“Sono intervenuto alla Camera per stigmatizzare la proiezione, prevista nelle prossime ore, nella sede istituzionale del Comune di Genova, del documentario ‘Maidan, la strada verso la guerra’, prodotto dall’emittente di Stato russa, Russia Today. Questo documentario è stato vietato in tutti i Paesi dell’Unione Europea proprio perché ritenuto uno strumento di propaganda e disinformazione. Non è accettabile che, nel cuore di un’istituzione cittadina, si tengano iniziative che danno spazio a esponenti che promuovono raccolte firme contro le istituzioni italiane e i valori democratici su cui si fonda la nostra Repubblica. Il rispetto delle regole e dei principi democratici deve essere una priorità per tutte le istituzioni e non possiamo permettere che luoghi di rappresentanza pubblica diventino palcoscenici per chi cerca di diffondere narrazioni distorte e contrarie ai principi dell’UE e dell’Italia”. Così il deputato dem Alberto Pandolfo in un video pubblicato sul canale Instragram dei deputati Pd.
“Aggiungo – conclude Pandolfo - che recentemente il nostro Paese è stato oggetto di attacchi da parte di hacker russi rivendicati come ritorsione per le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a sostegno dell’Ucraina e della libertà del popolo ucraino. È evidente che ci troviamo di fronte a una strategia più ampia, che utilizza diversi strumenti, dalla propaganda alle cyber-aggressioni, per colpire i valori democratici e la nostra sicurezza nazionale. Anche per questo, la proiezione di un documentario di Russia Today in un’istituzione pubblica rappresenta un fatto grave e inaccettabile. Mi auguro che le autorità competenti intervengano per garantire il rispetto delle regole e per impedire che Genova diventi teatro di operazioni che nulla hanno a che fare con il dibattito democratico, ma che invece rischiano di alimentare la propaganda di chi vuole minare l’unità dell’Europa e della nostra Repubblica”.
“È inaccettabile che un documentario di propaganda filo-putiniana venga proiettato all’interno del Comune di Genova, un luogo che rappresenta tutti i cittadini e le istituzioni democratiche. Questo non per censurare o impedire la libera espressione, ma per rispetto delle norme europee e dei valori democratici che il nostro Paese condivide con l’Unione Europea e con i suoi alleati”. Così il deputato del Partito Democratico, Alberto Pandolfo, in un’intervista sui canali social dei deputati dem.
Domani RT, l’emittente di Stato russa, precedentemente nota come Russia Today, ha organizzato a Genova, presso il salone di rappresentanza di palazzo Tursi, la proiezione del documentario ‘Maidan, la strada verso la guerra’, un’opera di chiara impronta filo-putiniana che tratta il tema della guerra, alla presenza di Vincenzo Lorusso, noto per aver promosso una petizione contro il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con firme rivelatesi false. “Non possiamo permettere – aggiunge il deputato dem – che le istituzioni italiane diventino un palcoscenico per la propaganda di regimi che minacciano la pace e la democrazia. È doveroso intervenire per evitare che queste interferenze filorusse trovino spazio nelle sedi istituzionali del nostro Paese”.
“Mi aspetto – conclude Pandolfo – una presa di posizione chiara anche dal governo che finora non c’è stata. È fondamentale che l’esecutivo intervenga con rapidità per evitare che simili iniziative si diffondano ulteriormente. La nostra vicinanza all’Ucraina e il nostro impegno per la democrazia devono essere ribaditi con forza da tutte le istituzioni italiane. L’Italia, così come l’Europa, deve continuare a sostenere con convinzione il popolo ucraino e contrastare ogni tentativo di legittimare la propaganda di chi vuole minare la nostra democrazia”.
“Una domanda a Stroppa: cosa si intende con ‘altro’?” Così il deputato democratico Alberto Pandolfo, firmatario degli emendamenti approvati in Commissione Attività Produttive alla Camera sulla legge spazio, replica al referente italiano di Elon Musk, Andrea Stroppa, che in un appello a FdI ha dichiarato: "Non ci chiamino più per convegni o altro". “È interessante sapere – chiede Pandolfo – a cosa si riferisca Stroppa con quel ‘altro’, perché, detta così, sembra quasi che ci siano state delle interlocuzioni o delle collaborazioni tra le aziende di Musk e il partito della presidente del Consiglio che noi non conosciamo. Le sorelle Meloni dovrebbero fare chiarezza su questo aspetto che getta una inquietante ombra sui rapporti tra FdI e le aziende di Musk.”
“Come fanno Rixi e Piciocchi a dire che non c’è nessun declassamento se è stato scritto nero su bianco dal Ministero dell’Interno? Oggi quello che il Governo ha fatto per l’aeroporto di Genova è questo: nessuna azione espansiva ma una riduzione di categoria per quanto riguarda la presenza di vigili del fuoco e altri addetti da 8 a 7 con meno personale e meno sicurezza. Questo dice il documento ufficiale, i tentativi di smentita sono mal riusciti e assomigliano più a un arrampicarsi sugli specchi. Oggi abbiamo assistito solo a scuse e rimbalzi di responsabilità, mentre da Governo, Regione e Comune i liguri aspettano risposte e indicazioni concrete sulle prospettive necessarie per sostenere lo sviluppo del traffico aereo. Noi siamo per la crescita dell’aeroporto, del suo traffico, dello sviluppo dello scalo e per la qualità del lavoro, uno scalo che deve essere sicuro per lavoratori e utenti. Siamo invece davanti a una riduzione di personale e sicurezza, questa l’unica realtà oggi. Ora ci aspettiamo spiegazioni e risposte chiara. Per ora solo dichiarazioni e la mobilità di una regione bloccata da chi la governa”, così la vicepresidente PD alla Camera e componente Commissione trasporti Valentina Ghio e il deputato Alberto Pandolfo in replica a Rixi e Piciocchi su aeroporto Genova.
“Nel piano di rilancio di Piaggio Aerospace serve innanzitutto chiarezza e certezze sulla salvaguardia dei livelli occupazionali e la garanzia della tutela per gli stabilimenti liguri di Albenga e Genova. Si tratta di punti imprescindibili ai quali il Ministro Urso deve dare risposte chiare. Per questo riteniamo che la trattativa in corso debba proseguire al Ministero dell’Impresa e del Made in Italy con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati per garantire investimenti adeguati per il rilancio e il rafforzamento degli assist strategici in grado di garantire lo sviluppo dell’azienda e dell’occupazione. In questo processo è importante non separare Laer da Piaggio, una garanzia di forza e sviluppo”, così i deputati PD Valentina Ghio e Alberto Pandolfo, che hanno partecipato all’incontro del Ministro Urso nello stabilimento di Albenga.
Bucci e Piciocchi non hanno nulla da dire?
“Il governo colpisce gli enti locali e con l’approvazione del decreto in Stato-città impone alle regioni e ai comuni un contributo forzoso che per la Liguria equivale a quasi 50 milioni (esattamente 49.351milioni) e per Genova quasi 20 milioni (esattamente 19.486 milioni). Un contributo devastante che inciderà pesantemente sulle casse degli enti locali già in affanno. Questo per Genova e la Liguria vorrà dire meno risorse per servizi essenziali, trasporti, scuole, assistenza sociale e manutenzione delle infrastrutture. E ancora una volta a pagare il prezzo più alto saranno i cittadini. Il Presidente della Regione Bucci e il sindaco facente funzione Piciocchi non hanno nulla da dire su questo prelievo forzoso, che equivale a un taglio ai servizi per i cittadini liguri, previsto dal governo dello schieramento politico di cui fanno entrambi parte? Come intendono difendere la Liguria e Genova? Siamo di fronte a una scelta inaccettabile, che mette in ginocchio i territori e colpisce direttamente la qualità della vita dei cittadini. Come Partito Democratico interverremo in Parlamento in tutti i modi possibili per invertire questo sistema e garantire agli enti locali le risorse necessarie per scongiurare ulteriori tagli ai servizi ai cittadini", così i deputati PD Valentina Ghio e Alberto Pandolfo dopo la discussione in Commissione bilancio
“Che fine hanno fatto i risultati della commissione ministeriale ispettiva inviata ad analizzare le attività dell'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, all'indomani della maxi inchiesta per corruzione che aveva portato agli arresti dell'ex presidente dell'authority, Paolo Emilio Signorini, e dell'ex presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti? Il ministro Salvini e il viceministro Rixi ci avevano garantito tempi brevi, trasparenza e correttezza delle procedure già nel maggio 2024 e, prima a settembre, poi a novembre ci veniva confermato un'imminente soluzione delle indagini con una relazione conclusiva entro la fine dell'anno. Ma tutto tace ancora”. Così si legge nell'interrogazione presentata dai deputati dem genovesi Valentina Ghio e Alberto Pandolfo. "A distanza di otto mesi dall'avvio dell'attività ispettiva, non è ancora stato reso pubblico alcun tipo di risultato. In questo periodo, inoltre, non è stato ancora indicato un nuovo presidente dell'Autorità portuale: l'assenza di risultati ufficiali e la mancanza di una guida stabile alimentano incertezza e rischiano di compromettere ulteriormente la funzionalità e l'efficienza di un'infrastruttura strategica per il Paese", concludono Ghio e Pandolfo.
“L’ennesima morte sul lavoro nel Porto a Genova è inaccettabile. Nel 2025 sono già state superate le 80 vittime sul lavoro, un tragico bilancio che obbliga le istituzioni ad alzare l’attenzione. Chiediamo che al più presto vengano discusse le nostre proposte a tutela della qualità del lavoro e della sicurezza di chi quotidianamente opera in porto. Ancora in questi giorni abbiamo presentato emendamenti sulla sicurezza del lavoro portuale al Decreto emergenze Pnrr, ma non sono stati presi in considerazione dal Governo, dimostrando che la sicurezza sul lavoro non è una loro priorità. Noi continueremo ad insistere affinché lo diventi e affinche' accolgano le nostre proposte.
Oggi e' di nuovo il giorno del cordoglio e tutta la nostra vicinanza va alla famiglia e ai colleghi dell’operaio”, così i deputati PD Valentina Ghio e Alberto Pandolfo.
“Chiediamo la revoca del provvedimento del Ministero che ha portato al declassamento della Direzione regionale dell’Agenzia delle Dogane e de Monopoli della Liguria e dei suoi uffici territoriali. Non sono chiare le motivazioni della riorganizzazione dell’Agenzia. La direzione ligure è stata superata in termini di rilevanza da altre direzioni territoriali, tra cui Veneto e Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Marche, Lazio e Abruzzo, che però gestiscono volumi di traffico commerciale in TEU nettamente inferiori (meno di un terzo per Veneto e Friuli Venezia Giulia, quasi un decimo per Emilia Romagna e Marche, e solo circa un trentacinquesimo per Lazio e Abruzzo). Il declassamento, poi, coinvolge anche importanti uffici provinciali, tra cui quelli di La Spezia e Savona. Il Ministro intervenga per rivedere questa classificazione riconoscendo alla direzione regionale Adm della Liguria il ruolo di primaria importanza che ricopre. Il Governo metta in atto tutte le azioni necessarie affinché la decisione assunta venga rivista, tenendo conto del ruolo cruciale che la Liguria riveste nel panorama logistico e commerciale del Paese.
La portualità rappresenta un pilastro fondamentale per lo sviluppo economico della Regione Liguria e dell’intero Paese. I porti liguri movimentano oltre il 50% del traffico container italiano (TEU - twenty-foot equivalent unit) e rappresentano i principali punti di entrata e uscita delle merci per l’Italia e contribuisce in maniera determinante alle entrate fiscali nazionali, generando circa 4,6 miliardi di euro in dazi e IVA. La Direzione regionale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per la Liguria, è stata collocata nella IV fascia di importanza in una scala da I a VII, mentre dal 2001 era sempre stata classificata nella I fascia. Questo declassamento che impatti potrebbe avere sul funzionamento e sull’efficienza dei controlli doganali nei porti liguri? Il Governo chiarisca e dica quali iniziative intende adottare per garantire che la riorganizzazione dell’Adm non penalizzi la competitività del sistema portuale
Abbiamo presentato una interrogazione in merito alla Camera in cui chiediamo chiarimenti e di rivedere il provvedimento