02/12/2025
Andrea Rossi
Malavasi
(3-02354

Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   organici adeguati e strutture pienamente operative rappresentano una condizione essenziale affinché il Corpo nazionale dei vigili del fuoco possa garantire con continuità gli interventi di soccorso tecnico urgente e la sicurezza dei cittadini;

   la stampa locale ha pubblicato, in data 21 novembre 2025, diversi articoli nei quali si dà conto di una condizione di particolare affaticamento del comando provinciale dei vigili del fuoco di Reggio Emilia, con riferimento a carenze di personale sia nei ruoli operativi sia nei ruoli di coordinamento (capisquadra e caporeparto);

   la provincia di Reggio Emilia presenta caratteristiche produttive, logistiche e infrastrutturali (corridoio autostradale A1-A22, distretti industriali, aree produttive a rischio e una rete di mobilità intensa) che richiedono una piena operatività del servizio di soccorso tecnico urgente;

   le rappresentanze del personale hanno inoltre evidenziato, a livello nazionale, come diversi comandi stiano registrando situazioni analoghe, anche a seguito dei pensionamenti in corso e dell'evoluzione dei percorsi di qualificazione previsti dalla riforma ordinamentale del corpo –:

   quale sia l'effettivo stato della dotazione organica del comando provinciale dei vigili del fuoco di Reggio Emilia, distinguendo tra personale operativo e personale dei ruoli di coordinamento, e se i dati pubblicati dalla stampa corrispondano alla situazione rilevata dal Ministro interrogato;

   se il Ministro interrogato ritenga che la consistenza attuale del personale sia adeguata a garantire la piena funzionalità dei turni, dei distaccamenti e dei servizi di soccorso in un territorio caratterizzato da un'elevata densità produttiva e infrastrutturale;

   quali misure siano state eventualmente previste o programmate, anche nell'ambito dei prossimi movimenti di personale o dei percorsi di riqualificazione, per assicurare un rafforzamento dell'organico del comando di Reggio Emilia;

   se non ritenga opportuno promuovere un monitoraggio nazionale delle situazioni in cui la scopertura organica determina un ricorso strutturale allo straordinario, con l'obiettivo di prevenire rischi per la sicurezza degli operatori e garantire standard omogenei del servizio sul territorio nazionale;

   se, alla luce delle evoluzioni in corso nel modello ordinamentale del Corpo nazionale, non sia necessario assumere iniziative al fine di aggiornare i parametri di fabbisogno territoriale, tenendo conto dell'aumento degli interventi, del mutato contesto infrastrutturale e dei nuovi scenari di rischio.

Seduta dle 3 dicembre 2025

Illustrazione di Valentina Ghio, risposta del Ministro delle Imprese e del made in Italy, replica di Alberto Pandolfo

VALENTINA GHIO, Ministro Urso, qualche settimana fa, lei è venuto a Genova ad annunciare un accordo storico per il rilancio dell'Ilva. Così lo ha definito. Quell'annuncio si è rivelato un bluff. Oggi, a distanza di poco tempo, i lavoratori sono in strada a Genova, preoccupati per il loro lavoro, così come protestano i lavoratori di Racconigi e Novi Ligure. Lo stabilimento di Genova Cornigliano è un presidio industriale strategico per la Liguria, ma gli impianti di zincatura sono sottoutilizzati, mancano investimenti e piano industriale da parte del Governo. Sono emersi anche in queste settimane scenari preoccupanti di ciclo corto e di tagli alla produzione.

Ministro, non ci dica anche oggi le solite parole vaghe. Prima non ha risposto sulla zincatura, ma ci dica come intende tutelare la piena operatività dello stabilimento di Genova e degli stabilimenti del Piemonte, come intende potenziare e riprendere la zincatura e come lo Stato intenda intervenire per salvaguardare produzione e occupazione. Non è più il momento di sorvolare, Ministro. Serve chiarezza e servono azioni immediate.

ADOLFO URSOMinistro delle Imprese e del made in Italy. Ribadisco che l'operatività dello stabilimento di Genova Cornigliano non è messa in discussione. Piuttosto, è vero che l'attuale riduzione dei flussi dei coils verso lo stabilimento di Genova è dovuta alle attività di manutenzione straordinaria e di revamping in corso presso il sito di Taranto, su cui pesa il sequestro probatorio dell'altoforno 1 disposto dalla Procura di Taranto, per il quale si attende da oltre sette mesi la conclusione della perizia. L'attività di manutenzione straordinaria negli altri due altoforni incide temporaneamente - e sottolineo solo temporaneamente - sulla capacità produttiva complessiva di entrambi gli stabilimenti. Questo è del resto conclamato dal decreto-legge del 1° dicembre, che interviene a garanzia della continuità produttiva e della salvaguardia occupazionale.

Il completamento degli interventi programmati, previsto entro fine febbraio 2026, consentirà di riportare la produzione a circa 4 milioni di tonnellate annue di acciaio, permettendo così la progressiva riattivazione dell'attività degli impianti di Genova nel rispetto dell'accordo di programma. Contestualmente, saranno sviluppate iniziative di nuova industrializzazione nelle aree non più in uso, coerenti con la vocazione industriale della città. Su questo ho già programmata una serie di incontri, nei prossimi giorni, con i rappresentanti degli enti locali interessati.

Voglio infine evidenziare un dato al quale tutti noi dobbiamo guardare con realismo: in tutta Europa l'industria siderurgica è in crisi. Le ragioni risiedono nei costi della decarbonizzazione, nei prezzi alti dell'energia, nella concorrenza asiatica. L'Europa, anche a seguito, soprattutto a seguito delle nostre proposte, lo ha finalmente capito. Nei giorni scorsi la Commissione europea ha presentato le nuove misure di salvaguardia contro la sovrapproduzione cinese, prevedendo il raddoppio dei dazi e il dimezzamento delle quote, e noi abbiamo chiesto che queste misure di salvaguardia entrino in vigore subito. Il prossimo 10 dicembre sarà illustrata la proposta di revisione del CBAM, che proprio l'Italia ha sollecitato con un documento specifico oltre un anno fa e che rappresenta un tassello decisivo per rafforzare la competitività del settore siderurgico a livello europeo. Noi guidiamo il fronte delle riforme in Europa: pensiamo che questo sia decisivo per restituire competitività alla siderurgia europea.

ALBERTO PANDOLFO, Grazie, Presidente. Ministro, la sua risposta è del tutto insufficiente e il tempo è davvero scaduto. Non abbiamo un dato certo sulla continuità produttiva, in particolare sulla zincatura, che deve riprendere da subito a Genova, senza aspettare febbraio. Febbraio è un tempo troppo distante, perché non ci sono impegni diversi sui tempi e abbiamo la necessità di avere un piano industriale, non c'è una parola chiara sul futuro dello stabilimento di Cornigliano, di Novi Ligure, di Racconigi. La manutenzione non può essere il rifugio dietro al quale lei si ritrae. E mentre noi siamo qui, a Genova i lavoratori sono in presidio permanente perché sanno bene che senza i coils, senza investimenti, senza un cronoprogramma reale, la produzione semplicemente si ferma.

Lei è venuto a Genova, lo hanno ricordato anche i colleghi prima, a settembre, a parlare di forno elettrico, pensando di mettere qualcuno all'angolo, probabilmente. Lo ha fatto per non dare seguito alcuno a quella proposta. E poi c'è stato l'esito del bando: 10 opzioni, 8 spezzatini e 2 prive di carattere industriale. Lei continua a evocarci degli scenari generici e non ha garantito nulla per la continuità - lo ripeto - rispetto ai temi principali e fondamentali della zincatura: non c'è una strategia credibile per il rilancio del polo del Nord e nemmeno per Taranto.

Oggi Genova non è solo i lavoratori dell'ex Ilva: è schiacciata dall'incertezza tutta la città: gli impianti sono sottoutilizzati, le potenzialità restano assolutamente sulla carta, anche rispetto alle prospettive che lei fa per l'utilizzo delle aree. Questa inerzia, di fatto, la stanno pagando sicuramente Genova, la Liguria, ma tutto l'intero sistema siderurgico nazionale. Perdere questa filiera strategica, indebolirla, rinunciare alle competenze, rinunciare a questo futuro industriale, per noi è completamente inaccettabile. Per questo non possiamo essere soddisfatti della sua risposta.