Giustizia

La destra approva il decreto giustizia: un obbrobrio giuridico inutile e dannoso

28/12/2022

 

IL PROVVEDIMENTO ANDAVA SEMPLICEMENTE RITIRATO MA LA MAGGIORANZA NON HA SENTITO RAGIONI

 

Sorda alle proteste delle opposizioni e agli appelli dei giuristi, la maggioranza approva il c.d. decreto rave.

Un provvedimento, primo decreto del governo Meloni, che affronta ben quattro argomenti differenti tra loro:

  • introduce un nuovo reato contro i rave;
  • regola l’accesso ai benefici penitenziari per i condannati per reati ostativi;
  • abolisce l’obbligo vaccinale per i medici, reintegra i medici non vaccinati e sospende le multe per i no vax;
  • infine rinvia la riforma Cartabia.

 

Abbiamo chiesto che questo decreto venisse ritirato ma il centrodestra, preda di un’ondata di populismo penale e della volontà di sventolare una norma bandiera, ha preferito tirare dritto, bocciando tra l’altro tutti gli emendamenti presentati alla Camera dal Pd-Idp.

Ci siamo trovati davanti ad un muro. E il risultato è un vero e proprio obbrobrio giuridico, una macedonia con frutti avariati.

Questo provvedimento farà male al nostro Paese perché non risolverà nulla e complicherà ulteriormente le cose. (…). Il provvedimento, sotto il profilo politico, è un manifesto di propaganda della destra, non solo per la concezione repressiva e securitaria dell'uso della sanzione penale, peraltro con pene spropositate, ma anche perché abolisce l'obbligo vaccinale per i medici. Così, come primo atto, il governo ha strizzato l'occhio alle frange più estremiste della società

In Aula abbiamo usato tutti i mezzi a disposizione per cercare di non far passare la conversione in legge di questo decreto. Abbiamo presentato 69 ordini del giorno, tutti i nostri deputati iscritti a parlare in dichiarazione di voto, due sedute fiume durate l’intera notte, una con gli interventi sugli odg e l’altra con gli interventi in dichiarazione di voto, abbiamo cercato di spiegare in tutti i modi i molteplici motivi della nostra contrarietà ma la maggioranza non ha voluto sentire ragioni, arrivando ad usare la ghigliottina per stroncare il dibattito parlamentare, approvando infine il testo.

 

 

 

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