Stamattina sono stato al Carcere della Dozza. Il numero dei detenuti è aumentato molto. Su una capienza di 500, ad oggi i reclusi sono 796. Questi numeri non permettono più di svolgere efficaci attività di rieducazione e di reinserimento. Il personale in organico effettivo è di 455 unità su una pianta organica prevista di 510. Si ammassano corpi senza prospettiva e solo grazie al personale e ai volontari la situazione è in qualche modo alleviata. Ho visto le attività dei volontari e le attività di reinserimento al lavoro, poche ma preziose. Così il carcere è solo pena, con la sola prospettiva di continuare a delinquere. I tossicodipendenti sono 364. In carceri così non escono dalla dipendenza, ma sono destinati a uscire ancora come spacciatori. La manutenzione, quando ci sono i soldi per farla, non si può fare perché non c’è spazio. Alla polizia penitenziaria mancano ispettori e sostituti. Alla direttrice del carcere , al personale e ai volontari va tutto il mio apprezzamento. Al governo dei proclami della Meloni rivolgo una richiesta di umanità minima: perché non applicare la liberazione speciale anticipata? Già oggi è previsto - solo per chi è certificato di buona condotta - uno sconto di pena di 45 giorni ogni semestre. Se si porta lo sconto a 60 giorni ogni semestre, persone detenute con meno di un anno potrebbero uscire. E ripeto solo con buona condotta certificata. Non farlo, significa peggiorare una situazione di grave emergenza e di negazione della dignità umana. Se i Comuni lavorano per ridurre i danni, con iniziative per togliere dallo spaccio i tossicodipendenti, il carcere li moltiplica. La destra si vanta di aumentare le pene contro la droga, ma non fa nulla per prevenire, e ridurre il problema che assilla i Comuni.
Così il deputato Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze.