Lavoro

La nostra proposta contro il lavoro povero, contro la precarietà

16/03/2023

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Contro il lavoro povero e la precarietà

Il Partito democratico ritiene prioritaria l'approvazione della legge sul salario minimo per dare una risposta ad oltre tre milioni di lavoratori poveri. Lavoratori che la presidente Meloni e la destra non vogliono vedere, perché credono possano migliorare la loro condizione di sfruttamento con un taglio delle tasse sul lavoro che, su stipendi così bassi, non incide quasi nulla.

Proseguiremo la nostra battaglia per il salario minimo con una proposta di legge presentata a inizio legislatura alla Camera e che tiene conto del dialogo sociale con i sindacati avviato la scorsa legislatura.

Vogliamo ridurre la precarietà andando a sfoltire la giungla dei contratti pirata e precari, per un lavoro dignitoso e di qualità. La destra, come sempre e come ci ha confermato oggi la presidente Meloni alla Camera, sarà dall'altra parte, come dimostra anche l’annunciata deregulation dei contratti di lavoro a tempo determinato.

Dalla presidente del Consiglio ci si aspettano risposte serie, concrete, efficaci soprattutto quando il tema è così urgente e drammatico come la lotta alla precarietà ed il contrasto agli stipendi da fame. Invece Giorgia Meloni, evidentemente incapace di dare queste risposte, sceglie di buttare la palla in tribuna, di fuggire alle proprie responsabilità, di chiamare in causa i governi precedenti.

Sul piano sociale l’azione di questa destra al governo si definisce con le parole incapacità, approssimazione e insensibilità che hanno ispirato le scelte compiute fino ad ora, a partire da una legge di Bilancio pensata per colpire i poveri e i più fragili.

Sull’introduzione del salario minimo andremo avanti perché la dignità del lavoro non può essere calpestata.

Finalmente l’ufficio di Presidenza della commissione Lavoro ha deciso di calendarizzare per la prossima settimana l’esame in sede referente e la discussione delle proposte di legge sul salario minimo.

Le nostre sono la C.210 a prima firma Serracchiani, e la C.216 a prima firma Laus.

 

 

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