“Il ripristino dell’obbligo di clausola sociale è fondamentale, perché sappiamo che è lo strumento più efficace per proteggere nei cambi di appalto i lavoratori e le lavoratrici, in modo particolare quando si tratta di servizi ad alta intensità di manodopera (pulizie, mense, dove spesso sono donne le lavoratrici più esposte).
Con il nostro emendamento approvato in commissione abbiamo rimosso ogni ambiguità su questo punto e garantito che non si farà nessun passo indietro sulla validità delle clausole sociali rispetto alle norme oggi vigenti.
Nessun passo indietro, quindi, né ambiguità: le stazioni appaltanti avranno l'obbligo di inserire, delle specifiche clausole sociali volte a garantire la stabilità occupazionale del personale impiegato nonché le pari opportunità generazionali, di genere e di inclusione lavorativa per le persone con disabilità o svantaggiate e, al fine di contrastare il lavoro irregolare, a garantire ai lavoratori in subappalto le stesse condizioni economiche e normative dei dipendenti dell'appaltatore.
La ripresa degli investimenti pubblici e la gestione di servizi pubblici essenziali non può avvenire in nessun modo a scapito della tutela del lavoro. Anzi il tema è promuovere attraverso gli investimenti pubblici occupazione, in particolare femminile e giovanile. Dare cioè qualità sociale all’investimento pubblico per contrastare le disuguaglianze che frenano la crescita e il benessere”.
Lo ha detto in aula alla Camera la deputata democratica Cecilia D’Elia, portavoce nazionale della Conferenza delle donne democratiche nel corso della discussione del ddl appalti.