8
Stop alle dimissioni firmate al momento del contratto
Moduli online a numerazione progressiva validi solo 15 giorni
2 milioni di dipendenti, il 60% donne
DIMISSIONI IN BIANCO: MAI PIU’
Mai più dimissioni “in bianco”. Mai più far firmare
al lavoratore - ma, più spesso, alla lavoratrice -
la lettera di dimissioni all’atto dell’assunzione,
dunque nel momento di massima debolezza, che
permetteva poi al datore di lavoro di “liberarsi” di
quel lavoratore o lavoratrice a sua discrezione e
senza corrispondere alcuna indennità.
La nascita di un figlio, una malattia o un infortunio,
potevano essere tutti motivi per licenziare
indiscriminatamente una persona.
Con le nuove procedure introdotte non potrà più
accadere. Dopo nove anni, abbiamo riconquistato
una norma di civiltà varata nel 2007 e poi, come
primo atto del suo Governo, abrogata da Berlusconi
nel 2008.
FERMATO UN ABUSO SULLE LAVORATRICI
I dati dimostrano che si trattava di una delle piaghe
più sommerse e invisibili del mercato del lavoro in
Italia, una “clausola nascosta” che colpiva 2 milioni
di dipendenti e che nell’80% dei casi restava un
reato taciuto e, quindi, impunito.
È l’ISTAT a dire che 800 mila donne nate dopo il
1973 sono state licenziate o costrette a dimettersi
dopo la maternità. Una pratica diffusa soprattutto
nel mondo delle piccole imprese.
MASSIMA EFFICACIA
È stato un provvedimento che sostiene le lavoratrici
e i lavoratori e aiuta le imprese sane. Ora, infatti, vige
l’obbligo di dare dimissioni volontarie attraverso
la compilazione di un modulo online, gratuito e
facilmente scaricabile sul sito del Ministero del Lavoro, con numerazione progressiva e una validità
massima di 15 giorni.
Dove prima c’era l’arbitrio, ora ci sono certezza
e trasparenza. Il Jobs Act ha portato con sé,
dunque, una norma che ha restituito alle persone,
alle donne, ai giovani e alle ragazze un diritto.