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Difendere le vittime e combattere il bullismo in Rete.
Blocco dei siti Internet, coinvolgimento di istituzioni e scuole.
203 mila euro nel triennio 2017-2019.
CYBERBULLISMO, ORA I GIOVANI POSSONO
DIFENDERSI
Mentre questa legge veniva votata, lo scorso 17
maggio, in tribuna alla Camera era presente il
papà di Carolina Picchio, una ragazza di appena
14 anni morta suicida per un video diffuso in Rete.
Approvandola abbiamo pensato a lui, alla sua
testimonianza e alla sua tenacia, che ha contribuito
ad accendere i riflettori su un fenomeno che ferisce
e stravolge le vite di tanti, troppi ragazzi.
Non c’erano norme che consentissero di
contrastare e prevenire il bullismo in Rete.
Bisognava intervenire e noi l’abbiamo fatto.
CONTRASTO
La vittima di atti di cyberbullismo, anche se
minorenne, può chiedere al gestore del sito internet,
del social media o del servizio di messaggistica
di oscurare, rimuovere o bloccare i dati personali
(video, post, foto) diffusi in rete. Se i gestori non si
attivano entro 24 ore, può inoltrare la sua richiesta
al Garante per la Privacy, che interviene entro due
giorni.
Insieme a questo è previsto che il Questore possa
convocare il “bullo” per ammonirlo e renderlo
consapevole della gravità del gesto compiuto,
anche per evitare l’azione penale.
Anche in ambito scolastico il dirigente è tenuto
ad attivare percorsi di sostegno alle vittime e di
rieducazione dei “bulli” inserendo nei regolamenti
di istituto, in proporzione alla gravità degli atti,
specifiche sanzioni disciplinari ispirate alla funzione
rieducativa.
PREVENZIONE
La legge prevede l’individuazione in ogni scuola
di un docente di riferimento su questi temi, il finanziamento di progetti elaborati da reti di scuole
per il contrasto del cyberbullismo e l’educazione
alla legalità, il coinvolgimento degli studenti anche
attraverso programmi di educazione all’uso
consapevole della Rete e campagne informative e
di sensibilizzazione.