Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 12 Maggio, 2015
Nome: 
Maria Chiara Gadda

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Grazie, Presidente. La mozione che oggi il Partito Democratico propone al Parlamento, invita il Governo ad assumere alcuni impegni precisi. Il primo maggio, Expo 2015 ha aperto i suoi cancelli al mondo, e per la prima volta una esposizione universale diventa il luogo fisico dell'assunzione di impegno e di responsabilità. Come ha ricordato il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel suo discorso di apertura, Expo è uno spazio di libertà, un momento di confronto e di incontro, è il desiderio di guardare al mondo per come è, e provare a cambiarlo tutti insieme, partendo dall'impegno quotidiano. Il cibo e l'alimentazione sono espressione vitale di un paese e della sua cultura, ma anche strumenti di giustizia sociale e di equilibrio ambientale. 
Il nostro tempo è caratterizzato a livello globale da un paradosso che chiama in causa soprattutto i Paesi industrializzati e ci interroga sugli aspetti etici, sanitari e ambientali dell'attuale modo di produrre e consumare: a fronte di quasi un miliardo di persone al mondo che patiscono la fame o sono malnutrite, circa un miliardo e mezzo soffre le conseguenze dell'eccesso di cibo. 
Questo comporta un aumento del rischi di patologie cardiovascolari, diabete e tumori. I numeri sono importanti per capire la dimensione di questo paradosso: 144 milioni di bambini sono sottopeso e 155 milioni di bambini sono obesi o in sovrappeso. L'Italia, come indicano recenti indagini, è uno dei Paesi europei in cui si ha il maggior aumento di obesità infantile. I numeri, con la loro freddezza, parlano di un mondo diviso in due, in cui l'accesso alle risorse idriche e alimentari rappresenta il metro di valutazione della ricchezza di un paese ed è contemporaneamente causa di ingiustizie sociali tra le diverse aree geografiche del pianeta. Ma anche nei Paesi industrializzati la crisi economica, la povertà educativa e la disinformazione diffusa, hanno acuito il divario tra cittadini e disagio sociale. Questa ingiustizia si vede prima di tutto a tavola e negli scorretti stili di vita, troppo spesso sedentari. In Italia il 22 per cento dei bambini non mangia tutti i giorni la frutta e la verdura; un bambino su dieci salta la prima colazione, mentre solo uno su dieci svolge attività fisica in modo adeguato. A tutto ciò si accompagna l'elevato consumo di bevande e prodotti ad alto contenuto zuccheroso o ipercalorici. 
L'Europa si è mossa per tempo in questa direzione, prevedendo già nel 2007 il primo programma di distribuzione di frutta, verdura e latte nelle scuole. Anche in Italia per tanti bambini italiani il pasto a scuola rimane tristemente l'unico nella giornata, mentre per altri l'eccessiva alimentazione è causa dell'aumento dell'obesità infantile, che è all'origine non solo di problemi muscolari, scheletrici e respiratori, ma implica anche sofferenze di tipo psicologico legate al disagio sociale e rappresenta un costo per l'intera collettività. 
La scuola, come anche definito dal Ministero della Salute, ha la responsabilità di stimolare e creare conoscenza, consapevolezza, attitudini e abilità tali da influenzare positivamente scelte alimentari e stili di vita salutari. In questa ottica, è importante promuovere un programma di informazione e formazione per i ragazzi, ma anche per gli insegnanti, i genitori e gli operatori della ristorazione scolastica. Nel nostro paese, il Ministero della Salute ha promosso i progetti «Guadagnare salute», «Bimbi in forma» o il sistema di monitoraggio «Okkio alla salute» e allo stesso tempo il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha attivato percorsi affinché il mondo della scuola contribuisse, attraverso le sue eccellenze, alla stesura della Carta di Milano e alla preparazione delle linee guida sull'educazione alimentare. Dall'altro lato, è importante sottolineare un altro aspetto nell'educazione alimentare che non ha direttamente a che fare con la quantità e la qualità del cibo ma piuttosto con il suo valore simbolico e con il valore simbolico della nutrizione e con l'immagine della corporeità. Parlo dei disturbi del comportamento alimentare, come l'anoressia o la bulimia, che sono sintomi di un malessere più profondo che non si può spiegare semplicemente come un rapporto difficile con il cibo. Ma certamente l'attenzione all'alimentazione nelle scuole può essere un primo strumento per cogliere in tempo i primi segnali e delineare dei percorsi educativi capaci di recuperare un positivo rapporto con il proprio corpo. 
Occorre quindi in primo luogo affrontare l'aspetto di un'adeguata e diffusa educazione alimentare col duplice obiettivo di ridurre gli sprechi, e di conseguenza le disuguaglianze, e consentire a tutti di potere godere dei benefici di una vita più sana. Per ottenere dei risultati, come indica anche la comunità europea con il piano 2014-2020 per il contrasto all'obesità infantile, è necessario fare sinergia e sistema con tutti gli attori coinvolti – istituzioni, mondo imprenditoriale, media – e supportare prima di tutto le scuole in programmi di sensibilizzazione dei ragazzi e delle famiglie per una alimentazione corretta, sana e soprattutto consapevole. 
I giovani sono i cittadini di domani, come spesso si dice, ed è importante agire sul fronte culturale per fare capire che gli atti individuali hanno una valenza per il singolo, ma anche una conseguenza per la collettività. È necessario diffondere fin dall'infanzia stili alimentari salutari attraverso la conoscenza del valore nutrizionale del cibo e accrescere la consapevolezza delle implicazioni emotive, culturali, economiche e sociali che l'alimentazione porta con sé. 
La scuola è il luogo privilegiato da cui partire grazie al proprio radicamento territoriale e alla sua ricchezza interculturale, al dialogo e all'osservazione quotidiana con i ragazzi, con il presidio costante e interdisciplinare del percorso formativo, con la possibilità di costruire connessioni cognitive mirate. 
A scuola è possibile sviluppare nei ragazzi la sensibilità ai temi del benessere, della salute, della prevenzione, dell'adozione di corretti stili di vita. E attraverso i progetti che vengono proposti ai ragazzi grazie al lavoro degli insegnanti, con la collaborazione di enti locali, associazioni di volontariato, del mondo imprenditoriale e del mondo agricolo, è possibile mettere in rete, fare una cosa che in genere a scuola non si dovrebbe fare, cioè copiare. Copiare le buone pratiche e comprendere in modo immediato la complessità del processo di nutrizione personale e collettiva, delle funzionalità della filiera alimentare, delle valenze mediche e ambientali, della stagionalità e territorialità dei prodotti alimentari, dei consumi responsabili oltre che dei contesti economici, etici e sociali entro i quali si muove nel suo complesso il sistema cibo. Attorno ad una tavola e sui banchi di scuola, è possibile riscoprire l'essenziale, il valore delle relazioni e del cibo. 
L'acquisizione di buone abitudini alimentari nella prima fase della vita è un bagaglio culturale e un beneficio per la salute che ci si porta dietro da adulti. Assumere impegni concreti e incentivare adeguate iniziative di educazione alimentare, sensibilizzare le giovani generazioni su un'idea di qualità più complessiva, che coinvolga, oltre al benessere del singolo, quello della società in cui vive e quello dell'ambiente da cui ottiene le risorse: è questa la sfida che dobbiamo vincere e che, grazie ad Expo, trova una vetrina mai avuta prima. 
Ancora oggi, alcuni – pochi a dire il vero, ma c’è ancora del tempo a disposizione – si ostinano a non volere vedere in Expo un'opportunità irripetibile per l'Italia di mostrare il suo volto migliore e per il mondo di potersi interrogare sui temi che riguardano il nostro presente e il nostro futuro. A queste persone dico: non vi siete accorti del fermento culturale che è cresciuto nelle nostre città sulla spinta positiva di Expo. Grazie al protocollo con Expo Milano 2015, più di 700 scuole italiane presenteranno i loro lavori al pubblico dell'Esposizione universale. Saranno presentate quattro unità didattiche al giorno per un totale di 736 progetti, rappresentativi di tutte le regioni d'Italia. 
Cogliere le opportunità, evidenziare il volto positivo dell'Italia non significa mettere la testa sotto la sabbia e non vedere le forti contraddizioni che esistono ancora nel nostro Paese. Significa fare tesoro del dibattito intellettuale e culturale che si sta sviluppando attorno alla ricerca di soluzioni globali sul tema delle risorse naturali e assumere in questa sede degli impegni. Attraverso una nuova cultura alimentare e del benessere potremo fare affidamento su generazioni più consapevoli e più sane, ed è per queste ragioni che annuncio, a nome del Partito Democratico, il voto favorevole alla mozione a prima firma Malpezzi per la promozione dell'educazione alimentare nelle scuole.