"Fuori da Montecitorio, da diversi giorni, c’è un presidio che chiede al governo italiano una cosa semplice: interrompere i rapporti militari con il governo di Netanyahu e costringerlo a porre fine allo sterminio del popolo palestinese.
Sono cittadine e cittadini comuni che si aspettano dal proprio governo di mettere l'Italia dalla parte giusta della storia: con le vittime e contro i carnefici.
Resteranno qui fuori fino all’8 giugno perché proprio l’8 giugno scade il memorandum di intesa militare tra l’Italia e Israele che consente lo scambio di tecnologie, brevetti, software e informazioni coperte da segreto militare.
Lasciare che questo memorandum si rinnovi automaticamente mentre a Gaza si consuma un piano di pulizia etnica, mentre il governo israeliano uccide bambini, donne, giornalisti, operatrici e operatori umanitari, mentre rade al suolo l’intera Striscia compresi ospedali, case, scuole, infrastrutture, mentre si spara contro le persone stremate dalla fame che cercano di ottenere una porzione di quei pochissimi beni di prima necessità entrati a Gaza dopo oltre 80 giorni di blocco totale, è una scelta scellerata che va contro il senso di umanità e rende l’Italia complice dello sterminio.
A niente serve che Tajani annunci l’arrivo del piccolo Adam e di sua madre, unici sopravvissuti della loro famiglia se poi non si fa nulla, per evitare che ci siano tanti altri Adam.
La vendita di armi a Israele va fermata, l’accordo di associazione Ue-Israele va sospeso, le sanzioni a Netanyahu e al suo governo vanno messe e va riconosciuto lo Stato di Palestina.
Non vogliamo essere complici di un criminale di guerra". Lo ha dichiarato intervenendo in aula Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.