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SE È D’AZZARDO
NON È PIÙ UN GIOCO

Nuove regole per evitare
il pericolo della dipendenza

Obiettivo

Ridurre l’offerta dei giochi, tutelare la salute dei giocatori e l’ordine pubblico

Chi ne beneficia

I soggetti più a rischio ludopatia, soprattutto i minori

Finanziamento

50 milioni di euro annui per contrastare le dipendenze dal gioco.

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“Smetto quando voglio, solo un’altra partita, non è vero che sono dipendente”. E invece vite rovinate e famiglie distrutte. Il gioco d’azzardo può diventare molto pericoloso, può provocare dipendenza anche grave, può isolare le persone in una bolla autodistruttiva, un buco nero da cui diventa difficile uscire. Con il rischio di far del male non solo a se stessi, ma anche alle persone care, quasi senza accorgersene se non quando ormai è troppo tardi. Perché la ludopatia non è un gioco, ma una vera e propria malattia. Negli anni della crisi le vittime sono purtroppo aumentate. Per questo il Governo è intervenuto per tutelare la salute dei giocatori, assicurare l’ordine pubblico e contrastare il gioco illegale - offerto dai canali online internazionali - con un impatto positivo soprattutto nel contrasto e nella lotta al gioco d’azzardo patologico. Sono state approvate, infatti, misure per tutelare i più deboli, soprattutto i minori:
- vietata la pubblicità dei giochi con vincita in denaro su radio e TV generaliste dalle ore 7 alle ore 22 di ogni giorno;
- prevista una campagna di informazione e sensibilizzazione, in particolare nelle scuole, sui fattori di rischio connessi al gioco d’azzardo;
- ridotto della metà il numero delle sale e di un terzo quello degli apparecchi di gioco che entro il 30 aprile 2018 passeranno dagli attuali 400 mila a non più di 265 mila;
- imposto il rispetto di parametri di distanza da luoghi sensibili quali scuole, luoghi di aggregazione giovanili e di culto;
- aumentata la tassazione sulle slot machine;
- stanziati 50 milioni di euro annui per la prevenzione, la cura e la riabilitazione delle patologie connesse alla dipendenza da gioco d’azzardo.




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