• 28/11/2020

“Oggi, in occasione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, è importante  parlare dell'aggressione dei rifiuti alle nostre montagne: oltre 25 kg di plastica  cadono sopra i nostri monti ogni anno a causa della presenza nell'aria delle microplastiche. Se mai ve ne fosse bisogno questa è la ulteriore prova che nella battaglia per la riduzione e il riciclaggio dei rifiuti non abbiamo più un minuto da perdere”,  così la presidente della Commissione Ambiente della Camera, Alessia Rotta, lancia il proprio appello nel corso dell’evento “Nevica plastica” di Courmayeur.

“Serve aumentare il recupero e il riuso dei rifiuti – dice la presidente Rotta - e nello stesso tempo ridurne la produzione. Servono quindi  sia impianti di trattamento e smaltimento sia una battaglia culturale  tra le famiglie e le imprese facendo diventare “popolare” la causa della riduzione dei rifiuti”.

“Nell’ultimo anno e mezzo, in Italia – spiega la Presidente Rotta -  abbiamo registrato un aumento della produzione di rifiuti, una riduzione degli impianti e di conseguenza una crescita dell’export e della movimentazione fuori Regione con un aumento (più 40%) dei costi. Questo rende impellente definire compiutamente una strategia nazionale per la gestione rifiuti per non fallire  la sfida europea della Circular economy  che fissa come obiettivi: 65% di riciclo e 10% in discarica al 2035 per i rifiuti urbani,. Concretamente significa che come sistema Italia dobbiamo portare la raccolta differenziata fino all’80% e aumentare la capacità di riciclo, limitando i conferimenti in discarica, innalzando al 25% la percentuale di valorizzazione energetica dei rifiuti al fine di chiudere il ciclo. E lo possiamo fare perché avremo a disposizione sia i nuovi fondi europei, sia gli stanziamenti previsti dal Programma Nazionale per la Gestione dei Rifiuti”.

“Dobbiamo riuscire a chiudere il cerchio dell’economia circolare – aggiunge la Presidente della Commissione Ambiente della Camera -  dato che oggi paghiamo il conto salato di avere una risorsa e di sprecarla, anzi di renderla dannosa sia economicamente che ambientalmente gettandola in discarica. Come spiegano i dati di REF Ricerche, infatti, l'Italia ha un passivo di 2,1 milioni di tonnellate di rifiuti da avviare a recupero energetico o smaltimento tra rifiuti urbani e speciali e ben 14 regioni in deficit, costrette ad esportare al di fuori dei propri confini rifiuti urbani destinati a smaltimento. Serve quindi che il Programma Nazionale dettagli precisamente gli obiettivi, ma anche i meccanismi di incentivo/penalità per la Regioni. Questo vuol dire avere attività di monitoraggio e poteri sostitutivi con tempi certi nei confronti degli enti inerti o inadempienti, ma anche disporre di una apposita struttura di missione, con competenze mutuate da ISPRA, da mettere a disposizione di quelle Regioni che hanno carenza di competenze tecniche e organizzative”.

“In Italia stanno crescendo i rifiuti e stanno diminuendo gli impianti di trattamento, le microplastiche oramai si trovano anche sulle montagne, per cui mi pare evidente che il tempo sta scadendo e come sistema Paese dobbiamo darci una mossa all'interno di una strategia Ue chiara, che ci indica linee guida di azione non più rinviabili” conclude Rotta. 

La situazione rifiuti in Italia secondo i dati FISE:

 •  è aumentata la produzione di rifiuti: 

+2% (+590mila ton) di rifiuti urbani rispetto al 2018, 

+3,3% (+4,6 mln/ton) di rifiuti speciali;

• sono diminuiti gli impianti di gestione: -396 impianti totali per gli speciali (meno impianti di incenerimento e di digestione anaerobica);

• sono aumentati i deficit regionali (a 2,2 mln/ton), quindi la movimentazione di rifiuti a recupero energetico/smaltimento; 

• è cresciuto l’export di rifiuti: +31% (+110mila ton) per gli urbani, +14% (+420mila ton) per gli speciali;

• sono aumentati i costi di smaltimento: + 40%

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