Grazie, Presidente. Mi avvarrò anche io della possibilità che ha dato a qualche altro collega di consegnare l'intervento integrale per la pubblicazione in calce al resoconto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).
Utilizzerò poche parole soltanto per segnare un cambio di passo in questa discussione sui contanti e i pagamenti digitali. Questa discussione, anche negli interventi e nelle mozioni, finalmente, si spoglia del carattere ideologico che ha avuto per molto tempo. Io credo che questo sia molto importante, perché significa anche raccogliere quello che, probabilmente, cominciamo a respirare, quello che sta per arrivare in futuro, ciò che veramente sconvolgerà il sistema dei pagamenti in Europa e nel mondo. Faccio soltanto un esempio per chiarirci.
Se pensate ad un'automobile, negli anni Cinquanta, negli anni Novanta e oggi, a memoria di uomo vediamo delle grandissime differenze. Pensate ai computer negli anni Cinquanta, negli anni Novanta e oggi, come sono diventati. Pensiamo ai telefoni.
Pensate, invece, alle carte di credito, a quella plastica. Sì, ci sono state delle innovazioni, il chip, la striscia della banda magnetica prima e poi il chip, ma essenzialmente è rimasta tale e quale dal 1958. Noi proprio in questo momento – e anche la nuova direttiva sui pagamenti che sta per essere licenziata in Europa ne tiene conto – stiamo invece vedendo una moltiplicazione di modalità di pagamento tutte volte al digitale.
Vedrete che ci saranno veramente dei cambi epocali, ovviamente tutti volti affinché il pagamento sia immediato, sia non ripudiabile, sia interoperabile per non creare monopoli, tale che garantisca la privacy e anche a costi ridotti. Sta per arrivare davvero qualcosa che neanche sappiamo. Ci sono oggi in Europa migliaia di start up che nascono e muoiono e ciascuna crede di avere la soluzione per i pagamenti digitali del futuro. Ci sono questioni nuove che si pongono. Devo dire che, da questo punto di vista, il nostro Garante, già nel giugno dell'anno scorso, ha emanato un primo provvedimento relativo proprio al mobile payment, che affronta anche il tema delicatissimo della profilazione.
Ma ci sono anche grandissime opportunità, perché se pensiamo semplicemente a quello che è lo sviluppo dell'economia dell’e-commerce dell'economia digitale, che ormai è tutta digitale, non si può prescindere appunto dai pagamenti digitali. E, appunto, torniamo alle opportunità.
Secondo McLuhan il denaro è un medium sociale, è un traduttore di lavoro e ha avuto sempre nel tempo una iconicità, anche nei vari passaggi storici. Prima il denaro era una merce e proprio nelle società non alfabete lo scambio avveniva dal baratto. Poi si è incorporato il denaro dentro un prodotto materiale, la banconota, e oggi ritorna ad essere un credito, dentro appunto una carta di credito. In questo modo c’è una chiusura del cerchio e lo scambio commerciale diventa anche un movimento di informazioni.
Questa è l'opportunità che dobbiamo cogliere. È un'opportunità collaterale. Pensate un po’ alla fatturazione elettronica, a lungo osteggiata da più parti, e che oggi è portata dalle imprese come opportunità, perché, soprattutto per quelle piccole e medie, riduce i costi gestionali. Lo stesso fanno i pagamenti digitali.
Proprio due giorni fa si è svolto a Montecitorio – mi avvio a concludere – un evento, il «No cash day», che ha visto la partecipazione di diversi attori, dalla Banca d'Italia all'Agid, ma soprattutto di diversi amministratori locali, assessori che vivono sul territorio. Tutti hanno concordato sul fatto che, se si aumentassero le transazioni digitali, i costi dei servizi pubblici potrebbero diminuire. Verrebbero infatti eliminati o abbassati, grazie alla digitalizzazione delle operazioni, ad esempio oneri per la registrazione dei documenti cartacei, quelli per l'invio per posta di ricevute e altri documenti, i costi di gestione di cassa.
Insomma, il 45 per cento dei pagamenti in questo Paese avviene verso la pubblica amministrazione. Fare viaggiare con il pagamento un'informazione significa far partire dall'altra parte immediatamente l'attivazione di un servizio. Se lo fa la pubblica amministrazione, anche nel settore privato, dove i cittadini agiscono da consumatori, la diffusione dei pagamenti elettronici sarà più veloce. La diffusione dei pagamenti digitali nella pubblica amministrazione e la conseguente riduzione del contante, quindi, non sarebbero una limitazione delle libertà, anzi, sarebbero proprio un aumento delle possibilità per la libertà individuale di ciascuno per operare nei rapporti più trasparenti con la pubblica amministrazione anche da casa.
Insomma questa è la sfida. Se incentiveremo, quindi, anche nella pubblica amministrazione i pagamenti digitali, i vantaggi in termini di trasparenza saranno enormi, in termini di velocità dei servizi, riduzione di contenziosi sui pagamenti e potranno traslare anche nei rapporti tra privati, superando una condizione che ci vede ultimi in Europa. Questa è la sfida, e credo che il Parlamento e il Governo nel loro complesso se ne debbano fare carico. La mozione del Partito Democratico prova proprio a segnare su questo un cambio di passo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).