Relatore per la maggioranza
Data: 
Mercoledì, 20 Maggio, 2015
Nome: 
Giorgio Zanin

A.C. 2741-A

 Presidente, è veramente un piacere questa sera provare a mettere in fila alcuni degli aspetti che ci hanno portato, con il lavoro di questi mesi, a questa proposta di legge. 
  Vorrei cominciare ricordando che c’è un piccolo cippo di pietra con una targa di ottone e quattro nomi con il tricolore poco dietro al cimitero di un piccolo borgo della Carnia, Cercivento in provincia di Udine a pochi passi dall'Austria. È un monumento singolare, perché è stato dedicato a quattro persone, formalmente disonorevoli, soldati che si rivoltarono contro il capo della loro compagnia, la 109 alpina, e contro l'ordine di un assalto frontale al nemico austriaco. Per questo in 80 vennero mandati davanti ad un tribunale straordinario di guerra e processati con l'accusa di rivolta in presenza del nemico, nell'unica sala sufficiente ampia da contenerli: la chiesa del paese. 
  In una notte tra il 30 giugno e il 1o luglio del 1916 quattro di loro furono condannati a morte perché reputati i capi della rivolta. Sono il caporalmaggiore Silvio Gaetano Ortis di venticinque anni, di Paluzza, il paese confinante, i caporali Basilio Matiz di ventidue anni di Timau e Giovanni Battista Coradazzi, ventisette anni, di Forni di Sopra, e il soldato Angelo Massaro, ventotto anni, di Maniago. La vicenda è passata alla storia come la decimazione di Cercivento. 
  Ho voluto aprire i nostri lavori su questa proposta di legge a partire da questa breve testimonianza perché questo tema con tutta evidenza richiede una rilettura dei fatti storici ed è quello che ci siamo proposti esattamente con questa proposta di legge. Una storia lontana che vede al centro oltre un migliaio di fucilati a livello nazionale per reati contro la disciplina e non contro la persona. Nel dopoguerra sostanzialmente questi fucilati vennero dimenticati e l'opera di rimozione è evidentemente un vulnus che, non solo qui in Italia, ma in altri paesi nel mondo intero si è cercato in qualche misura di smuovere. 
  Penso che questa proposta di legge sia in primo luogo dunque un grande contributo che il nostro Parlamento può portare nell'anno del centenario perché è un'azione evidentemente che si mette alla pari, e anzi per certi aspetti oso pensare che sia un passo avanti, rispetto alle azioni che per esempio gli Stati come la Nuova Zelanda nel 2000 oppure il Canada nel 2002 e la Gran Bretagna nel 2006 e con un percorso direi decennale la Francia hanno consegnato alla storia, cioè un percorso di rivisitazione che oggi stiamo cercando di portare all'attenzione dell'intero Paese. 
  Ecco, di che cosa stiamo parlando dunque ? Stiamo parlando di sentenze che hanno comminato queste fucilazioni sulla base di un reato – riporto dalla relazione che introduce la proposta di legge –, di grave entità politica per cui la pena deve servire quasi soltanto di controspinta e non ha che carattere e valore di intimidazione, che astrae dalla personalità del reo per acquistare un significato sociale. 
  Ho letto un brano di una sentenza di fucilazione, tratto proprio dalla relazione. Dunque stiamo parlando di atti che, alla luce del tempo, avevano un significato e che noi oggi cerchiamo di riscrivere con un'ottica molto qualificata e importante. Lo rendo noto a quanti non ne avessero ancora preso atto che nel merito il 4 novembre dell'anno passato furono oltre 90 gli storici che nel nostro Paese hanno scritto alle massime autorità, al Presidente della Repubblica, al Ministro della difesa, per invocare questo ripensamento e, non più tardi dell'inizio del mese di maggio, lo stesso Presidente Mattarella, con un suo intervento molto qualificato, riportato anche dalla stampa nazionale nell'ambito del convegno a Rovereto, si è permesso di esprimere delle opinioni decisamente molto significative che ritengo importante ribadire qui in questa sede. 
  Ecco il ripensamento, dice, è un atto che nasce dagli studi storici per esempio di Alberto Monticone e di Enzo Forcella, che furono tra i primi a scandagliare alla fine degli anni Sessanta già questa vicenda dei fucilati e si tratta di un passo importante, dice sempre e ricorda il Presidente Mattarella, per ritrovare un filo doloroso e accantonato della nostra storia. 
  Sappiamo che è arduo guardare agli eventi del passato con le lenti del presente. Ecco, un Paese dalle solide radici come l'Italia non deve avere il timore di guardare anche alle pagine più buie e controverse della propria storia recente, ricordare e capire non vuol dire necessariamente assolvere o giustificare. La memoria di quei mille e più italiani uccisi dai plotoni di esecuzione interpella oggi la nostra coscienza di uomini liberi e il nostro senso di umanità. 
  Lo scopo di questa proposta di legge è proprio quello di parlare della riabilitazione, e lo in un modo significativo e qualificato perché al momento attuale la legislazione non permette che a fare istanza di riabilitazione sia altri che l'interessato, dietro controprova peraltro di buona condotta, cosa che evidentemente è resa impraticabile per i fucilati. Dunque, solo la riabilitazione militare permette di riacquisire lo status di onore militare perduto a seguito della condanna. 
  Si capisca dunque la motivazione fondamentale della proposta di legge che gioca le sue carte su un terreno molto importante, rispettoso del ruolo della magistratura al punto tale da prescrivere una procedura assolutamente qualificata in questa direzione, cioè qualificata nel senso di un mantenimento assoluto dell'autonomia. Infatti, il compito previsto dalla legge è quello innanzitutto, con un avvio d'ufficio da parte del procuratore generale militare, di riaprire i casi che sono assegnati con questo stesso procedimento di legge e inviarli per una loro rivisitazione al Tribunale militare di sorveglianza per una richiesta di riabilitazione che dunque farà capo non a questa stessa legge ma alla capacità della magistratura di rivisitare questi stessi atti di imputazione sulla falsariga di quanto predisposto dall'articolo 1. 
  Di che cosa stiamo parlando, dunque ? Di una procedura che con questo Parlamento vogliamo iscrivere, che ha un valore molto importante, e cioè salvaguardare l'autonomia del giudizio e, tuttavia, imprimere un orientamento molto chiaro e molto delimitato, per quanto ci riguarda, come Parlamento. 
  Questo è quanto prevede l'articolo 1 con i suoi commi e, soprattutto, poi all'articolo 2 il provvedimento prescrive atti molto significativi in ordine alla trasparenza, perché questa riabilitazione, con tutta evidenza, è orientata a sancire non soltanto delle restituzioni di onore, ma anche a restituire al nostro Paese un profilo diverso da quanto il Paese stesso ha consegnato alla memoria viva delle famiglie e dei caduti nell'ambito del primo conflitto mondiale. Dunque, la trasparenza prevista all'articolo 2 è iscritta con numerosi punti. Il primo anzitutto è l'inserimento di questi fucilati, che fossero riabilitati, nell'albo d'oro per l'onoranza dei caduti; il secondo dato di trasparenza è offerto grazie anche al percorso che abbiamo svolto in audizione presso la Commissione difesa, un percorso che viene consegnato alla comunicazione esplicita nei rispettivi comuni di residenza dei deceduti, perché questo atto di riabilitazione venga evidentemente pubblicato all'albo comunale. In terza istanza, abbiamo un coinvolgimento pieno ed esplicito, dunque, nel pieno disegno della legge, in ordine a questa trasparenza, con un coinvolgimento attorno al profilo di riabilitazione delle scuole superiori di tutto il Paese, affinché partecipino e concorrano alla scritta cerimoniale che verrà affissa con una targa presso il Vittoriano e presso i sacrari di tutta Italia. Credo che questo sia, come dire, un atto particolarmente significativo da parte del provvedimento che prendiamo in esame. E infine, quarto punto di trasparenza, ritengo importante sottolineare che si vuole elaborare questo percorso anche con un'apertura degli archivi della difesa e dell'Arma dei carabinieri per le questioni in oggetto, per offrire la garanzia della massima trasparenza agli studiosi. 
  Ecco, allora, con questo atto, noi pensiamo di aver compiuto, in particolare con il lavoro in Commissione, un percorso veramente qualificato, congiunto. In particolare, mi permetto di ringraziare evidentemente i colleghi di tutti i gruppi politici e parlamentari che hanno espresso una vicinanza a questo provvedimento a prima firma Scanu, ma anche la proposta della collega Basilio si è affiancata ed è stato motivo per tutti di convergenza in maniera piuttosto esplicita e forte. Qual è lo scopo evidentemente di questo orizzonte condiviso a livello politico ? Quello di considerare questa proposta di legge, come avevo annunciato sin dalle prime battute, come una sorta di vero valore aggiunto che offriamo al nostro Paese nell'anno del centenario, come Parlamento, in ordine, in primo luogo, ad un ripensamento del valore della pena di morte, in una stagione in cui la pena di morte è usata anche mediaticamente da forze eversive su scala planetaria – penso all'uso che la morte ha su scala mediatica da parte dei terroristi – e ad additare, invece, il fatto che la pena di morte è una consegna di civiltà che noi vogliamo rigorosamente lasciare alle spalle, ma soprattutto, con questo riconoscimento a livello pubblico, che più volte, ripetutamente, anche in Commissione ho definito una sorta di giubileo civile, poiché si tratta per noi e per il nostro Parlamento, per il nostro Paese, di fare ammenda, di chiedere scusa, di riconoscere gli errori svolti nel nostro passato. 
  Ed infine, mi si permetterà: credo che questo tema di una riabilitazione per gli atti della disobbedienza costituisca indubbiamente anche un'iscrizione molto importante nell'ethos pubblico e nell'ethos civile del valore del perdono. Il tema del perdono, con la richiesta, proprio come dicevo poc'anzi, della targa da affiggere al Vittoriano, è indubbiamente un tema molto delicato. 
  Penso che la civiltà giuridica possa, con questo atto, compiere un vero passo in avanti, soprattutto pensando, appunto, alla virtù che qui vogliamo additare. Credo che, in conclusione, questo provvedimento possa rappresentare, come si è già visto nel voto preliminare che ne ha permesso l'iscrizione stessa all'ordine del giorno, un passaggio importante e qualificante. Il 24 maggio è alle porte: il fatto che questo Parlamento permetta o conceda al Paese questo spazio e questa attenzione di ripensamento della memoria, vogliamo dedicarlo a tutti coloro che ingiustamente hanno perso l'onore, e a cui noi vogliamo, evidentemente, che questo onore sia riconsegnato, e siamo orgogliosi e contenti di poterlo fare come Parlamento italiano (Applausi).