"Il ministro Giorgetti sa che trovare le risorse per confermare le misure come il taglio del cuneo e dell'IRPEF e per ridurre il deficit sarà un problema di questo governo dopo il 9 giugno. Per questo motivo il governo Meloni è un governo a tempo e dopo le europee arriverà la realtà." Lo ha detto in Aula alla Camera il deputato dem Claudio Mancini, durante la discussione generale del Documento di Economia e Finanza.
"Il ministro - ha aggiunto Mancini - ha un altro grande problema: l'incosapevolezza della sua maggioranza, l’abbiamo sentito anche oggi. Rivendicano dati sul Pil che sono frutto anche delle politiche dei governi precedenti, mentre la realtà che hanno creato è sempre più dura. Realtà che riguarderà anche l'opposizione, ma la differenza gli italiani la conoscono: davanti alle difficoltà le forze del centro sinistra e il Partito Democratico ci sono sempre state, la destra è sempre scappata."
“La maggioranza ha voluto cambiare gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza quando i progetti erano ormai in fase di attuazione e ha voluto modificare la governance, accentrando tutto nelle mani del plenipotenziario ministro Fitto per brama di potere e dirigismo centralista generando burocrazia e togliendo fondi all'economia reale”.
Lo ha detto in Aula alla Camera, il deputato dem Claudio Mancini, componente della commissione Bilancio, nel
corso della discussione generale al dl Pnrr.
“Oggi - ha continuato l'esponente Pd - il governo si illude di poter affrontare i ritardi con i commissariamenti, ma con questo decreto certifica il suo fallimento sul Pnrr".
"Mentre con la scusa del Pnrr il
Governo aumenta le strutture di diretta collaborazione politica dei ministeri e dei commissari, taglia 1,2 miliardi alla sanità, nonostante anche le regioni a guida centrodestra avessero chiesto un impegno diretto. Torna la storica ricetta della destra sul tema: ticket più alti per la sanità pubblica, accreditamenti più ricchi per quella privata. In questo decreto - ha concluso Mancini - non vediamo un’idea, non vediamo uno slancio per il bene comune, ma solo ottusità burocratica e brama di ulteriore occupazione del potere".
“Confermati i tagli al sistema sanitario. La maggioranza con il placet del governo ha bocciato i nostri emendamenti al Pnrr che, coerentemente a quanto richiesto dalla Conferenza dei presidenti di Regione, prevedevano l’abrogazione della norma che cancella dal Pnrr la misura “verso un ospedale sicuro”. Siamo davanti a un incomprensibile e scellerato attacco al sistema sanitario che avrà effetti pesanti sulle casse regionali visto che molte regioni, come è stato ribadito in commissione, hanno già attivato la programmazione e sviluppato rilevanti progetti di edilizia sanitaria che sono in avanzato stato di definizione”. Così i deputati democratici della commissione Bilancio della Camera, Ubaldo Pagano, Maria Cecilia Guerra, Silvio Lai, Claudio Mancini e Silvia Roggiani.
“L’approvazione da parte delle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera dell’emendamento bipartisan al Decreto Milleproroghe che proroga la moratoria del taglio dei contributi all’editoria di altri 24 mesi è certamente una buona notizia. Ora però non si deve perdere tempo e occorre lavorare con serietà ad una revisione organica della normativa a tutela del pluralismo dell'informazione. Al centro deve essere posto il diritto del cittadino ad una informazione corretta e puntuale”.
Lo dichiarano i deputati democratici Mancini, Bonafé, Cuperlo, Fornaro, Mauri, Guerra, Lai, Pagano e Roggiani, firmatari dell’emendamento 7.18 al Dl Milleproroghe.
“Ho presentato in commissione bilancio al decreto Sud un emendamento per semplificare e uniformare le procedure di affrancazioni a Roma”. Lo afferma il deputato dem Claudio Mancini, segretario della commissione Bilancio della Camera.
“Con questo emendamento - conclude Mancini - sarebbe possibile sanare una profonda ingiustizia che al momento rende costoso e complesso per molti cittadini di Roma Capitale completare queste pratiche e godere fino in fondo del diritto alla casa, che è il senso vero dell’edilizia popolare. Sappiamo che altre forze politiche della maggioranza hanno presentato proposte di legge nella stessa direzione, spero che tutti i gruppi possano convergere su questa proposta così da renderla immediatamente operativa”.
“Insieme ai colleghi Curti e Orfini ho depositato un emendamento al Decreto Sud in commissione Bilancio per proporre l’allargamento della Zona Economica Speciale a tutti i territori dell’ex Cassa del Mezzogiorno, comprendendo quindi anche le provincie di Latina e Frosinone e gli altri territori di Lazio e Marche una volta compresi sotto questo istituto”.
Lo dichiara il deputato del Partito Democratico, Claudio Mancini, segretario della commissione Bilancio.
“Come già fatto nel 2020 con un emendamento a mia firma per il fondo per la deindustrializzazione - aggiunge - chiediamo che la Zes, ampliata a tutto il Meridione dal decreto, sia allargata a queste aree dato vi è una profonda omogeneità e contiguità economica tra i territori esclusi e il resto del Mezzogiorno. Speriamo che il governo accolga la proposta. Se si dovesse proseguire sulla strada tracciata dalla maggioranza, si perpetuerebbe una profonda ingiustizia e un danno alle provincie e i comuni esclusi. Oltre alla mancata applicazione degli incentivi e delle semplificazioni - conclude - è, infatti, possibile che investimenti già previsti in questi territori migrino verso aree ora comprese nella Zes, creando un’orribile competizione al ribasso tra territori vicini”.
Taglia senza vergogna, pensando nessuno se ne accorga
Come Partito Democratico ci asteniamo sul rendiconto e votiamo contro il vostro assestamento. Mentre nel rendiconto ci sono, infatti, i risultati dei governi precedenti che ci hanno fatto uscire dalla crisi pandemica e dalla prima parte della crisi bellica, nell’assestamento abbiamo invece l’immagine di quello che gli annunci, le azioni, le proposte e le posizioni del governo Meloni hanno generato in questi 10 mesi. Il rendiconto mostra come anni di politiche incentrate su spinta alla crescita, investimenti e scelte coraggiose abbiano portato il Paese a dicembre dello scorso anno ad una crescita del 3,3%, con un’occupazione che segnava un +4,3%. I numeri, quindi, hanno dato ragione ai governi precedenti e alle scelte compiute nell’interesse del Paese. Rivendichiamo quelle scelte coraggiose, siamo orgogliosi di aver superato il paradigma rigorista in quegli anni e di aver portato in Italia un grande piano di investimenti per la modernizzazione del Paese come il PNRR.
Mentre cercate di dare la colpa a chi vi ha preceduto, i dati dell’assestamento vi inchiodano alle vostre responsabilità. Senza vergogna il governo ci dice che taglierà 3,2 miliardi per il sostegno al reddito, 106 milioni alla rivalutazione dei trattamenti pensionistici, 679 milioni per la riduzione degli sgravi contributivi e 434 milioni per i pensionamenti anticipati. A questo, aggiungete tagli alla spesa in conto capitale con l’azzeramento di fondi che servono a rinnovare e rilanciare il Paese. Azzerate il fondo per il trasferimento tecnologico, azzerate il fondo per la ricerca e lo sviluppo industriale biomedico, azzerate i contributi agli investimenti e alle imprese, azzerate il fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell’attività d’impresa. Nell’assestamento si certifica che avete tagliato gli investimenti e state lavorando alacremente per sabotare Il Piano di Ripresa e Resilienza dell’Italia. Il bello è che avete la faccia tosta di pensare che nessuno se ne accorga. Ma non è così e i numeri testardamente vi daranno torto.
Così Claudio Mancini, deputato Pd e segretario in commissione Bilancio, intervenendo in Aula durante la dichiarazione di voto.
“Non c’è niente da fare, quando Salvini parla di Roma è come il Dottor Stranamore, perde il senso della misura e ritorna il solito trombone antiromano. Non è un caso se il suo Partito a Roma e nel Lazio, conti poco e sia sempre stato irrilevante.
Lo dichiara Claudio Mancini Deputato del Partito Democratico
“Alla vigilia dell'assegnazione dell’EXPO e durante la preparazione del Giubileo- conclude il deputato Dem -, un vice premier dovrebbe evitare di parlare di “tonnellate di monnezza” se non vuol far credere di remare contro obiettivi che tutti dovrebbero sostenere con convinzione".
"Il rendiconto e l'assestamento di bilancio oggi in discussione ci dimostrano la differenza tra la spinta alla crescita dei governi post pandemia e l'immobilismo di questo governo. Dopo aver criticato per anni l’austerità, questa maggioranza si vuole accreditare agli occhi dei possibili nuovi alleati in Europa e quindi gioca a tirare i cordoni della borsa, lasciandola aperta solo per garantirsi il consenso di una parte di Paese a cui dovete dare tutto quello che avete promesso." Lo ha detto in Aula Claudio Mancini deputato del Partito Democratico intervenendo in discussione generale sul rendiconto e l'assestamento di bilancio.
"Tagliate servizi, investimenti, lasciate gli enti locali in balia di loro stessi, azzoppate il PNRR e le sue riforme e poi però fate condoni, spaccate l’Italia con l’autonomia e tagliate le tasse alle partite IVA che guadagnano tra i 65 mila e i 90 mila euro. Tutto questo mentre il Paese affoga tra innalzamenti del costo della benzina, inflazione, voucher, precariato e togliete pure le misure per il sostegno al reddito”, ha aggiunto Mancini.
“Le stime della crescita pubblicate dalla Commissione europea in questi giorni sono il frutto delle decisioni di austerità e di calcolo elettorale prese dal governo Meloni", ha concluso il dem.
“Oggi Eurostat e ISTAT certificano che mentre cala dello 0,3% la crescita italiana, l’eurozona si rilancia con una crescita uguale in senso opposto. Francia, Spagna e Germania si rilanciano mentre noi rallentiamo”. Così ha commentato i dati della crescitail deputato democratico Claudio Mancini, segretario della commissione Bilancio alla Camera.
“Questo discesa è frutto di scelte miopi in un contesto che richiede coraggio. Come affermato da varie parti e da ultimo dal Financial Time, con i tassi di interesse in risalita e l’incertezza attuale le scelte miopi del governo di ridurre la spesa pubblica - tagliando su Superbonus, incentivi e supporto alla domanda - ci stanno portando verso una sempre più probabile recessione.” Conclude Mancini.
Il governo con questo decreto riconosce che la crisi energetica è un problema, ma non mette in campo alcuna soluzione per famiglie e imprese, né sembra avere una strategia per una vera transizione verde che sia giusta e a misura di tutti. Come Partito Democratico ribadiamo come anche su questo provvedimento si è ripetuta una tendenza che ormai il governo ha fatto propria: si apre alle opposizioni pubblicamente, ma poi si rifiuta ogni forma di collaborazione. Per questo i nostri tentativi di migliorare questa legge sono stati rispediti al mittente. Abbiamo chiesto che venissero aumentate le misure a supporto di Piombino e Ravenna, che ospiteranno i rigassificatori con l’aumento dall’1% al 2% del valore dell’opera, da destinare ai territori stessi. Ma anche questa richiesta è caduta nel nulla. Mentre i prezzi delle bollette rimangono alti, le misure adottate dalla maggioranza sono parziali e poco efficaci. Potevate prolungare i crediti d’imposta per l’acquisto di energia elettrica e gas a favore delle imprese, energivore e non. Potevate azzerare i costi di gestione anche per la spesa energetica e non solo di quella del gas. Potevate adottare molte misure per continuare a tenere basse le bollette, utilizzando i fondi destinati ad altri provvedimenti spot, come la Flat Tax incrementale. In realtà la vostra linea, il vostro programma di governo è rimandare sine die, fare l’opposizione anche quando siete al governo e poi pensare di risolvere dando la colpa a Bruxelles e dicendo che "batterete i pugni in Europa". Una tattica che ad oggi non sembra vi abbia portato qualche risultato.
Così il deputato del Pd Claudio Mancini, intervenendo in Aula per la dichiarazione di voto sulla fiducia.
Presentata dai deputati Dem del Lazio interrogazione urgente al ministro Piantedosi
“La manifestazione neofascista al Campo della Memoria di Nettuno del 25 marzo prossimo, per commemorare l’anniversario del 23 marzo 1919, data in cui vennero fondati da Benito Mussolini i Fasci di Combattimento, va vietata perché apologetica del fascismo e incompatibile con i principi costituzionali e legislativi del nostro ordinamento.”. E’ quanto chiedono, in una interrogazione urgente al ministro dell’Interno Piantedosi, i deputati del Pd Andrea Casu, Nicola Zingaretti, Michela Di Biase, Marianna Madia, Claudio Mancini, Roberto Morassut e Matteo Orfini. “La manifestazione – si legge nell’interrogazione dei Dem- sarà dedicata anche alla celebrazione dei trent’anni del Campo, sacrario dove riposano i Leoni del Barbarigo ed i giovani eroi che difesero Roma dallo sbarco angloamericano.” Inoltre – proseguono i deputati Pd nell’’interrogazione al ministro Piantedosi- l’iniziativa, reclamizzata attraverso il sito azionetradizionale.com, sito di chiara matrice fascista, non fa assolutamente mistero della volontà celebrativa della ricorrenza”. “Nettuno, ricordano i Dem, è città Medaglia d’Oro al Merito Civile per quanto subito dalla popolazione durante l’occupazione nazifascista e per il contributo dato alla Lotta di Liberazione”. Il Pd ricorda infine che “l’Anpi, comitato provinciale di Roma, ha denunciato tale iniziativa, chiedendo al ministro Piantedosi di negare l’autorizzazione perché rievocativa del fascismo”.
" Le surreali dichiarazioni di Anastasio confermano inadeguatezza della scelta fatta dal Governo con la sua nomina. Non una parola per Giacomo Matteotti o di presa di distanza dalla dittatura del ventennio fascista ma solo il dispiacere per essere stato impulsivo. In sostanza sembra chiedere scusa ad i suoi camerati per essersi fatto beccare. Patetico".
Lo dichiara il deputato democratico Claudio Mancini.
" L’uso della rivendicazione dell’omicidio Matteotti è vomitevole, il governo revochi subito nomina Anastasio alla guida della società pubblica 3-I "
Lo dichiara il deputato democratico Claudio Mancini.
"Il governo spieghi in Parlamento perché è stato nominato e quali interessi muovono una lettera di minacce così esplicita ai componenti del Cda".