• 27/02/2025

"Leggo una surreale lettera firmata da 43 presidenti di federazioni sportive italiane che chiede al Governo che venga applicato al Coni il provvedimento adottato per se stessi, che in virtù di una propria rappresentanza parlamentare (due presidenti federali siedono in Parlamento in una forza di maggioranza) aveva modificato la legge esistente che limitava a tre i mandati possibili. Feci, al tempo, provocatoriamente notare questa differenza per sottolineare l'incredibile conflitto di interessi (ma essendo così esplicito lo chiamerei 'apologia di interessi') che permette di legiferare su un tema che riguarda se stessi. Nessuno sollevò un sopracciglio. Ora, caduti sulla strada di Damasco (e con oltre una dozzina di loro rieletti in virtù di quell'emendamento) i presidenti federali scrivono al Governo. Mi congratulo per questo sfacciato esercizio di incoerenza, dal coefficiente altissimo, tanto per restare sul tema sportivo. È bello, invece, anche in questi giorni di Carnevale, non dover cambiare continuamente maschera: il Partito Democratico è fermo su alcuni concetti estremamente semplici: il limite dei tre mandati per tutti, il voto elettronico e l'abolizione del medievale sistema delle deleghe per eleggere i presidenti federali, l'equilibrio di genere nella governance dello sport, "quote verdi" per abbassare l'età media nei consigli federali. Siamo sempre stati, restiamo e resteremo su queste posizioni contenute in una proposta di legge a mia prima firma depositata alla Camera a febbraio, ma di un anno fa, il 2024". Così il responsabile nazionale sport del Pd, il deputato democratico Mauro Berruto.