Il Partito Democratico chiama a raccolta per un sit-in di fronte Montecitorio mercoledì alle 14.30 i sindaci e gli amministratori dei nuovi comuni costituiti in questi anni a seguito di fusioni.
Costoro infatti sono protagonisti di una grave e illogica giustizia. Come il Partito Democratico denunciava da mesi (con emendamenti e ordini del giorno - a firma del capogruppo in Commissione Bilancio Marattin - sempre bocciati dalla maggioranza), il budget, circa 46 milioni, stanziato dai governi Pd nella scorsa legislatura per finanziare gli incentivi alle fusioni dei comuni non è più sufficiente a garantire ad ogni comune il contributo straordinario a cui ha diritto, e sulla base del quale i cittadini avevano votato nei referendum. Il motivo è che il numero di fusioni - come risposta agli incentivi rafforzati dal Pd negli anni scorsi - sta rapidamente aumentando, e - in conseguenza del rifiuto da parte del governo di ritoccarlo al rialzo - il budget stanziato non basta più. E quindi ogni comune si vede decurtato sostanzialmente il contributo a cui aveva diritto, in percentuali che arrivano fino al 60%.
Togliere risorse importanti a centinaia di comuni a metà anno (con bilanci già approvati da mesi e alla vigilia, a fine luglio, della dichiarazione sulla sussistenza degli equilibri di bilancio negli enti locali) è una grave e illogica ingiustizia, e costringerà questi comuni a pesanti tagli ai servizi.
Il Partito Democratico è convinto che le fusioni siano un pezzo importante del complessivo riordino istituzionale di cui il Paese ha bisogno; ma anche se si è - legittimamente - convinti del contrario, non c’è alcuna ragione per perpetrare un’ingiustizia del genere a tanti amministratori (e ai propri cittadini). Il Pd chiede al governo di rimediare, inserendo nel primo provvedimento utile i circa 30 milioni che sono necessari per risolvere il problema. In una manovra correttiva di 7,6 mld, e con più di 640 miliardi di spese finali complessive nel settore pubblico, si tratta di una spesa decisamente sostenibile. E utile.