"A Gaza i bambini vivono nel sangue. È come in Giappone 80 anni fa". Sono le parole di Toshiyuki Mimaki, massimo rappresentante di Nihon Hidankyo, l'organizzazione giapponese premiata con il Nobel per la Pace per il suo impegno sul disarmo nucleare.
In un momento in cui la guerra sembra essere diventata l'unico modo per dirimere le controversie tra gli stati e la minaccia nucleare entra nel dibattito come un'opzione tutt'altro che remota, il Nobel per la pace assegnato al movimento dei sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, è un'ottima notizia.
La battaglia per il disarmo nucleare è più attuale che mai e questo Nobel lo conferma.
Ho conosciuto personalmente alcuni degli Hibakusha, come vengono chiamati i sopravvissuti giapponesi alle bombe atomiche, durante i miei viaggi a Hiroshima, l’ultimo nell’aprile del 2023 nell’ambito del Forum dei parlamentari del G7 per l’eliminazione delle armi nucleari promosso dalla campagna ICAN. Ho parlato con uomini e donne che portano ancora sui loro corpi i segni di quegli ordigni micidiali e che non hanno mai smesso di impegnarsi e di raccontare l'orrore di quei giorni e di quello che ne è seguito. Un lavoro strenuo di testimonianza sulla strada verso la pace di cui il Nobel di oggi è il coronamento. Questo Nobel sia anche da stimolo a tutti gli Stati, inclusa l’Italia, che ancora non lo hanno fatto, a ratificare il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW).L’ Intergruppo della Camera per il disarmo nucleare che coordino non smetterà di chiedere al governo italiano di compiere questo fondamentale passo". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Coordinatrice dell'Intergruppo della Camera per il disamo nucleare.