“Il percorso tratteggiato oggi dal ministro Boccia per il raggiungimento dell’autonomia differenziata appare riguardoso delle prerogative costituzionali e raggiunge l’obiettivo di conseguire, al tempo stesso, la modernizzazione del sistema istituzionale e la coesione del Paese. Ed inoltre si mostra rispettoso delle competenze del Parlamento, a differenza del precedente impianto leghista che esautorava le Camere, silenziava il confronto e immaginava una secessione mascherata. L’attuazione del 3° comma dell’articolo 116 della Costituzione - aggiunge il deputato dem - è un obiettivo della nuova maggioranza di governo, e per essere realizzato in maniera reale deve necessariamente tenere conto di tutto il ‘pacchetto’ costituzionale interessato: dall’articolo 114, che stabilisce l’equiordinazione dei livelli di governo, al 117 relativo alle funzioni, al 118 che assegna ai Comuni tutte le funzioni amministrative sulla base dei principi di sussidiarità, adeguatezza e differenziazione, fino a giungere al 119 che prevede i fondamentali concetti dell’autonomia finanziaria degli enti e della perequazione per i territori con minore capacità fiscale per abitante”.
Così Enrico Borghi, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera.
“E’ molto positivo - aggiunge il deputato Pd - che il governo stia pensando a una legge-quadro, sulla quale poi imperniare le singole intese regionali, e soprattutto che l’indirizzo sia quello di andare verso la determinazione di risorse certe e riconoscimento delle aree in ritardo di sviluppo su scala provinciale. Questo consentirà, da un lato, di creare una autonomia rispettosa delle prerogative unitarie dello Stato, delle competenze legislative delle Regioni e delle funzioni amministrative dei Comuni e, dall’altro, di consentire che il processo di autonomia sia propedeutico alla diminuzione delle sperequazioni territoriali, anziché da detonatore delle differenze non solo tra Nord e Sud, ma anche tra città e aree interne, tra aree urbane e zone rurali o montane. E’ evidente che dentro tale processo si deve inserire, a questo punto, la riforma degli enti locali e del loro modello di fiscalità. Ed è in questa cornice - conclude Enrico Borghi - che si devono inserire i concetti di semplificazione e modernizzazione del sistema istituzionale e amministrativo dell’Italia”.