Istituzioni

Pdl Foti: limita la libertà di culto ed è discriminatoria

08/05/2024

UNA NORMA INGIUSTA, BAGLIATA E INCOSTITUZIONALE 

 

La proposta di legge, a prima firma Foti, è di fatto un travestimento, un’operazione mimetica di una misura il cui obiettivo ultimo è limitare la libertà di culto di alcune confessioni religiose e che viene mascherata da asettica misura di carattere urbanistico.

Ad una prima lettura, la norma è volta a dettare nuovi criteri per l’applicazione alle associazioni di promozione sociale che svolgono attività di culto della normativa di favore prevista dal Codice del Terzo settore per il cambio di destinazione d’uso dei locali utilizzati come sedi degli enti del terzo settore.

Con la proposta di legge avanzata da Fratelli d’Italia si stabilisce che l’articolo 71 del Codice non si applica alle associazioni di promozione sociale che svolgono attività di culto di confessioni religiose, i cui rapporti con lo Stato non sono regolati sulla base di intese, quando “non rispettino gli standard di sicurezza e accessibilità”, individuati con un apposito decreto ministeriale.

Le due principali confessioni senza intesa riguardano gli evangelisti e quanti seguono la religione islamica, per cui le loro associazioni per poter continuare a svolgere attività di culto nelle loro sedi dovranno dipendere da quanto deciso con un decreto ministeriale.

Quella approvata alla Camera, con il voto contrario del Pd, è una norma di compressione delle libertà, l'ennesima che questo governo sta mettendo in atto dal suo insediamento, una norma sbagliata, ingiusta e pericolosa.

È chiaro che procurare un vulnus all'esercizio del culto costituisce un serio problema. In questo momento storico, avere un rapporto con le comunità islamiche sul territorio significa avere un rapporto con gli imam, significa integrare queste comunità, significa evitare radicalizzazioni, impedire alle giovani generazioni di cedere alle fascinazioni di un Islam de-culturalizzato, spesso un Islam violento del web.

È chiaro che si tratta di una iniziativa propagandistica, l’ennesima del governo Meloni, volta a colpire la comunità islamica, incostituzionale, come è stato ricordato, e pericolosa sul piano sociale e dell’ordine pubblico, poiché fa venir meno interlocutori preziosi per un dialogo interreligioso e interculturale e, di fatto, rischia di favorire la radicalizzazione e l’estremismo violento di matrice jihadista, spingendo verso la clandestinità chi vuole soltanto professare la propria fede religiosa.

Ci auguriamo che presto si appuri l'incostituzionalità di questa norma.

 

 

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