I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione e del merito, il Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, per sapere – premesso che:
nell'ambito del PNRR, la Missione 2, Componente 3, Investimento 1.1 (M2C3I1.1), prevede la sostituzione del patrimonio edilizio scolastico obsoleto al fine di realizzare strutture sicure, moderne, inclusive e sostenibili, favorendo la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni inquinanti, l'aumento della sicurezza sismica, lo sviluppo di aree verdi, la progettazione partecipata degli spazi educativi per migliorare i processi di insegnamento-apprendimento e la valorizzazione delle comunità locali;
i relativi target e milestone europei e nazionali fissano al 30 giugno 2026 la sostituzione di circa 195 edifici scolastici per un totale di almeno 410.000 m2, con benefìci per circa 58.000 studenti e una riduzione dei consumi di energia finale di almeno il 50 per cento, con una conseguente diminuzione di circa 8.400 tonnellate annue di CO2;
a tale missione corrisponde 1 miliardo di euro di prestiti per la realizzazione di interventi strategici che consentiranno di creare degli ambienti educativi all'avanguardia, in termini di qualità edilizia, di rispetto per l'ambiente, di presenza di spazi verdi e connettività;
la realizzazione degli interventi è affidata in toto al Ministero dell'istruzione e del merito, che ha richiesto il supporto di Invitalia per una procedura di Accordo quadro finalizzata al raggiungimento della milestone M2C3-5 – ossia l'aggiudicazione dei lavori entro il primo trimestre 2023 – da mettere a disposizione degli enti locali beneficiari;
nella sesta relazione al Parlamento sull'attuazione del PNRR (marzo 2025), il Governo ha riferito che all'Accordo quadro hanno aderito 136 soggetti attuatori, che esso si è concluso con l'aggiudicazione dei lavori il 21 settembre 2023 e che ciò ha permesso a 130 enti di raggiungere la milestone. La relazione precisa, inoltre, che gli altri enti locali hanno proceduto autonomamente all'aggiudicazione dei lavori, conseguendo la milestone, e che lo stato di avanzamento dell'investimento risulta conforme al cronoprogramma;
tuttavia, la situazione reale desta forte preoccupazione: inadempienze delle imprese, difficoltà amministrative, ritardi procedurali stanno compromettendo il completamento, nei tempi previsti, di numerose opere scolastiche in tutto il Paese;
un caso emblematico è quello della scuola secondaria «Dante Alighieri» di Città di Castello, dove, dopo la demolizione della scuola, i lavori si sono bloccati per le gravi inadempienze dell'impresa selezionata da Invitalia, mentre il comune non può procedere con un nuovo affidamento poiché Invitalia stessa, pur costantemente informata riguardo la gravità e del protrarsi dell'inadempimento, ha lasciato scadere l'Accordo quadro che avrebbe consentito la possibilità di scorrere la graduatoria;
criticità analoghe emergono nel caso della scuola primaria «Renzo Pezzani» di San Polo d'Enza, dove l'impresa selezionata da Invitalia – aggiudicata la con un ribasso del 32,58 per cento – ha accumulato ritardi e gravi inadempienze, culminate nella mancata verifica delle certificazioni del fornitore della struttura prefabbricata, risultata non conforme. Nonostante le segnalazioni del comune, Invitalia ha suggerito comunque di proseguire con l'operatore in essere, ritenendo troppo lungo il procedimento per sostituirlo, situazione che ha creato forte incertezza sul completamento dei lavori e sulla salvaguardia del finanziamento, la cui eventuale revoca esporrebbe il comune a un rischio finanziario gravissimo;
altro caso emerso è a Barberino Tavarnelle dove i lavori iniziati nella nuova scuola primaria di San Donato in Poggio, da completare entro marzo 2026, risultano rallentati dal 2024 per l'abbandono e il fallimento della ditta appaltatrice. L'opera, innovativa e sostenibile, destinata a 130 alunni e dotata di spazi civici, vale 3,2 milioni (2,4 del PNRR); il comune ha dovuto conseguentemente rescindere il contratto;
si ricorda che un emendamento riformulato del PD al disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 25 del 2025, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 69 del 2025 (n. 8.021 – articolo 8-bis) ha stanziato 20 milioni di euro per il 2025 per affrontare le criticità dell'edilizia scolastica. Tuttavia, i decreti interministeriali attuativi — relativi alle modalità e ai termini per la presentazione delle domande e ai criteri di riparto del fondo — non sono ancora stati emanati, e le risorse disponibili risultano oggi del tutto insufficienti rispetto alle problematiche che stanno emergendo;
la realtà che emerge è quindi quella di scuole demolite, cantieri fermi e un rischio elevatissimo di perdere sia i fondi PNRR, sia i cofinanziamenti nazionali, con un danno educativo, sociale ed economico gravissimo per l'intera comunità;
i casi citati, per quanto emblematici, rischiano di non rappresentare un'eccezione, ma la punta dell'iceberg di una criticità sistemica riguardo l'affidabilità delle imprese selezionate da Invitalia per l'esecuzione degli interventi, i cui lavori devono essere terminati entro marzo 2026, mettendo a repentaglio il completamento di numerose opere scolastiche in tutto il Paese;
è dunque necessario conoscere la reale estensione nazionale del fenomeno, poiché la mancata conclusione degli interventi determinerebbe non solo la perdita delle risorse europee, ma anche un grave pregiudizio per studenti, famiglie e territori già colpiti da deficit strutturali nell'edilizia scolastica;
una conoscenza approfondita della situazione è inoltre indispensabile per individuare e definire tempestivamente soluzioni efficaci qualora emergesse il rischio concreto di non rispettare i termini del PNRR e quindi di perdere i finanziamenti –:
se, con riferimento ai casi delle scuole citati in premessa, intenda convocare, con la massima sollecitudine, un tavolo tecnico con l'amministrazione titolare dell'intervento, i comuni interessati e Invitalia, al fine di individuare e condividere il percorso tecnico-amministrativo volto al tempestivo completamento dei lavori e alla salvaguardia del relativo finanziamento;
quante scuole — e in quale percentuale sul totale —, finanziate nell'ambito della misura PNRR M2C3I1.1 «Costruzione di nuove scuole mediante sostituzione di edifici», risultino in condizioni di grave criticità, analoghe a quelle descritte in premessa, con cantieri fermi e/o a rischio di mancato rispetto delle scadenze, anche a causa di inadempienze e inaffidabilità dell'operatore economico selezionato da Invitalia;
quale sia lo stato di attuazione della misura PNRR M2C3I1.1 e se l'avanzamento dell'investimento risulti conforme al cronoprogramma, indicando, in caso contrario, quali urgenti misure si intenda adottare per salvaguardare i finanziamenti degli interventi già avviati in caso di mancato rispetto dei termini stringenti previsti dal PNRR e assicurare, in ogni caso, il completamento delle opere su tutto il territorio nazionale.
Seduta del 12 dicembre 2025
Illustrazione e replica di Ilenia Malavasi, risposta della Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito, Paola Frassinetti
ILENIA MALAVASI. Grazie, Presidente. Ci tengo a presentare questa interpellanza perché parliamo di un tema importante che riguarda l'edilizia scolastica. So bene che la Sottosegretaria condivide una preoccupazione generale che riguarda il patrimonio edilizio del nostro Paese, che è piuttosto obsoleto. La maggior parte degli edifici è stata costruita dagli anni Cinquanta agli anni Novanta, con un picco di costruzione tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta. Circa il 60 per cento degli edifici ha delle irregolarità nel collaudo statico e non ha dei certificati antincendio. Questo per sottolineare quanto le risorse messe a disposizione dal PNRR siano preziose per realizzare nuove strutture che siano sicure, moderne, inclusive, accoglienti, che favoriscano la riduzione dei consumi energetici e aumentino la sicurezza sismica per dotare spazi flessibili e innovativi, anche per innovare i processi di insegnamento e di apprendimento.
Quindi, il PNRR ha messo a disposizione, nella Missione 2 - Componente 3, risorse preziose per costruire nuovi poli per l'infanzia, nuove mense, nuove palestre, per tantissimi interventi di messa in sicurezza e anche per scuole nuove. Ed è questo di cui vogliamo parlare oggi: scuole nuove, che era possibile candidare nei bandi del PNRR, con interventi di costruzione e demolizione contestuale di altre scuole, per mettere a disposizione spazi e aree pubbliche per la ricostruzione in situ di edifici scolastici.
I nuovi target hanno fissato al 30 giugno 2026 la sostituzione di circa 195 edifici scolastici, per un totale di 410.000 metri quadrati di superficie, che dovranno portare benefici a circa 58.000 studenti. Quindi un'operazione importante per il nostro patrimonio e anche per il nostro Paese e per il futuro dei nostri ragazzi.
La realizzazione degli interventi è stata affidata in toto, praticamente, al Ministero dell'Istruzione, che ha richiesto anche il supporto di Invitalia, mettendo a disposizione questa importante infrastruttura per le procedure che riguardavano gli accordi quadro che erano finalizzati al raggiungimento dell'aggiudicazione dei lavori entro il primo trimestre del 2023, proprio per essere collaborativi con gli enti locali e supportarli, visto anche il periodo difficile in cui abbiamo bandito quei bandi. Ricordo che era il 2022: eravamo ancora all'interno di un periodo pandemico complesso, quindi con comuni sotto pressione, e tutti questi bandi hanno generato anche un appesantimento del lavoro presso i nostri uffici tecnici, quindi con la collaborazione con il Ministero che era stata molto apprezzata dai nostri amministratori locali.
Nella sesta relazione al Parlamento, a marzo del 2025, il Governo ha riferito che all'accordo quadro hanno aderito ben 136 soggetti attuatori; che l'accordo si è concluso con l'aggiudicazione, il 21 settembre 2023, a 130 enti che hanno, quindi, raggiunto il milestone, quindi l'obiettivo previsto dai target del PNRR. La relazione ha precisato che gli altri enti locali hanno proceduto autonomamente all'aggiudicazione dei lavori, risultando comunque conformi, nello stato di avanzamento degli investimenti, al cronoprogramma.
Tuttavia, ci sono situazioni, in diverse realtà e in diverse regioni del nostro Paese, che destano molta preoccupazione per inadempienze delle imprese, per difficoltà amministrative, per ritardi procedurali, per burocrazie e lentezze che stanno compromettendo il completamento, nei tempi previsti, di numerose opere scolastiche nel nostro Paese. Riportiamo qui alcuni esempi, a titolo puramente esemplificativo, nell'ascolto che abbiamo dato ai territori, nella richiesta di aiuto che viene dai nostri amministratori locali, che sono amministratori di diverse parti d'Italia, di diverse parti politiche, che esprimono, ovviamente, una preoccupazione per il danno che può arrivare ai loro territori.
Il primo esempio che le faccio è la scuola secondaria “Dante Alighieri” di Città di Castello - siamo in Umbria, in provincia di Perugia - dove, dopo la demolizione della scuola, i lavori si sono bloccati a causa di gravi inadempienze dell'azienda, che è stata selezionata da Invitalia, mentre il comune non ha potuto procedere a un nuovo affidamento perché, dopo lo scambio intercorso con Invitalia, costantemente informata della gravità e il protrarsi dell'inadempimento, ha comunque lasciato scadere l'accordo quadro che avrebbe permesso di scorrere la graduatoria e, quindi, di individuare un'altra azienda.
Il secondo esempio che le portiamo è la scuola primaria “Renzo Pezzani” di San Polo d'Enza - siamo in provincia di Reggio Emilia, in Emilia-Romagna, cambiamo regione -, dove l'impresa è sempre stata selezionata da Invitalia, tra l'altro aggiudicataria con un ribasso molto consistente del 32,58 per cento, che ha accumulato, anche in questo caso, ritardi e gravi inadempienze, culminate nella mancata verifica, tra l'altro, delle certificazioni del fornitore della struttura prefabbricata, che è risultata non conforme. Nonostante le numerose e-mail del comune e nello scambio intercorso con Invitalia, la stessa Invitalia ha suggerito di proseguire con lo stesso operatore, ritenendo troppo lungo il procedimento di sostituzione. Una situazione, ovviamente, che ha creato incertezza sul completamento dei lavori - oggi siamo fermi alle fondamenta - e sulla salvaguardia del finanziamento, la cui eventuale revoca esporrebbe il comune a un rischio finanziario elevatissimo.
Parliamo in questo caso di circa 7 milioni di finanziamento, di cui 5 sui bandi del PNRR, l'altra parte con altri bandi nazionali e cofinanziamenti dell'ente locale. L'ultimo caso che le cito riguarda Barberino Tavarnelle a Firenze, in Toscana, dove la nuova scuola primaria di San Donato in Poggio doveva essere completata entro marzo del 2026 - quindi mancano pochi mesi - e in realtà è stata rallentata dal 2024 per l'abbandono e il fallimento della ditta appaltatrice. Era un'opera innovativa, sostenibile, destinata a 130 alunni, dotata di spazi civici e valeva 3,2 milioni, di cui 2,4 dei fondi del PNRR. Anche in questo caso, il comune ha dovuto rescindere il contratto conseguentemente al fallimento dell'azienda, ma lì è rimasto.
La realtà che emerge è quindi preoccupante: ci sono scuole demolite, macerie ancora nei cantieri, cantieri fermi e un rischio elevatissimo di perdere sia i fondi del PNRR sia i cofinanziamenti nazionali, con un danno enorme non solo dal punto di vista educativo e sociale - e so che condividiamo questa preoccupazione per il danno che possiamo arrecare alle nostre comunità scolastiche - ma per danni anche potenzialmente molto gravi alla sostenibilità dei bilanci dei comuni. Questi casi citati, noi temiamo, crediamo e siamo preoccupati che possano rappresentare non un'eccezione ma la punta di un iceberg, su cui vorremmo essere maggiormente informati.
Crediamo, infatti, che sia importante conoscere la reale estensione di questa situazione a livello nazionale, di questo fenomeno che davvero comprometterebbe non solo per la perdita di risorse europee ma che rappresenterebbe anche un pregiudizio per gli studenti, per le famiglie e per i territori, che già fanno fatica a garantire l'equilibrio dei bilanci comunali. Crediamo che sia giusto conoscere in modo approfondito la situazione per poter individuare insieme - lo sottolineo: insieme - e in modo tempestivo soluzioni efficaci che possano supportare gli enti locali, rispettare i termini del PNRR e non perdere, ovviamente, i rispettivi finanziamenti.
Crediamo che possa essere - e questo è un invito che facciamo - la convocazione di un tavolo tecnico un'opportunità che proponiamo all'amministrazione del Ministero per coinvolgere l'amministrazione titolare degli interventi, i comuni interessati e Invitalia, proprio per individuare e condividere un percorso tecnico-amministrativo volto al tempestivo completamento dei lavori e alla salvaguardia del finanziamento. Vorrei sottolineare che i comuni in questa situazione non hanno delle responsabilità, nel senso che non hanno loro fatto la gara, non hanno loro selezionato l'impresa, hanno tempestivamente e puntualmente informato - e ci sono centinaia di scambi di mail con Invitalia sulla situazione di rallentamento del cantiere, con PEC protocollate che sono rimaste agli atti - in modo da raccontare, puntualmente e quotidianamente, la situazione di preoccupazione che stavano vivendo sui territori e non possono certamente essere i comuni a pagare questa responsabilità che non hanno loro stessi provocato.
Chiediamo dunque di sapere, con questa interpellanza, in quale percentuale e quante scuole sul totale sono in queste situazioni di grave criticità, analoghe ad alcuni degli esempi che abbiamo fatto; quali sono i cantieri fermi; quali sono i rischi del mancato rispetto delle scadenze a causa di inadempienze e di inaffidabilità dell'operatore economico - lo sottolineo, ancora una volta - selezionato da Invitalia; quale sia, quindi, lo stato di attuazione di questa misura - parliamo della Missione 2, Componente 3, Investimento 1.1, cioè una delle tante componenti e dei tanti investimenti, che ho citato in premessa, del comparto scuola, che ha messo a disposizione miliardi importanti per il nostro patrimonio scolastico - e se l'avanzamento dell'investimento risulti conforme al cronoprogramma, indicando, in caso contrario, quali misure urgenti possano essere messe in campo e quali il Ministero intenda adottare per salvaguardare i finanziamenti degli interventi già avviati in caso di mancato rispetto dei tempi stringenti per evitare che le opere rimangano non realizzate sui territori, con l'incognita di capire come riprendere l'anno scolastico a settembre 2026, dopo un anno passato in strutture temporanee, in moduli prefabbricati e con studenti spalmati un po' sul territorio per dare comunque spazi idonei, con un anno scolastico che è stato già molto difficile e che ha creato anche tensioni tra i docenti, le famiglie e i nostri territori.
C'è un aspetto che sottolineo in chiusura e che mi sta molto a cuore, perché questi disguidi, questi ritardi e questa burocrazia rischiano di minare una cosa importante, che è la fiducia: la fiducia non solo tra le famiglie, tra i cittadini, tra il corpo docente e il territorio di pertinenza, ma tra i cittadini e l'istituzione statale. Crediamo che possa essere un grave danno alla credibilità e all'autorevolezza del nostro Stato, che con il PNRR ha portato a casa risorse preziose che hanno permesso ai nostri territori di investire in strutture innovative, flessibili, sostenibili, sicure dal punto di vista sismico, facendo un'operazione virtuosa di rinnovamento di un patrimonio edilizio che in realtà ne ha urgentemente bisogno.
PAOLA FRASSINETTI, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito. Grazie, Presidente. Onorevole interrogante, occorre chiarire preliminarmente che la situazione descritta è ben nota al Ministero dell'Istruzione e del merito che, già da tempo, nell'ambito della costante e continua attività di monitoraggio e supporto agli enti locali, ha attivato confronti e tavoli tecnici con i soggetti attuatori interessati: per esempio, solo per il comune di Città di Castello, citato nell'interpellanza, si fa presente che si sono tenuti tre incontri presso il Ministero.
Con riferimento all'investimento M2C3I1.1 “Costruzione di nuove scuole mediante sostituzione di edifici” sono stati autorizzati 215 progetti: addirittura di più del target fissato dalla Commissione europea, grazie alla scelta del Ministero di aggiungere ulteriori risorse nazionali agli 800 milioni di dotazione PNRR. Nella consapevolezza della natura particolarmente sfidante dell'obiettivo iniziale posto dal PNRR in capo ai comuni, il Ministero dell'Istruzione e del merito, nell'ottica della semplificazione e dell'accompagnamento agli enti locali, ha dato la possibilità di ricorrere al supporto di Invitalia per una procedura di accordo quadro.
All'accordo quadro hanno aderito 136 soggetti attuatori per altrettanti progetti. L'accordo quadro si è concluso con l'aggiudicazione in data 21 settembre 2023 nel rispetto della milestone europea del PNRR. Nel corso dell'esecuzione dei progetti, è stato riscontrato che solo 8 interventi su 215 autorizzati hanno accumulato ritardi consistenti rispetto al cronoprogramma dell'investimento: ciò - va detto subito - per gravi inadempienze in alcun modo riconducibili all'amministrazione, in quanto dovute esclusivamente alle imprese esecutrici dei lavori.
Di queste 8 situazioni critiche, 2 sono in via di risoluzione, poiché in un caso è già stata individuata una diversa copertura finanziaria al di fuori del PNRR e nell'altro si è proceduto allo scorrimento della graduatoria delle ditte e attualmente i lavori sono in corso. Quanto ai rimanenti casi critici, essi sono stati oggetto di analisi nell'ambito delle interlocuzioni con la Commissione europea, dalle quali è emersa, da un lato, la loro incidenza sul raggiungimento finale del target del PNRR e, dall'altro, la possibilità di individuare per essi soluzioni alternative, una volta che sia stato raggiunto e verificato il target generale previsto per la misura entro la data del 30 giugno 2026.
In riscontro a specifica richiesta formulata nell'interpellanza, si precisa che i 20 milioni stanziati dal DL n. 25 del 2025, rispetto al quale è stato già adottato il decreto interministeriale attuativo, possono essere utilizzati solo nei casi di interventi che hanno subito incrementi di prezzo e non abbiano già ricevuto il FOI. Pertanto, fermo restando che la questione rappresentata riguarda pochissimi casi che non compromettono il raggiungimento del target finale del PNRR, ma nella consapevolezza che sono interventi fondamentali per garantire il diritto allo studio in realtà territoriali importanti, il Ministero continuerà le interlocuzioni con la Commissione europea, sostenendo gli enti locali che, per inadempimenti delle imprese esecutrici dei lavori, versano in situazioni di criticità, rendendosi disponibile fin da ora a individuare anche soluzioni alternative a quelle offerte dal PNRR nell'ambito degli strumenti e delle risorse del Ministero medesimo.
ILENIA MALAVASI. Grazie, Presidente. Ho ascoltato con molta attenzione la Sottosegretaria, che ringrazio. In realtà, sono un po' perplessa - lo dico in modo mite - perché le informazioni che noi abbiamo e la richiesta di aiuto che abbiamo ricevuto dai territori sono molto più ampie rispetto ai casi che abbiamo riportato nella nostra interpellanza.
Sono circa una ventina i comuni che ci hanno spiegato situazioni di ritardi importanti sui territori e nei cantieri che sono rimasti fermi. Quindi, crediamo che il dato che lei ci ha dato questa mattina di 8 comuni su 215 sia un dato sottostimato, non corretto, che non corrisponde alla situazione. In realtà, la situazione non è sotto controllo. Semplicemente, i comuni che abbiamo messo nell'interpellanza sono totalmente abbandonati a loro stessi, non c'è stata nessuna interlocuzione né con il Ministero né con Invitalia, e non sanno come fare ad arrivare alla fine di questi cantieri, con un danno veramente enorme.
Perché le scuole vecchie non ci sono più, le abbiamo demolite, sono state demolite perché era il primo obiettivo per rispettare comunque quel cronoprogramma, e nel frattempo le scuole nuove sono ferme, non stanno crescendo. Quindi, è un comune che è stato depauperato di un edificio scolastico pubblico con un grave danno di risorse pubbliche, anche di credibilità non solo dell'istituzione locale ma anche dell'amministrazione centrale. Mi fa piacere che lei abbia ammesso, ricordato e condividiamo con lei che è colpa delle imprese esecutrici, ma le imprese esecutrici devono essere controllate, i lavori devono essere monitorati. Chi fa l'appalto ha la responsabilità di monitorare, di intervenire e di supportare.
E lo sappiamo bene come funzioni la gara d'appalto e quali siano le responsabilità che hanno anche i soggetti attuatori e chi li deve controllare. Io credo che il Governo debba continuare a difendere strenuamente i lavori del PNRR, mettendoci tutto il proprio impegno, ma anche prendendo atto che la realtà che emerge dai dati che gli amministratori locali hanno raccontato non è quella che lei ha dichiarato.
Lo dico in modo costruttivo perché dobbiamo assolutamente insieme capire come fare a portare a casa tutti gli investimenti del PNRR, non solo perché 215 sono 215 nuove scuole, più del target che era l'obiettivo ovviamente iniziale della missione legata alle nuove scuole con ricostruzione in situ. Quindi, non c'è bisogno né di minimizzare né di sottovalutare la situazione che è grave, che è urgente. Perché i ritardi e le inadempienze delle opere scolastiche sono una realtà e sono una realtà tangibile, vera che pesa sulle spalle dei nostri cittadini.
Faccio un esempio che forse è quello che conosco meglio: l'azienda che ha vinto il cantiere di San Polo, in provincia di Reggio Emilia, che è la mia provincia, ha vinto contestualmente 22 progetti di finanziamento. Questo è stato il problema di quei bandi che ha fatto Invitalia: la concentrazione rispetto ad aziende che poi non sono riuscite, per il carico di attività e di scadenze contestuali, a rispettare tutti i progetti. Quindi, la responsabilità io credo di Invitalia e, di conseguenza, anche del Ministero che ha supportato giustamente questo accordo quadro era quella di intervenire in modo tempestivo e non di supportare i comuni dicendo andate avanti, non c'è tempo per cambiare i soggetti, dovete continuare così, ce la faremo. Perché non ce la stiamo facendo: i cantieri sono fermi o addirittura sospesi, alcune aziende appaltatrici sono fallite e non c'è la soluzione in campo.
Questo significa semplicemente pesare sulle comunità locali, sulle famiglie e non prendersi a cuore il futuro degli studenti e anche il futuro del nostro patrimonio scolastico. Io credo davvero che, e ri-sottolineo la richiesta che abbiamo fatto, bisogna attivare urgentemente un tavolo tecnico vero, con la disponibilità di tutti, non in modo, diciamo, distruttivo da parte delle forze politiche anche di opposizione ma per dare una mano a risolvere la situazione.
Un comune che non ha la scuola, che ha il cantiere fermo, che perderà il finanziamento del PNRR, ma come fa a portare avanti quella scuola? Non ha le risorse sul bilancio comunale di 7-8 milioni per supplire a quel finanziamento, non ha la possibilità di fare dei mutui. I bilanci dei comuni sono già risicati, sono all'osso delle loro risorse, rischiamo davvero di far fallire i bilanci comunali. Significa fare commissariare i bilanci dei comuni e gli enti locali. Io immagino e spero che non sia questo l'obiettivo dello Stato che dovrebbe, invece, supportare i nostri sindaci e i nostri enti locali per attività che possono migliorare la qualità di vita dei cittadini, migliorare gli spazi didattici.
In realtà, sappiamo che la scuola non è proprio la priorità di questo Governo. Mi dispiace dirlo a lei perché conosco bene la sua sensibilità, ma questo è un Governo che non ha fatto a sufficienza, secondo me, per prevenire queste situazioni drammatiche in una scuola che è sempre stata un po' in tutte le leggi di bilancio anche tagliata. Da ultimo, con la legge di bilancio in corso al Senato in questi giorni, vedo un ulteriore taglio alla nostra scuola pubblica. È stata costantemente sacrificata a favore di altri settori, con una priorità che è stata certamente continuamente rimandata. Noi crediamo che, invece, la scuola sia un investimento prezioso non solo per il futuro, ma anche per l'oggi, per dare fiducia ai nostri ragazzi e ai nostri giovani.
La scuola, l'università e la ricerca sono settori strategici per dare speranza al nostro Paese, per evitare la fuga di cervelli, per dare competenze, per dare competitività al nostro Paese. La scuola è un perno su cui si costruisce presente e futuro. Ha subìto troppi tagli e risorse limitate, con un sistema che continua a rispondere non in modo adeguato alle esigenze degli studenti e delle loro famiglie. Davvero noi abbiamo bisogno che ci sia un piano serio per supportare questi comuni, per portare a termine i progetti del PNRR e per farsi carico di una scuola che ha bisogno di avere tutte le nostre attenzioni. La realtà che ci troviamo di fronte - mi dispiace, lo ripeto - non è quella che ci aspettavamo di sentire nella sua risposta.
I dati e i fatti parlano di difficoltà gravi e di gravissimi ritardi. Non è possibile pensare che scuole che oggi sono allo stato delle fondamenta a marzo possano essere finite. Dobbiamo capire come si fa a supportare quei comuni e quali altre risorse possiamo mettere in campo per dare una mano. Tra l'altro, come Partito Democratico, avevamo fatto un emendamento, all'interno del decreto-legge n. 25 del 2025, per affrontare proprio le criticità dell'edilizia scolastica. Sono stati stanziati 20 milioni, e lo avevamo fatto proprio legandoli ai fondi del PNRR. Poi, nella riformulazione, questi finanziamenti sono stati spalmati in modo generico sull'edilizia scolastica.
Usiamo queste risorse: non saranno sufficienti, ma potrebbero aiutare per salvare alcuni di questi interventi. Se sono 8, come dice lei, magari serviranno e saranno sufficienti. Se sono molti di più, come diciamo noi, non saranno abbastanza. Lavoriamo nella prossima legge di bilancio per mettere altre risorse. È evidente che, se non interveniamo in modo tempestivo con una visione chiara e con azioni concrete, perché serve la concretezza delle azioni, la scuola italiana continuerà ad essere trascurata e questi cantieri continueranno ad essere fermi e a perdere credibilità.
Perderanno la credibilità i nostri amministratori locali, ma perderà la credibilità il nostro Governo ed è la cosa che a me dispiace di più, perché è la credibilità delle istituzioni democratiche del nostro Paese che va salvaguardata in questo momento. Non possiamo più tollerare che l'istruzione e l'educazione vengano trattate come un settore marginale e sottovalutato, con scelte anche del Governo, di cui lei fa parte, che hanno mostrato, ancora una volta, anche dalla sua risposta, che la scuola non è una priorità. Noi chiediamo visione, impegno, lungimiranza e responsabilità verso le famiglie, verso gli studenti e verso le nostre comunità locali. Oggi più che mai serve la concretezza della politica, serve il buonsenso, serve dare una mano e tendere una mano vera ai nostri amministratori. Crediamo davvero che servono risposte e non c'è più tempo da perdere.