Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 15 Aprile, 2015
Nome: 
Paolo Beni

A.C. 1803-A

Grazie, Presidente. La proposta di legge che ci apprestiamo a votare istituisce una Giornata nazionale dedicata al ricordo della tragedia avvenuta il 3 ottobre 2013 al largo di Lampedusa, quando 366 migranti morirono nel naufragio dell'imbarcazione con cui cercavano di approdare in Italia. Quella vicenda suscitò nel Paese grande emozione, unanimi sentimenti di dolore, solenni impegni che mai più sarebbe dovuto accadere. 
In pochi giorni, migliaia di cittadini fecero appello alle istituzioni affinché la data del 3 ottobre, in futuro, fosse dedicata a preservare nella memoria collettiva del Paese quel lutto e quell'impegno. Con molti colleghi raccogliemmo quell'appello, per un motivo molto semplice, che va oltre le valutazioni politiche e spesso controverse, come abbiamo visto questa mattina, su un tema così rilevante e complesso come quello dell'immigrazione. 
Lo facemmo semplicemente perché vi sono vicende, nell'esperienza, nella vita di ciascuno di noi, di fronte alle quali non si può restare indifferenti. Quelle bare allineate nell'aeroporto di Lampedusa, i volti, le storie dei sopravvissuti, quei barconi carichi di un'umanità disperata interrogano le coscienze di chiunque abbia a cuore la dignità delle persone. Uomini, donne, bambini, che sono in fuga dalla violenza, dalla miseria – sì, dalla miseria, colleghi della Lega: non capisco perché dovete eliminare questa parola –, violentati da guerre, da terrorismi, costretti a rischiare la vita su mezzi di fortuna, ostaggi di trafficanti senza scrupoli. 
Queste persone chiedono a noi solo di poter avere un futuro, un'esistenza dignitosa, e noi non possiamo voltare le spalle: dobbiamo fare la nostra parte. Certo, vi sono le responsabilità degli Stati, dei Governi, le grandi responsabilità, ma anche quelle piccole di ciascuno di noi, figli di una società annebbiata dall'egoismo, che sembra avere smarrito il senso dell'umana solidarietà. 
Ecco a cosa serve – non vi è alcuna ipocrisia, non vi è da lavarsi la coscienza – questa giornata: a ricordare, sì, la tragedia di Lampedusa, non solo per il rispetto che dobbiamo a quelle vittime, ma anche per coltivare la memoria, perché coltivare la memoria ci aiuta a imparare dal passato. Una giornata per raccontare, ascoltare, confrontarci, riflettere sui valori dell'accoglienza e della solidarietà; una giornata che chiama in causa le istituzioni, a cui competono le scelte politiche in materia di immigrazione, protezione internazionale, per interrogarci su cosa si è fatto e su cosa resta da fare, perché la tragedia, purtroppo, continua. 
L'operazione Mare Nostrum messa in atto dal nostro Governo dopo il 3 ottobre ha consentito di salvare decine di migliaia di vite, e non sarà mai abbastanza – lo voglio dire forte – la nostra gratitudine per la dedizione del personale della Marina militare e delle popolazioni di Lampedusa e dei territori coinvolti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché la vita delle persone vale sempre e comunque più di tutto e viene prima di tutto. 
Purtroppo, molti non ce l'hanno fatta, sono andati ad allungare la lista dei morti nel canale di Sicilia: oltre 20 mila negli ultimi dieci anni, 3.400 solo l'anno scorso, 500 dall'inizio di quest'anno, l'ultima tragedia due giorni fa. I fondali del Mediterraneo sono ormai un immenso cimitero. D'altra parte, il 2014 è stato l'anno record degli arrivi e i primi mesi del 2015 segnano un ulteriore incremento. L'intensificarsi degli sbarchi di migranti in fuga dai conflitti in atto nel continente africano, l'aumento delle richieste di protezione internazionale, la criticità nella gestione dell'accoglienza: questi temi sono un banco di prova decisivo per l'Italia e l'Europa. 
È una sfida che non può essere affrontata se non con lo sforzo comune di tutta l'Unione europea, per continuare a salvare le persone, per offrire accoglienza a chi cerca rifugio in Europa e canali sicuri per arrivarci senza doversi affidare ai trafficanti. C’è bisogno che Triton, la missione che ha sostituito Mare Nostrum adegui i propri mezzi e il suo raggio d'azione alla nuova situazione; occorre istituire presidi europei nei Paesi d'origine e di transito e aprire canali umanitari per rifugiati e richiedenti asilo per poter giungere in Europa; poi, modificare il regolamento di Dublino con nuove norme per la gestione comune europea del diritto di asilo e concordare una distribuzione equilibrata dei migranti nei diversi Paesi europei, per un'accoglienza adeguata e rispettosa dei diritti umani; infine, pianificare un sistema permanente di accoglienza, andando oltre quell'approccio emergenziale con cui troppo spesso si è operato e chiudere la fallimentare esperienza dei migranti ammassati nei grandi centri (nei CARA, nei CIE), per puntare sull'accoglienza diffusa nel territorio, per piccoli gruppi legati a progetti di integrazione, coinvolgendo enti locali ed associazioni. Infine, ancora, garantire procedure condivise, standard uniformi, coordinando l'azione di Governo, prefetture, regioni ed enti locali. 
Soprattutto, colleghi – e mi avvio alla conclusione –, lasciamoci alle spalle le troppe contrapposizioni ideologiche di questi anni e guardiamo all'immigrazione con più realismo, lungimiranza. Siamo in presenza di un fenomeno strutturale: ce lo dicono i demografi che nei prossimi decenni si verificherà un consistente spostamento di popolazioni dall'Africa all'Europa. Allora, di fronte a questi cambiamenti epocali, certo, si può scegliere di soffiare sul fuoco delle paure e rappresentare i migranti come minaccia alla nostra sicurezza, evocare lo spettro dell'invasione e promettere ricette illusorie per impedirla, contrapporre i diritti dei migranti ai bisogni dei nostri concittadini, come faceva poco fa il collega del MoVimento 5 Stelle e come è stato fatto in tutta questa discussione in una squallida gara – fatemelo dire – fra due forze politiche, nel tentativo di lucrare sulla pelle dei migranti e su questa contrapposizione, magari sperando di guadagnare qualche consenso alle prossime elezioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). 
Oppure, all'opposto, si può scegliere di governare questi processi con realismo e tenendo ben dritto il timone sulla rotta dei diritti umani. Noi del Partito Democratico pensiamo che questa sia l'unica scelta, l'unica scelta possibile per l'Italia, per la sua storia, per la sua tradizione solidale, per i suoi valori democratici. Non c’è nessuna invasione imminente, colleghi. Le nostre città sono già cambiate, vi convivono ormai lingue, culture, religioni diverse; noi dobbiamo solo elaborare questi mutamenti, liberarci dai pregiudizi, ritrovare il filo di un ragionamento comune, imparare a conoscerci e a riconoscerci come appartenenti alla stessa comunità umana, per costruire un nuovo possibile e necessario patto di convivenza. Penso che sia significativo, anche, che la proposta di legge che oggi è all'approvazione di quest'Aula sia nata dal basso, dall'appello di migliaia di cittadini. A questo proposito voglio ringraziare il «Comitato 3 ottobre» e il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, che per primi l'hanno sostenuta, la Presidente Boldrini, che pure si è spesa a sostegno di questa proposta e alla quale voglio esprimere tutta la mia solidarietà e quella del nostro gruppo per l'attacco volgare che ha subito stamane. 
Penso, in conclusione, che è davvero un bene che il 3 ottobre diventi per tutti noi la giornata del ricordo, ma deve essere anche la giornata dell'impegno perché il Mediterraneo non sia più teatro di morte, perché torni ad essere quel ponte fra i popoli, quel ponte di pace e di cooperazione fra i popoli che è stato nella nostra storia. È con questo impegno che annuncio con convinzione il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).