Autonomia sì, autonomia no, Tav si, Tav no. Nel governo, e nella maggioranza politica che lo sostiene, emergono tutte le contraddizioni di un’alleanza disegnata per la spartizione di poltrone invece che sui programmi per migliorare le condizioni di vita dei cittadini.
La Lega in Veneto dice una cosa mentre a Roma ne fa un’altra: il ministro Salvini, calendario alla mano, sposta a fine anno il termine per la firma dell’intesa tra stato e regioni e non dice nulla al presidente Zaia, primo alfiere di un’autonomia sempre più immaginata che concretizzata; intanto, i Cinque Stelle del Veneto strappano documenti contro il federalismo regionale redatti e presentati dai Cinque Stelle del sud. L’unica certezza, come ha ribadito il ministro Stefani stamattina in commissione bicamerale per le questioni regionali è ‘il principio dell’invarianza del bilancio statale’. Infine il ministro contro le infrastrutture, Toninelli, si scaglia contro la pedemontana.
Ribadiamo, la nostra posizione su entrambi i punti:
a) l’autonomia delle Regioni va portata avanti, sgombrando il campo dagli equivoci relativi a residuo fiscale e compartecipazione delle imposte. Autonomia significa maggiore responsabilità per gli amministratori locali e la possibilità di gestire funzioni e competenze in modo più efficiente ed efficace, quindi anche prevedendo risparmi di spesa pubblica. Per attuare questo tipo di autonomia serve però stabilire costi e fabbisogni standard, da Pantelleria al Brennero, come è stato correttamente spiegato in un recente documento dell’Università Federico II di Napoli e da Unindustria Napoli;
b) vanno realizzate tutte le opere che servono, su questo siamo tutti d’accordo. Ma non possiamo lasciare aperte ferite immani sul territorio di strade o ferrovie i cui cantieri sono avviati da anni. Avremmo la tripla beffa di infrastrutture incompiute, dello scempio ambientale e dei soldi inutilmente spesi. L’Italia, in particolare il nord afflitto da traffico e da inquinamento, ha estrema necessità di spostare merci e passeggeri dalla gomma al ferro e questo si può fare solo aumentando i chilometri di ferrovie e velocizzando e specializzando quelle esistenti.
Dichiarazione degli on.li del Pd Roger De Menech e Diego Zardini.