“Il post pubblicato oggi da Beppe Grillo sul suo blog in tema di acqua segna il massimo della retorica, della propaganda e di una impostazione tutta ideologica della questione idrica in Italia. Tra l’altro, basterebbe rispondergli: ma allora come mai il comune di Roma con la sindaca Raggi, la giunta M5s e la maggioranza bulgara in consiglio comunale, in questi anni di governo non ha escluso i privati dalla gestione del servizio, come è già possibile con l’attuale legge in vigore? Semplice, perché come su reddito di cittadinanza, Quota 100, migranti, Tav, Carige, Ponte di Genova, Consob, sicurezza, ciò che importa non è la risoluzione dei problemi dei cittadini e delle cittadine, ma il parlare alla pancia del Paese per incassare consensi. Anziché avere lo sguardo lungo, si guarda solo miseramente all’oggi per andare all’incasso”.
Così Chiara Braga, capogruppo Dem in commissione Ambiente alla Camera.
“Grillo - aggiunge la deputata Pd - tuona affermando che ‘l’acqua è pubblica e che l’accesso ai servizi idrici è un diritto di tutti’ e che questo avverrà grazie all’approvazione della legge presentata da M5s. Una fanfara utile solo per provare a rifarsi un’immagine ambientale dopo i disastri di questi mesi. Un esempio su tutti, il condono edilizio a Ischia, collegio elettorale di Di Maio. In Italia l’acqua è già pubblica e il diritto è già garantito a tutti, anche con una fornitura gratuita di 50 litri al giorno per chi vive una condizione di disagio economico e sociale; misura voluta e perseguita dai governi Pd. In realtà, il testo base votato da Lega-M5s in commissione Ambiente alla Camera getterà nel caos l’intero settore che, attualmente, lascia alle amministrazioni locali la libertà e la responsabilità di decidere il modello di gestione che garantisce migliore qualità del servizio e costi equi per i cittadini. L’operazione M5s-Lega invece - conclude Chiara Braga - non ha voluto dare alcun ascolto neanche alle obiezioni e ai suggerimenti giunti in questi mesi di audizioni da coloro che operano nel comparto, dagli amministratori locali, dai sindacati e dalle stesse società pubbliche di gestione del servizio idrico”.