“Altro che razionalizzazione di costi e abbattimento di poltrone: la Raggi vuole un CDA della società partecipata Capitale Lavoro. La volontà della Sindaca cozza, e non poco, con i buoni propositi largamente sciorinati dal Movimento Cinquestelle a testimonianza del fatto che i grillini predicano bene e razzolano male. La Raggi, infatti, lo scorso 14 luglio ha firmato un invito per la presentazione di candidature per la governance della società in house dell’ente al fine di nominare un nuovo CDA e, inevitabilmente, aumentare il numero delle poltrone e i costi della politica. Una scelta opinabile che diventa inaccettabile se consideriamo la forma velata con cui è stata concepita e presentata. Ci troviamo di fronte a un avviso pubblico che, malgrado la sua scarsa diffusione e visibilità, presenta delle anomalie che meritano le attenzione di tutte le Autorità competenti a partire dalla stessa Anac. Le candidature, valutate tra l’altro dalla stessa Raggi, devono rispettare alcuni paletti tra cui il requisito per la nomina a Consigliere Metropolitano che, considerando anche un altro comma dell’avviso, non può essere un consigliere eletto a Roma ma solo ed esclusivamente in provincia. Per queste stranezze burocratiche, per l’inesistente pubblicità e per i tempi ristretti di pubblicazione, l’avviso promosso da Virginia Raggi passerà alla storia come un’opportunità per pochi: magari solo per gli eletti che il direttorio grillino ha deciso di informare”. Lo ha detto il deputato Pd, Emiliano Minnucci, commentando l’invito per la presentazione di candidature in qualità di componente dell’organo amministrativo della società partecipata Capitale Lavoro SpA firmato il 14 luglio dalla Sindaca della Città Metropolitana di Roma Capitale, Virginia Raggi.