11/03/2025
Silvia Roggiani
Guerra, Quartapelle Procopio, Ubaldo Pagano, Lai, Mancini, Ghio, Ferrari, Casu, Fornaro
3-01800

Al Ministro dell'economia e delle finanze. – Per sapere – premesso che:

   il 5 marzo 2024 è stato rinnovato il contratto collettivo nazionale di lavoro delle cooperative sociali, con efficacia 2023-2025, che ha dato il giusto riconoscimento al lavoro con un incremento del 15 per cento, legato al necessario recupero dell'inflazione;

   tale incremento si traduce in un significativo incremento di costo per le stazioni appaltanti da riconoscere negli importi a base di gara in occasione di nuovi affidamenti;

   per quanto riguarda gli appalti in corso, invece, la situazione è estremamente complessa e diversificata, essendo la revisione dei prezzi legata alla data dell'affidamento, così che per quelli effettuati prima del 27 gennaio 2022 la revisione dei prezzi sembrerebbe applicabile solo se inserita negli atti di gara, mentre per quelli post 27 gennaio 2022 è obbligatoria la previsione negli atti di gara della clausola di revisione dei prezzi;

   il decreto legislativo 31 dicembre 2024, n. 209, correttivo del codice dei contratti pubblici, ha modificato la clausola di revisione dei prezzi, prevedendo che la soglia che fa scattare la clausola passi dal 5 per cento al 3 per cento, con il riconoscimento del 90 per cento dei costi sopraggiunti per motivi oggettivi;

   tale parziale soluzione è stata, però, limitata agli appalti di lavori e non a quelli di servizi e forniture, al quale continua ad applicarsi la soglia del 5 per cento con il riconoscimento dell'80 per cento, ora applicato solo sulla cifra eccedente;

   l'assenza, di fatto, di efficaci meccanismi di revisione prezzi per gli appalti di servizi, rischia di determinare l'impossibilità, in molti casi, per i soggetti appaltatori di proseguire nell'esecuzione dei servizi e danneggia fortemente i lavoratori del settore;

   è necessario garantire ai contratti di durata pluriennale ad esecuzione continuata o periodica un meccanismo efficace, obbligatorio e automatico di revisione dei prezzi in condizioni ordinarie, che includa anche il costo dei rinnovi contrattuali e, in via straordinaria, di adottare un impianto di revisione dei prezzi applicabile a tutti i contratti in essere;

   è necessario, altresì, riconoscere alle stazioni appaltanti e, in particolare, agli enti locali, le risorse finanziarie necessarie ad assicurare gli incrementi contrattuali, per quanto riguarda sia i nuovi affidamenti sia quelli in corso –:

   quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, per trovare soluzione alle questioni esposte in premessa, a tal fine garantendo risorse in favore degli enti locali anche mediante l'istituzione di un apposito fondo per il riconoscimento degli incrementi contrattuali negli appalti di servizi.

Seduta del 12 marzo 2025

Illustrazione di Ubaldo Pagano, risposta del Ministro dell'Economia e delle finanze, replica di Silvia Roggiani

UBALDO PAGANO, Grazie, Presidente. Vede, Ministro, lo scorso anno è stato rinnovato il contratto collettivo delle cooperative sociali che garantisce un aumento salariale mediamente del 15 per cento per il triennio 2023 - 2025. Il problema è che questo incremento viene interamente scaricato sulle stazioni appaltanti, che molto spesso sono enti locali e quindi diramazioni dello stesso Stato, peraltro in modo diverso. Per i nuovi affidamenti, i maggiori costi vanno ad ingrossare gli importi a base di gara, mentre per gli appalti in corso la situazione si presenta a caotica e completamente senza controllo perché legata a doppio filo alla data dell'affidamento. Ora, le recenti modifiche del codice degli appalti hanno comportato, solo per i lavori, l'abbassamento della soglia di attivazione della revisione prezzi, prevedendo in quel caso soglie più elevate e un riconoscimento parziale per i servizi. Quindi, da una parte abbiamo appaltatori di fatto impossibilitati a garantire i servizi e dall'altro abbiamo una grossa fetta di lavoratrici e lavoratori del settore che non si vedono riconoscere l'aumento che gli spetterebbe.

Allora, è chiaro. Manca un meccanismo efficace di revisione dei prezzi per gli appalti di servizi, come mancano le risorse per gli enti locali per assicurare gli aumenti contrattuali. Il Governo, finora, ha guardato dall'altra parte e per questo le chiediamo una risposta chiara e netta per risolvere la questione.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dell'Economia e delle finanze. Signor Presidente, onorevoli colleghi, in riferimento al quesito posto dagli onorevoli interroganti riguardante alcune criticità che il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per le lavoratrici e i lavoratori delle cooperative sociali potrebbe determinare sugli appalti di servizi in corso, premetto che si tratta di tematica che coinvolge in via prevalente aspetti giuridici connessi al riconoscimento dei maggiori costi prima ancora che aspetti economici attinenti al finanziamento delle misure di equilibrio.

Si tratta, d'altronde, di materia di competenza prevalente del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, influenzata dall'evoluzione normativa degli ultimi anni. Osservo che la vigente disciplina ha confermato l'obbligatorietà dell'inserimento di clausole di revisione prezzi e con il decreto legislativo correttivo n. 209 del 2024 ha differenziato le soglie tra appalti di lavori e appalti di servizi e forniture e riconosciuto espressamente per le stazioni appaltanti la facoltà di inserire ulteriori meccanismi ordinari di adeguamento dei prezzi contrattuali all'andamento dell'inflazione, garantendo, pertanto, margini di elasticità che il semplice rimando a soglie predeterminate potrebbe non assicurare.

Il codice prevede, inoltre, la possibilità di ricorrere alla rinegoziazione del contratto secondo buona fede qualora i meccanismi di revisione prezzi non garantiscano il principio di conservazione dell'equilibrio contrattuale. Resta, ovviamente, il tema dei contratti pregressi e della disciplina intertemporale agli stessi applicabile, anche in riferimento all'incremento dei costi del lavoro a seguito dei rinnovi contrattuali. Si tratta di un aspetto estremamente delicato, che, tuttavia, non può essere valutato al di fuori delle regole delle procedure di gara a tutela di tutti i concorrenti e delle relative offerte.

Si tratta di un aspetto che è stato di recente affrontato dal Consiglio di Stato nella pronuncia n. 453 del 2024 che ha affermato che le stazioni appaltanti sono tenute a valutare la tenuta economica dell'offerta nel tempo dell'esecuzione del contratto con riguardo al costo del personale impiegato, il cui aumento, derivante dal periodico rinnovo dei contratti collettivi di lavoro applicabili al settore, non dovrebbe essere considerato un evento imprevedibile, ma una normale evenienza di cui l'imprenditore dovrebbe sempre tener conto nel calcolo della convenienza economica dell'offerta presentata in gara. Tanto premesso, il Governo seguirà con attenzione la problematica esposta, riservandosi di assumere le eventuali iniziative nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica.

SILVIA ROGGIANI, Grazie, Presidente. Da un lato, francamente, non possiamo dirci soddisfatti di questa risposta che è iniziata sostanzialmente con il Ministro che si è dichiarato incompetente rispetto alla materia che stiamo trattando.

Qui io vorrei ricordare che stiamo affrontando dei temi - due, anzi tre - che voi state contrapponendo, ma che in realtà, invece, andrebbero affrontati tenendoli assolutamente insieme. Da un lato, il lavoro dignitoso di lavoratrici e lavoratori delle cooperative sociali che sono importantissime per il ruolo che svolgono nel nostro Paese, anche supplendo ai servizi che lo Stato dovrebbe fornire. Lavoratrici e lavoratori che finalmente hanno ottenuto un rinnovo contrattuale che aspettavano da tempo e che hanno tutto il diritto di vederselo riconosciuto; ma del resto noi sappiamo che, rispetto alla questione del lavoro dignitoso, come ci avete dimostrato con il salario minimo, l'attenzione non è altissima.

Dall'altro lato, però, abbiamo un tema che, Ministro, la riguarda tantissimo che è quello dei nostri sindaci. I nostri comuni sono chiamati a dare servizi alle famiglie e a chi è più fragile. Ecco, stiamo parlando di nidi, stiamo parlando di disabilità, stiamo parlando di sostegno, di vita delle persone; la vita sia delle persone coinvolte nei servizi, sia delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno diritto ad avere un salario dignitoso. Lo ribadisco.

Avete affamato i comuni, Ministro, e questo lei lo sa bene. Ci avevate promesso che non avreste fatto più tagli. Nella scorsa legge di bilancio per cinque anni ci sono stati 250 milioni di tagli agli enti locali. Quest'anno intervenite di nuovo sulla spesa corrente perché quell'importo di 1,4 miliardi di accantonamenti, che chiedete ai comuni fino al 2029, sono tagli alla spesa corrente. Come fanno i comuni a far fronte oggi, senza una soluzione, a questi aumenti?

Allora, noi vi abbiamo proposto, anche in questo question time, due soluzioni o due richieste. Una è legislativa e ci auguriamo che lo possiate fare rispetto agli appalti. Perché lei lo ha detto, ma guardi che non c'è oggi una disciplina che permette davvero, rispetto a quel 3 per cento, di andare a intervenire. La seconda è la questione di un fondo: creiamo un fondo, come avete fatto con il COVID, per permettere ai comuni di affrontare questo tema. Purtroppo, ci avete detto - e spiace dirlo - che non vi interessa né delle lavoratrici e dei lavoratori delle cooperative, né delle cooperative, né dei comuni e delle famiglie. Ci auguriamo che arrivino queste risposte normative che, invece, lei forse nell'ultima parte del suo discorso ha annunciato