate i problemi del Servizio sanitario nazionale, e non era facile farlo, ma peggiorate anche l'esistente.

Noi, in quest'Aula e nelle Commissioni, avevamo davanti una sfida: migliorare, cambiandole, le modalità di accesso ai corsi di medicina e chirurgia, assicurare un'offerta di qualità per gli studenti e preparare i migliori medici dell'Europa. Con la vostra propaganda, oggi, siamo davanti all'ennesimo obiettivo fallito, con una legge che è solo una bolla di sapone pronta a scoppiare nelle mani del Governo. A questa cinica operazione di propaganda, noi non intendiamo prestarci.

Ed è per questo che annuncio il voto contrario del gruppo del Partito Democratico.