Gestione acque

19/04/2016

Acqua bene comune e diritto universale

Acqua di buona qualità, erogata senza interruzioni e ad un costo sostenibile.

Dopo la proposta di legge di iniziativa popolare presentata nel 2007 e il referendum del 2011, la Camera ha approvato la legge che definisce i princìpi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque riportando il tema all’interno dell’ordinamento europeo.

Cuore della legge è la definizione dell'acqua come bene naturale e diritto umano universale. In quanto tale:

  • il diritto all’acqua potabile di qualità e ai servizi igienico-sanitari deve essere garantito senza interruzioni;
  • l’acqua è un bene comune e tutte le acque superficiali e sotterranee sono pubbliche e non mercificabili;
  • l’acqua costituisce una risorsa che è salvaguardata e utilizzata secondo criteri di efficienza e solidarietà, responsabilità e sostenibilità;
  • l’erogazione giornaliera per l’alimentazione e l’igiene umana, in quanto diritto umano universale, si basa sul quantitativo minimo vitale gratuito di 50 litri giornalieri che viene garantito anche in caso di morosità;
  • l’uso dell’acqua per il consumo umano è prioritario rispetto all’uso per l’agricoltura e per l’alimentazione animale; per tutti gli altri usi è favorito l’impiego dell’acqua di recupero.

Il servizio idrico integrato può essere affidato anche in via diretta a favore di società interamente pubbliche in possesso dei requisiti prescritti dall'ordinamento europeo e, per quanto riguarda il finanziamento del servizio,  le norme stabiliscono che sia finanziato dalla tariffa del servizio stesso, dalle risorse nazionali nonché dalle risorse europee destinate alla realizzazione delle opere necessarie ad assicurare i livelli essenziali su tutto il territorio nazionale. 

Il provvedimento passa ora al Senato per l’approvazione definitiva.

 

 

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