"Non sono "casi isolati": è sistema. Tra i giovani del partito di Giorgia Meloni regnano l'antisemitismo, il razzismo, la nostalgia del regime fascista. La seconda parte dell'inchiesta di Fanpage non lascia spazio a dubbi né a interpretazioni. E quel sistema è strettamente legato alla dirigenza di Fratelli d'Italia. L'ex portavoce del ministro Lollobrigida, Paolo Signorelli, non è un'eccezione. Lo staff di vari esponenti di spicco del partito di maggioranza sono intrisi di questa subcultura neofascista. Che, vale la pena ricordarlo, è la stessa espressa da diversi dirigenti di quel partito, perfino tra gli eletti. Viene da pensare che il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Le dichiarazioni di Donzelli, ora che sono emersi perfino gli insulti antisemiti alla senatrice di FDI Ester Mieli, ex portavoce della comunità ebraica di Roma a cui va la mia solidarietà, appaiono tardivi e di circostanza. Non è in alcun modo credibile che il responsabile dell'organizzazione del partito non sapesse chi c'è tra i suoi stessi collaboratori e cosa succede, a telecamere spente, tra i militanti di Gioventù nazionale.
Non è più accettabile alcun silenzio da parte della premier. Era scritto, qualche giorno fa, su uno striscione al presidio di Piazza Vittorio dopo l'aggressione ai ragazzi di Sinistra universitaria: chi non condanna è complice". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente sui diritti umani nel mondo.