"La prima pagina di un quotidiano di destra, oggi, definisce Giorgia Meloni "uomo dell'anno", con toni molto trionfalistici. Perché non "donna dell'anno"? E' chiaro: ad essere simbolo di (presunto, in questo caso) successo non può che essere un uomo. Del resto, lei stessa ha deciso di farsi chiamare al maschile: il presidente del Consiglio.
Aspettiamo che commenti questa prima pagina per capire se le sta bene che il suo "sono una donna", pronunciato in un comizio con tanta enfasi con l'intenzione di attaccare le persone LGBTQIA+ accusate di voler "cancellare le donne", sia stato fatto fuori in tre parole. Ora che "Il presidente del consiglio" è stata accolta nel club degli uomini perché brava, il suo essere donna non va più rivendicato? "Uomo" portatore di successo, prestigio, potere e valori. "Donna" no, acquista valore solo accanto a "madre". Un distillato di insopportabile sessismo a cui anche lei dovrebbe ribellarsi. Cara Meloni, si può essere capaci rivendicando di essere donne. È una bella esperienza, non negartela!". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.