“Siamo alla terza /quarta crisi di Alitalia con amministrazione straordinaria. Non posso fare a meno di pensare alcune cose. Primo che pur nella difficoltà del trasporto aereo la situazione Alitalia è oggettivamente più complessa. Mi pare che nemmeno i maghi di Ethiad alla fine abbiano saputo cavare un ragno dal buco. Secondo che nemmeno i sindacati di settore siano molto rappresentativi del vero stato d'animo dei dipendenti. Adesso il tema è che fare. Certamente la via della amministrazione straordinaria e del liquidate tutto, come i giornali attribuiscono al ministro Calenda, ha qualche ragione. Il contribuente non può sempre essere chiamato a riparare ai danni di mala gestione. Ma la mia domanda è una altra: può un paese come l'Italia che ha nel turismo una delle sue voci economiche principali restare senza una compagnia aerea che abbia la sua base in Italia? E che garantisca la continuità territoriale del paese? Certo che la risposta è no. Allora? Allora forse un intervento non dello Stato direttamente, ma di aziende pubbliche potrebbe essere una via. Ma servirebbe un'idea integrata dei trasporti. Principalmente ferro ed aereo. Una cosa non facile anche capendo cosa non ha funzionato sino ad ora con i partner di settore. Hanno già fallito in tanti. Ma la situazione è complessa e non solo per le 20.000 famiglie di lavoratori ma per il futuro economico del paese e serve molta attenzione e continuità dell'attività.Poche posizioni ideologhe e molto buon senso e stavolta nn si possono mettere soldi e vederli svanire!”. Lo scrive su Facebook il capogruppo Pd in commissione Attività produttive della Camera, Gianluca Benamati.