Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
nel mese di agosto 2025, l'interrogante ha preso parte a una visita ispettiva presso l'hotspot di Pantelleria, struttura destinata all'accoglienza temporanea di cittadini stranieri rintracciati sul territorio e al loro fotosegnalamento, gestita in convenzione con la prefettura di Trapani e con la presenza costante delle forze dell'ordine;
secondo quanto dichiarato dalle autorità competenti, il centro di Pantelleria risulterebbe essere una «struttura aperta», come confermato dalla prefettura di Trapani, la quale ha riferito che al termine delle operazioni di fotosegnalamento i migranti possono entrare e uscire liberamente; la regolamentazione delle entrate e delle uscite è gestita dalle forze dell'ordine mediante appositi registri;
tuttavia, durante la visita è stato possibile constatare che tali registri risultano predisposti ma mai utilizzati, e che lo stesso personale di polizia presente ha confermato che non esce mai nessuno, contraddicendo di fatto l'affermazione della prefettura e dell'ente gestore circa la natura «aperta» del centro;
la sovrapposizione di competenze tra ente gestore e forze dell'ordine – con la prima che rimanda la responsabilità della gestione dei registri alla seconda e la seconda che dichiara di svolgere solo attività di identificazione e vigilanza – produce una zona grigia di responsabilità che rischia di inficiare la libertà personale delle persone trattenute;
inoltre, è emerso che non vi sono spazi privati all'interno della struttura, che le procedure di accertamento dell'età non risultano uniformi né trasparenti, e che l'informativa legale ai fini della richiesta di protezione internazionale viene fornita solo dopo le procedure di identificazione, compromettendo il pieno esercizio del diritto di asilo sancito dall'articolo 10, comma 3, della Costituzione;
ancora, durante la visita è stato confermato che ai cittadini stranieri vengono ritirati i telefoni cellulari al momento dell'ingresso, in assenza, però, di un provvedimento formale di sequestro e, parrebbe, sulla base di una circolare interna della Polizia di Stato non resa pubblica; il regolamento interno del centro – ottenuto tramite accesso civico – prevede infatti il «divieto assoluto di uso del cellulare, che verrà consegnato alle forze dell'ordine prima dell'ingresso nel centro»;
tali prassi, nel loro insieme, sollevano dubbi circa la conformità del funzionamento del centro di Pantelleria ai princìpi costituzionali e convenzionali di legalità, libertà personale, diritto alla comunicazione e accesso alla protezione internazionale, nonché alla normativa nazionale ed europea in materia di accoglienza e trattenimento dei migranti –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza delle situazioni descritte in premessa e se ritenga che le condizioni operative dell'hotspot di Pantelleria siano conformi alle norme vigenti in materia di libertà personale, diritto d'asilo e tutela della dignità dei cittadini stranieri ivi accolti;
quali siano le procedure effettivamente adottate per la gestione delle entrate e uscite dal centro e chi detenga la responsabilità giuridica della relativa registrazione e vigilanza e se vengano comunicati in maniera chiara alle persone ospitate i propri diritti e doveri;
quale sia la base giuridica o documentale che prevede la consegna o il trattenimento dei telefoni cellulari, e se tale prassi sia compatibile con il diritto alla comunicazione riconosciuto a livello costituzionale;
quali iniziative di competenza intenda adottare il Ministro interrogato per garantire la piena informazione legale e la possibilità effettiva di presentare domanda di protezione internazionale sin dal momento dell'ingresso nella struttura.