“È andata come era prevedibilissimo che andasse. Con un’affluenza molto bassa. Un referendum silenziato e boicottato in ogni modo non poteva davvero incrociare più partecipazione”. Lo scrive su Democratica.it Luciano Nobili, deputato del Partito democratico, a proposito del referendum di ieri sull’Atac.
“Il M5S – continua - che ha fatto a parole della democrazia diretta la sua bandiera, ha tentato in ogni modo di far fallire il principale strumento di democrazia diretta a disposizione dei cittadini. Nonostante questa delusione vanno registrati dei punti positivi e dei motivi di riflessione: 1) ha stravinto il Sì, con il 76 per cento dei voti. Certo, ha votato il 16% degli aventi diritto, ma in un quadro in cui è stato apposto un quorum assurdo, nel quale a moltissimi è stato impedito o nascosto il voto. Soprattutto in un quadro in cui la sindaca Raggi ha chiarito più e più volte che comunque sarebbe andato il referendum lei avrebbe fatto carta straccia dell’esito. 2) è stato un voto profondamente politico. È impressionante la coincidenza tra l’elettorato Pd e il voto Sì, e allo stesso tempo la coincidenza del voto No con l’insediamento del M5S. Altro che Radicali da soli, il risultato del Sì è tutto di centrosinistra. 3) nelle condizioni date, ci sono 380mila romani che hanno mandato un messaggio forte e chiaro a chi governa la Capitale. Gli hanno detto ‘basta’. Con la stessa forza dei 30mila Sì Tav di Torino. Da questo si riparte. Con una ricetta chiara su cosa dovremmo fare del trasporto pubblico a Roma, quando toccherà a noi. Perché il record di incidenti e di bus in fiamme è ancora qui, come il mancato rispetto del contratto di servizio, come l’assenza di manutenzione e di un parco mezzi adeguato, come una gestione incapace che ha portato l’azienda davanti al giudice fallimentare”.
“Anche perché, vedrete, i prossimi mesi di Atac si incaricheranno, purtroppo, di dimostrare che avevamo ragione noi”, conclude.