“La chiusura dell’Anpal interrompe un processo, che era finalmente iniziato, per dotare il nostro paese di politiche attive del lavoro degne di questo nome. Cosa assai difficile in un contesto istituzionale caratterizzato dalla frammentazione di competenze fra Stato e Regioni, e le manchevolezze di molte fra queste.
Lo interrompe nonostante gli oggettivi successi ottenuti, fra cui l’adozione di procedure di presa in carico che tengono conto delle esperienze lavorative, della formazione e delle condizioni al di fuori del lavoro, e la conseguente costruzione, per la prima volta nel nostro paese, di un sistema informativo unitario nazionale.
Una scelta incomprensibile, che obbligherà a ripartire da capo con un’altra governance, ancora non definita, e con la perdita delle competenze acquisite. Perché distruggere ciò che si è faticosamente costruito, proprio ora che di politiche attive c’è ancora più bisogno dopo l’abolizione del reddito di cittadinanza che ha privato di ogni sostegno alcune centinaia di migliaia di persone che il lavoro non lo hanno e faticano a trovalo?”.
Lo dichiara la deputata Maria Cecilia Guerra, responsabile lavoro del Partito Democratico.