A.C. 3027-A
Grazie, Presidente. La Moldova, come la Georgia che tratteremo poi, fa parte di quelle Repubbliche nate dopo il crollo del muro di Berlino nel novembre del 1989 e il successivo dissolvimento dell'Unione Sovietica decretato il 26 dicembre del 1992. La Moldova è uno Stato cuscinetto tra l'Ucraina e la Romania, di cui è storicamente e culturalmente componente. La Moldova è stata per almeno due decenni al centro di forti tensioni sociali e di moti scissionistici dalla sua parte orientale, la Transnistria, proclamatosi Stato autonomo riconosciuto dalla Russia, ma non dall'Europa e dalle organizzazioni internazionali. Diversamente dalle altre Repubbliche ex sovietiche, le tre Repubbliche baltiche, Lituania, Lettonia ed Estonia, che hanno trovato nell'Unione europea la possibilità di progresso civile e democratico, la Moldova, per le caratteristiche cui abbiamo succintamente accennato, ha vissuto e vive tuttora un travagliato processo democratico e sociale di cui ancora adesso non è possibile delineare gli sbocchi. L'Unione europea ha cercato con ogni mezzo la via per indicare all'est europeo nel suo complesso il percorso della democrazia e della cooperazione. Da lì è nata la strategia del cosiddetto partenariato europeo che costituisce il versante est della politica europea di vicinato. Lanciato nel 2009 al vertice europeo di Praga il partenariato si è ripromesso di stimolare i necessari processi di avvicinamento all'Europa da parte delle ex Repubbliche sovietiche, dell'Ucraina, della Bielorussia, dell'Armenia, della Georgia, dell'Azerbaijan e della stessa Moldova.
Strumento essenziale del partenariato orientale sono gli accordi di associazione che si prefiggono la creazione di aree di libero scambio tra ognuno di questi Paesi e l'Unione europea. La novità principale del nuovo accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Moldova, dall'altra, oltre alle forme più strette di cooperazione previste dall'ampliamento delle forme di intervento, sta qui la novità più importante, vale a dire nella previsione della creazione di una vasta area di libero scambio come già avviene per altri Stati europei che non fanno parte dell'Unione. In un periodo di così alte tensioni e il riferimento è in questo caso all'Ucraina, ciò può essere un segnale anche alla Russia che un'altra strada è possibile rispetto alla contrapposizione e alla divisione storica dell'Europa.
In definitiva, si può ben dire che l'accordo costituisce una peculiare forma di partenariato in gran parte assimilabile in ogni campo alla Carta dei diritti fondamentali funzionante all'interno dell'Unione europea, che sono i diritti di libera circolazione, di giustizia, di politica estera e di sicurezza. Per queste ragioni e nonostante naturalmente i pericoli e i problemi che noi affronteremo ogni giorno, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico alla ratifica dell'accordo (Applausi dei deputati del gruppo del Partito Democratico).