“Da anni associazioni della società civile, magistrati e forze dell’ordine, insistono e chiedono al Parlamento di approvare un nuovo codice Antimafia.
Infatti, dopo 35 anni dall’approvazione di quella straordinaria intuizione che fu la legge Rognoni / La Torre, con la quale si è introdotto il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso - il 416 bis - e anche la confisca ai boss dei beni e il loro riutilizzo sociale, è ora necessario un adeguamento. Quello che l’Aula di Montecitorio sta discutendo è un buon testo, che recepisce, tra l'altro, diverse proposte sottoscritte da migliaia di cittadini attraverso una legge di iniziativa popolare, promossa con la campagna ‘Io riattivo il lavoro’ dalle organizzazioni sindacali, da un nutrito numero di associazioni e dal mondo cooperativo. Dunque approviamolo subito, senza se e senza ma”.
Così Laura Garavini, dell’Ufficio di Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, intervenendo alla Camera durante la discussione generale del nuovo Codice Antimafia.
Garavini ha spiegato che “il provvedimento consente di prevedere maggiore trasparenza nella gestione dei beni confiscati e interventi piú organici e migliorativi nelle misure di prevenzione: rafforza l’Agenzia nazionale dei beni confiscati, prevede requisiti e regole stringenti per quegli amministratori giudiziari che verranno chiamati ad occuparsi dei beni confiscati e modifica le interdittive antimafia e gli accessi ai cantieri. Insomma, un buon testo da approvare il prima possibile.
Possiamo, poi, in un secondo momento, intervenire sul punto critico dell’estensione delle misure di prevenzione anche a reati di corruzione, ma non possiamo permetterci di fare slittare ulteriormente l’approvazione del Codice”.