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Contenere l’aumento della temperatura media globale
Creato un sistema di governance; previsto un sostegno ai paesi in via di sviluppo con il Green Climate Fund
Per la prima volta un accordo sul clima è stato approvato da tutti; è entrato in vigore il 4 novembre 2016
“Non ereditiamo la terra dai nostri antenati,
la prendiamo in prestito dai nostri figli”
Limitare l’aumento della temperatura globale entro
l’1,5 gradi centigradi rispetto a l’era preindustriale.
È questo il principale obiettivo sottoscritto con gli
Accordi sul clima di Parigi di dicembre 2015. Un
obiettivo che sarà perseguito attraverso l’istituzione
di un fondo internazionale per la diffusione delle
energie verdi, compensazioni finanziarie per i paesi
più poveri e un monitoraggio costante dei risultati
di ciascun paese. L’Italia ha ratificato l’accordo a
ottobre 2016. La decisione del Presidente Donald
Trump, giugno 2017, di ritirare gli Stati Uniti
dall’accordo di Parigi rappresenta sicuramente un
fatto negativo (Leggi l’ansa). Compito dell’Europa,
adesso, è guidare l’attuazione dell’accordo di Parigi
sul clima.
I PAESI COINVOLTI ED ENTRATA IN VIGORE
Il 12 dicembre 2015 a Parigi nell’ambito della
COP 21 (la 21 esima Conferenza delle Parti che
aderiscono alla Convenzione quadro delle Nazioni
Unite sui cambiamenti climatici) ben 195 paesi
hanno adottato l’accordo di Parigi, un risultato
senza precedenti. Alla cerimonia della firma aperta
alle Nazioni Unite a New York il 22 aprile 2016,
giorno della Terra, hanno partecipato 170 capi di
stato e di governo. L’accordo è entrato in vigore
sei mesi prima del previsto ossia il 4 novembre
2016, un mese dopo il superamento dei due criteri
previsti e cioè la ratifica di almeno 55 paesi che
rappresentano almeno il 55% delle emissioni di
gas serra globali.
IMPEGNI PER TUTTI…
Per la prima volta un accordo per il clima coinvolge
tutti i paesi: dai paesi industrializzati ai nuovi
giganti economici ai paesi in via di sviluppo. Ogni
paese ha presentato il proprio piano nazionale (NDC - nationally determined contribution) sulla
base delle proprie capacità e necessità, con
al centro la mitigazione, e dunque la riduzione
delle emissioni di gas serra, e l’adattamento per
attenuare l’impatto dei cambiamenti climatici.
Previsti anche meccanismi per sostenere il
trasferimento di tecnologie. Per l’Unione europea
l’impegno è definito dal pacchetto clima energia
al 2030 adottato dal consiglio europeo nell’ottobre
2014 durante il semestre di presidenza italiana e
prevede -40% di emissioni di gas serra al 2030,
almeno +27% di rinnovabili nel consumo finale di
energia e almeno +27% efficienza energetica.
….OPPORTUNITA’ PER L’ITALIA
Lo sviluppo di un’economia a bassissime emissioni
di carbonio ci dà l’opportunità di svilupparci nei
settori chiave del futuro e tra questi energia pulita
con efficienza energetica e rinnovabili, attività
produttive a emissioni zero, mobilità sostenibile,
recupero di materia e economia circolare e
consentirà alle nostre imprese di aumentare la
propria competitività. Dagli impegni per il clima
deriva anche una maggiore attenzione alla gestione
del territorio e all’agricoltura così come a rendere
intelligenti le nostre città.
PRINCIPI
Tra i principi fondamentali dell’Accordo c’è quello
della giustizia ambientale in termini di equità tra
generazioni, per preservare le risorse naturali e
consentire alle generazioni future di godere delle
nostre stesse condizioni di vita sul pianeta, e di
equità tra persone e paesi visto che sono i più
poveri a essere i più vulnerabili, i più esposti agli
impatti catastrofici di cambiamenti climatici che
non hanno determinato. Fermare il riscaldamento
globale è il modo migliore per eliminare una delle
maggiori minacce alla sicurezza globale e per
scongiurare le migrazioni dovute alla mancanza
di risorse naturali, stimate dall’Alto commissariato
per i rifugiati in flussi di 250 milioni di persone al
2050. Lavorare per il clima è lavorare per la pace.