“Il governo intervenga per escludere che nei confronti di genitori di bambini di età non superiore ai 6 anni possa essere disposta o mantenuta la custodia cautelare in carcere, perché è necessario tutelare i minori, qualunque sia la colpa delle madri”.
- È quanto chiede Titti Di Salvo, vicepresidente dei deputati del Partito Democratico, in una interrogazione al ministro della Giustizia – .
“È di pochi giorni fa la notizia di una bambina di 3 anni rinchiusa in carcere con la sua mamma, una donna nigeriana condannata per il reato di immigrazione clandestina, che ha avuto complicazioni per aver ingerito un topicida. È solo un episodio che, però, ripropone il problema delle detenute madri e dell'inadeguatezza di molte strutture di reclusione italiane destinate ad accogliere donne con figli in tenera età, nonostante – sottolinea la deputata Dem - nel tempo siano state approvate norme, si siano espressi organismi internazionali e istituzioni europee volte a contemperare gli interessi dei minori. È del 2001 la legge che prevede l’esclusione della custodia cautelare in carcere per le madri con figli minori di sei anni, salvo che sussistano esigenze cautelari di eccezionale rilevanza. Ad oggi però in Italia sono circa 60 i bambini sotto i tre anni che vivono in carcere con le loro madri, e non possiamo voltarci dall’altra parte: è necessario effettuare maggiori controlli per verificare l'idoneità delle strutture penitenziarie che ospitano figli di detenute e le loro condizioni di salute psico-fisica e promuovere l'istituzione di ulteriori Icam o case protette”.
“Uno stato che voglia dirsi di diritto – conclude Di Salvo - deve considerare come preminente l'interesse superiore del bambino ed aiutarlo nella crescita”.