"Un anno fa Giulia Cecchettin veniva uccisa dal suo ex fidanzato, Filippo Turetta. L'ha uccisa perché Giulia era una giovane donna libera che aveva deciso per sé come voleva condurre la sua vita. Da quel giorno sono state uccise almeno altre 90 donne da altrettanti uomini che hanno pensato di avere il diritto di farlo perché quelle donne erano "cosa loro". Uomini di tutte le età, perfino giovanissimi, di tutte le classi sociali, di tutte le etnie. E' il patriarcato che uccide le donne perché non ne tollera la forza, la libertà, l'indipendenza, il successo. Non è il ceto, non è il colore della pelle, non è "un raptus", non è il "troppo amore".
Grazie a Elena e Gino Cecchettin che fin da subito hanno puntato il dito contro tutto questo costringendo l'Italia a fare i conti con una cultura violenta e assassina. Al resto penseranno i giudici, com'è giusto.
Ma per contrastare questa cultura non basta la repressione: serve formazione e serve educazione. Serve, cioè, esattamente quello su cui questo governo non intende investire, nonostante le promesse". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Coordinatrice dell'Intergruppo della Camera per le donne, i diritti e le pari opportunità.